UFFICIALE CHIUSURE DOMENICALI, non puoi più stare aperto: dipendenti a casa e imprenditori senza incasso | Decreto già approvato

Serrande abbassate negozi e scritta: "ufficiale chiusure domenicali"

Chiusure domenicali - circuitolavoro.it

La domenica di relax, non solo per chi lavora negli uffici o nei cantieri, ma anche per i commercianti: lo stop totale è già realtà.

Non è la prima volta che in Italia si tenta di mettere mano alla questione delle aperture nei giorni festivi. Già nel 2018, durante il governo Lega-M5S, si era parlato di limitare le domeniche lavorative nei negozi, ipotizzando un massimo di otto aperture l’anno.

Tante promesse, tanti annunci, ma alla fine tutto si era dissolto senza risultati concreti. Con il cambio dei governi, il tema era stato archiviato in silenzio, senza lasciare traccia e senza nemmeno una vera alternativa.

Oggi, però, il clima è cambiato. E stavolta non si parla di proposte vaghe o di future ipotesi: è ufficiale. Il decreto è stato approvato e impone la chiusura obbligatoria dei negozi nei giorni festivi. Chi sperava di cavarsela ancora una volta con rinvii o compromessi si è già dovuto ricredere, poiché ad oggi la stretta è reale, dura e accompagnata da multe salatissime per chi sgarra senza pensarci due volte.

La domenica serrande abbassate

In diversi Paesi europei il riposo domenicale è una regola fissa e consolidata da anni. In Germania, in Austria, in Belgio, in Grecia, a Malta e nei Paesi Bassi, la domenica è considerata un giorno inviolabile: negozi chiusi quasi ovunque, salvo rare eccezioni per ristoranti, musei o servizi pubblici.

Qui il concetto di ‘tempo per sé’ è protetto a tutti i livelli, anche a costo di sacrificare una parte dei consumi e delle entrate commerciali. Tra dibattiti e controversie, qualcosa è dovuto cambiare anche nel nostro Paese, e pare solo l’inizio.

Commerciante che abbassa le serrande
Chiusura di domenica – circuitolavoro.it

Italia, il primo passo verso la chiusura domenicale

Anche da noi qualcosa si è mosso dopo anni di attese e false partenze. Il 18 dicembre 2024 è stata approvata una norma, promossa da Fratelli d’Italia, che impone la chiusura obbligatoria degli esercizi commerciali nei sei principali giorni festivi: Capodanno, Pasqua, Primo Maggio, Ferragosto, Natale e Santo Stefano.

Non si tratta quindi di tutte le domeniche, ma comunque di un primo, deciso cambio di rotta verso una nuova gestione del commercio. Esclusi dall’obbligo soltanto bar, ristoranti, pasticcerie, gelaterie e i negozi collocati in stazioni, aeroporti, porti e autostrade. Per tutti gli altri, serrande abbassate o si rischia una multa fino a 12.000€, con sospensione dell’attività da uno a dieci giorni in caso di recidiva, senza grandi margini di trattativa.

Che piaccia o meno, tutto questo sembra solo l’inizio. In queste settimane, si torna a parlare seriamente della possibilità di estendere lo stop anche alle domeniche ordinarie, come già avviene altrove. Un cambiamento che, se realizzato davvero, potrebbe rivoluzionare per sempre il volto e il ritmo stesso del commercio italiano.