Ufficiale banche europee, il messaggio urgente: “Tenete a casa i contanti” | Pericolo per i conti correnti in tutta Europa

Perché dobbiamo tenere in casa i nostri soldi: il consiglio dell'Europa - circuitolavoro.it
Le banche europee lanciano l’allarme, consigliando vivamente di tenere a casa i propri soldi: cosa sta succedendo.
Prima sembrava solo un consiglio prudente, oggi suona quasi come un avvertimento. Perché quando a suggerirti di tenere contanti in casa non è il solito video virale, ma arrivano segnali chiari da banche centrali europee e da strategie ufficiali dell’Unione Europea, qualcosa cambia. E no, non è fiction: è cronaca di questi giorni.
Nel febbraio 2025, il gruppo hacker filorusso Noname057(16) ha sferrato una nuova offensiva informatica contro l’Italia. Una serie di attacchi DDoS ha preso di mira i siti di Intesa Sanpaolo, Mediobanca e Nexi, oltre a portali legati al trasporto e all’energia. Nessun furto, nessuna violazione dei conti, ma il segnale è arrivato forte e chiaro: la rete è vulnerabile. E i disservizi sono bastati per far tremare più di un utente.
Questa volta, però, l’avvertimento non viene ignorato. È l’Europa stessa a suggerire di prendere precauzioni.
L’annuncio delle banche europee
Non è solo buon senso. È una raccomandazione vera e propria arrivata da alcune autorità monetarie del Nord Europa. La banca centrale olandese, ad esempio, invita i cittadini a conservare tra i 200 e i 500 euro in contanti. In Svezia, il consiglio è di tenere almeno 170 euro a persona, quanto basta per coprire le spese essenziali di una settimana.
Non sono cifre a caso: come sottolineato in un recente documento ufficiale della Commissione UE, si tratta di scorte essenziali, hub logistici, autonomia energetica e strumenti finanziari di base. In questo contesto, anche avere una minima disponibilità di denaro liquido diventa una parte della resilienza personale.
Si chiama resilienza finanziaria, ed è un concetto sempre più presente nei documenti ufficiali delle banche centrali. Il messaggio è abbastanza semplice: se i pagamenti elettronici non funzionano, bisogna essere pronti. Nessun allarmismo, nessun panico. Solo una precauzione concreta. Ma anche le banche si stanno attrezzando, studiando sistemi capaci di gestire l’imprevisto.

I piani di emergenza delle banche italiane
In Italia, al momento, non ci sono comunicazioni ufficiali in questa direzione. Ma dopo gli attacchi informatici di febbraio e l’instabilità geopolitica, anche qui il tema inizia a farsi strada. Secondo fonti bancarie, alcuni istituti stanno valutando l’inserimento di sezioni dedicate nei propri piani di emergenza. Il tutto in linea con la nuova strategia europea che prevede, tra le altre cose, una preparazione strutturata a catastrofi naturali, minacce ibride e scenari bellici.
Per il momento, non ci resta che tenere un po’ di liquidità tra le mura domestiche, ovviamente entro i limiti di legge. Di fatto, non si parla di rischi sui conti correnti, né di prelievi forzosi o panico finanziario. Il messaggio è un altro, molto più concreto: non affidarsi esclusivamente al digitale.
Tenere in casa 50, 100 o 200 euro non salverà il mondo, ma può davvero salvare una giornata. Se il bancomat è fuori uso o la carta viene rifiutata, quei contanti diventano preziosi. Proprio come si tengono torce e batterie in casa per un blackout, oggi si torna – discretamente – a mettere da parte qualche banconota.