Ultim’ora Inps, addio pensioni reversibilità: le stanno togliendo a tutti | Da questo giorno non ti spetta più niente

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Una recente decisione ha gettato nel panico i percettori della pensione di reversibilità: cosa sta succedendo in questi mesi?
La pensione di reversibilità è un supporto economico nato nel lontano 1939, inizialmente concepito per garantire un sostegno alle vedove dei lavoratori iscritti all’INPS. Nel tempo, questo aiuto è stato esteso anche ad altri familiari superstiti attraverso normative specifiche, con il solo obiettivo di rendere i criteri di accesso più equi.
Dunque, se il lavoratore o pensionato deceduto non ha un coniuge, l’assegno passa automaticamente ai figli fino ai 18 anni, o fino ai 26 se stanno ancora studiando e non possiedono un lavoro. Il diritto, oggi, si estende anche agli inabili al lavoro, senza limiti di età, purché fossero a carico del genitore al momento del decesso.
Tutto molto chiaro, se non fosse che la legge, a volte, nel tentativo di mantenere rigidità per evitare raggiri, finisce per ledere i diritti dei cittadini, anche quando questi sono del tutto legittimi. L’ultimo caso, oltre a esserne la prova lampante, è ciò che sta succedendo in questi giorni a milioni di italiani, che di punto in bianco rischiano di non ricevere più l’assegno di reversibilità.
Addio alla pensione di reversibilità per questi percettori: cosa sta succedendo
Negli ultimi mesi, un’onda di preoccupazione ha investito i beneficiari della pensione di reversibilità. La causa di tanto allarmismo è una serie di provvedimenti normativi e sentenze che stanno mettendo in discussione il diritto di molte persone a ricevere questo importante supporto economico.
La pensione di reversibilità, che in passato ha rappresentato una sicurezza per i familiari superstiti dei pensionati deceduti, sembra essere oggi sotto esame. Sebbene, per ora, non si tratti di una misura che annulli retroattivamente i benefici già concessi, c’è il rischio che il diritto all’assegno di reversibilità venga limitato in modo drastico. Ma vediamo chi sono i beneficiari a rischio.

La sentenza della Cassazione e le sue implicazioni
Una sentenza della Cassazione (n. 14287 del 22 maggio 2024), ha gettato un’ombra di incertezza sulle future erogazioni. La Suprema Corte ha ribadito un principio fondamentale: la pensione di reversibilità non è ereditabile. Questo significa che, nel caso in cui il beneficiario originario muoia, i suoi familiari superstiti non avranno diritto a continuare a ricevere lo stesso trattamento se non rientrano nei criteri previsti dalla legge. In altre parole, la pensione di reversibilità non può essere trasferita a chi, pur essendo a carico del titolare, non è minorenne o uno studente a carico.
Questa decisione è particolarmente rilevante per quei soggetti che, come nel caso esaminato dalla Cassazione, avevano fatto affidamento sulla continuità del beneficio in caso di decesso del titolare – magari avvenuto pochi mesi dopo dal primo superstite.
La donna in questione, pur essendo inabile al lavoro, non ha potuto ereditare la pensione di reversibilità dopo la morte della madre (colei che la percepiva). Inutile negare che la questione ha generato non poche controversie, ma l’INPS attualmente ha confermato la normativa.