Trattamento integrativo 2023, le date dei pagamenti

Trattamento integrativo 2023, le date dei pagamenti

Il trattamento integrativo 2023 di 100 euro, anche per il mese in corso, sarà assegnato a coloro che ne sono titolari con date diverse. Tuttavia, è importante tenere presente che, come di consueto, non esiste una data fissa che valga per tutti, il che significa che l’erogazione potrebbe subire dei ritardi.

Considerando queste variabili, cerchiamo di capire quanto verranno effettivamente erogati i pagamenti dell’ex bonus Renzi nel mese di settembre 2023 da parte dell’INPS.

Quando viene accreditato il trattamento integrativo?

È importante notare che i pagamenti dell’ex Bonus Renzi verranno effettuati successivamente a quelli della NASpI, come avviene praticamente ogni mese. Infatti, chi ha diritto al trattamento integrativo generalmente lo riceve dopo aver ottenuto l’accredito della disoccupazione. Questa regola si applica sia ai titolari di NASpI che a coloro che hanno diritto alla DIS-COLL.

Le prestazioni NASpI e DIS-COLL vengono erogate mensilmente ai beneficiari previa presentazione di una domanda all’Istituto. I pagamenti diretti da parte dell’INPS per il mese di settembre sono previsti a partire dal giovedì 7, ma è fondamentale tenere presente che le date effettive di pagamento possono variare in base alle circostanze specifiche di ciascun beneficiario e alla disponibilità finanziaria delle diverse sedi territoriali dell’INPS.

Nella seconda metà del mese, indicativamente a partire dal giovedì 14, l’INPS procederà all’erogazione del trattamento integrativo (ex Bonus Renzi) pari a 100 euro medi mensili per dodici mensilità, corrispondenti a un totale di 1.200 euro netti annui.

È essenziale tenere a mente che queste date sono indicative e potrebbero subire delle variazioni in base alle circostanze specifiche di ciascun beneficiario e alla disponibilità finanziaria delle sedi territoriali dell’INPS.

Perché non mi è arrivato il pagamento dell’ex Bonus Renzi?

Il Bonus Renzi rappresenta un incentivo fiscale introdotto nel 2014 dal governo Renzi con l’obiettivo di incrementare il potere d’acquisto dei cittadini e sostenere la crescita economica del Paese. Tale beneficio viene erogato attraverso una detrazione fiscale e il suo ammontare è calcolato in base al reddito lordo annuo del lavoratore.

La spiegazione della scomparsa del Bonus Renzi dalla busta paga è abbastanza semplice. Nell’anno precedente sono state apportate delle modifiche ai requisiti per poter accedere a questo contributo aggiuntivo in busta paga, il che ha comportato una riduzione del numero di persone idonee al beneficio.

Attualmente, soltanto i dipendenti e i lavoratori assimilati possono usufruire di questa misura, a patto però di percepire un reddito inferiore a 15.000 euro annui. Queste modifiche sono dovute in parte alle alterazioni dell’IRPEF, che hanno semplificato gli scaglioni fiscali riducendoli a soli quattro, impattando negativamente sul Bonus Renzi e sulla sua erogazione tramite la busta paga.

In ogni caso, è importante sottolineare che il Bonus Renzi è ancora disponibile per i lavoratori con un reddito compreso tra 15.000 e 28.000 euro, ma alcuni di loro hanno notato la scomparsa improvvisa di questo bonus a causa dei cambiamenti negli scaglioni dell’IRPEF.

Quando non spetta il trattamento integrativo 2023?

È fondamentale tenere presente che i lavoratori autonomi, gli incapienti (coloro che non raggiungono i requisiti minimi di reddito) e i pensionati sono esclusi dalla possibilità di ottenere il Trattamento Integrativo IRPEF.

Tuttavia, i lavoratori in NASpI, quelli in cassa integrazione, coloro che seguono stage retribuiti o hanno ricevuto borse di studio hanno diritto a ricevere il contributo senza dover presentare domande specifiche nel caso dei percettori di NASpI.

Inoltre, è importante ricordare che per quanto riguarda le regole del trattamento integrativo colf e badanti fino a 1.200 euro, sono state introdotte alcune novità. Oltre a considerare i redditi percepiti, ora bisognerà tenere in considerazione anche le detrazioni fiscali specifiche. Queste informazioni costituiscono un importante quadro di riferimento per chiunque sia interessato al Bonus IRPEF con il modello 730.

Un’altra importante notizia da considerare è che, a partire dal 1° gennaio 2024, il Decreto Lavoro prevede l’eliminazione del reddito di cittadinanza, che sarà sostituito dall’Assegno di Inclusione. Questa novità Assegno di Inclusione, introdotta durante il dibattito presso il Senato, riguarda la ridefinizione della scala di equivalenza dell’Assegno di Inclusione. In particolare, si stabilisce che il parametro base per garantire l’inclusione delle famiglie vulnerabili è pari a 1.  

Definizione del Trattamento Integrativo

Il Trattamento Integrativo sui Redditi (Tir) rappresenta un contributo finanziario destinato ai lavoratori dipendenti o assimilati. Questo beneficio ha preso il posto del noto “Bonus Renzi” da 80 euro, il quale fu introdotto nel 2015 attraverso la Legge di Stabilità.

Nel corso del 2020, grazie al decreto denominato “Cura Italia,” il Tir ha subito delle modifiche significative, tra cui l’estensione della sua applicazione a diverse categorie di lavoratori dipendenti e assimilati. È importante sottolineare che gli importi del Tir possono variare in base a specifiche circostanze e condizioni lavorative.

Meccanismo di funzionamento del Trattamento Integrativo per il 2023

Il Trattamento Integrativo sui Redditi 2023 (Tir) è accessibile principalmente in base alla fascia di reddito dichiarato, che varia da meno di 15.000 euro (prima fascia) fino a 28.000 euro in alcune situazioni (seconda fascia). Tuttavia, l’importo totale del bonus differisce a seconda della fascia di reddito.

Per chi rientra nella prima fascia di reddito (meno di 15.000 euro), il bonus completo ammonta a 1.200 euro, distribuito in diverse mensilità. Al contrario, chi rientra nella seconda fascia (28.000 euro) riceverà un importo calcolato come differenza tra le detrazioni fiscali e l’imposta lorda. Pertanto, è necessario calcolare l’importo specifico caso per caso, tenendo conto delle detrazioni che possono essere riportate nella dichiarazione dei redditi.

Il Tir per i redditi da lavoro dipendente può essere erogato direttamente sulla busta paga dal datore di lavoro o dall’INPS su base mensile. Tuttavia, il lavoratore ha la possibilità di scegliere di non ricevere il Tir mensilmente, magari perché non è sicuro di rientrare nelle fasce di reddito previste per avere diritto al bonus alla fine dell’anno. In tal caso, può optare per il recupero della somma dovuta quando presenta la dichiarazione dei redditi, ottenendo un rimborso dall’Agenzia delle Entrate.

È importante notare che, se un lavoratore ha ricevuto il Tir ma il suo reddito si è successivamente rivelato superiore alla fascia di reddito prevista, dovrà restituire l’importo completo durante la dichiarazione dei redditi.

Dettagli su detrazioni e valore del Bonus Integrativo

Le detrazioni rivestono un ruolo di rilievo, soprattutto nella fascia di reddito compresa tra 15.000 euro e 28.000 euro annui. Di seguito, elenchiamo le detrazioni da tenere in considerazione per il calcolo del bonus:

  • Carichi di famiglia
  • Lavoro dipendente
  • Prestiti e mutui agrari
  • Mutui per l’acquisto della prima casa
  • Mutui per la costruzione della prima casa
  • Spese sanitarie
  • Detrazioni edilizie per ristrutturazioni edilizie ed efficientamento energetico

La Circolare del 18 febbraio 2022, numero 4 dell’Agenzia delle Entrate, specifica nel punto 1.2.1 l’importo delle detrazioni in base alle fasce di reddito:

  • Per redditi fino a 15.000 euro: è prevista una detrazione di 1.880 euro.
  • Per redditi compresi tra 15.000,01 e 28.000 euro: la detrazione ammonta a circa 1.910 euro.
  • Per redditi compresi tra 28.000,01 e 50.000 euro: la detrazione si mantiene a circa 1.910 euro.
  • Per redditi superiori a 50.000 euro: non è prevista alcuna detrazione.

Criteri di idoneità per il Trattamento Integrativo nel 2023

Nel 2023, il diritto a beneficiare dell’ex Bonus Renzi è esteso ai lavoratori dipendenti e ai percettori di reddito assimilato che appartengono a diverse categorie, tra cui:

  • Collaboratori con contratto a progetto o co.co.co.
  • Lavoratori in cassa integrazione.
  • Lavoratori socialmente utili.
  • Sacerdoti.
  • Soci lavoratori di cooperative.
  • Stagisti e tirocinanti.
  • Percettori di borsa di studio, assegno o premio per studio.
  • Lavoratrici in maternità per congedo obbligatorio.
  • Lavoratori in congedo di paternità.
  • Revisori di società, amministratori comunali e addetti della PA.
  • Disoccupati che ricevono l’indennità NASpI.
  • Disoccupati che ricevono l’indennità DIS-COLL.
  • Disoccupati del settore agricolo.

Procedura di erogazione e calcolo del conguaglio

Il Trattamento Integrativo dell’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche (Irpef) per il 2023 è erogato mensilmente attraverso la busta paga dal datore di lavoro o dal sostituto d’imposta, che agisce in anticipo per conto dello Stato. È facile verificare la presenza di questo bonus nella busta paga, poiché viene specificato sotto la voce “Trattamento Integrativo L. 21/2020” nel cedolino.

Il calcolo dell’importo del bonus Irpef 2023 a cui il lavoratore ha diritto si basa sul suo reddito annuo lordo. Pertanto, è possibile confermare se il bonus è stato correttamente erogato solo alla fine dell’anno, durante la fase di conguaglio fiscale. Tuttavia, è importante notare che è possibile apportare le necessarie correzioni tramite la dichiarazione dei redditi nel caso in cui il Trattamento Integrativo Irpef erogato mensilmente risulti:

  • Inferiore all’importo spettante: in tal caso, il dipendente riceverà un rimborso dell’importo mancante, che non è stato percepito attraverso la busta paga.
  • Superiore all’importo spettante: se il bonus erogato mensilmente supera quanto dovuto, il datore di lavoro tratterrà l’importo in eccesso direttamente dalla busta paga del lavoratore.