Tessera Sanitaria, una volta partita la richiesta non puoi più tornare indietro: il Fisco ti stronca subito | Entri nel mirino dei controlli

Tessera Sanitaria, una volta partita la richiesta non puoi più tornare indietro: il Fisco ti stronca subito | Entri nel mirino dei controlli

Tessera Sanitaria e Fisco - circuitolavoro.it

Il Fisco può risalire ad eventuali evasioni fiscali dalla Tessera Sanitaria del cittadino: cosa fa partire la richiesta di controlli.

A prima vista, la Tessera Sanitaria sembra avere poco a che fare con il Fisco. È il documento che tiriamo fuori in farmacia, dal medico o in ospedale per ottenere cure ed esami senza sborsare cifre folli. Eppure, dietro ogni utilizzo si nasconde un sistema che tiene traccia di ogni movimento, incrociando dati fiscali e sanitari in tempo reale.

Ogni acquisto in farmacia, ogni ticket pagato, ogni visita specialistica viene registrata e finisce nei database del Ministero dell’Economia e delle Finanze. Il motivo? Oltre a garantire l’accesso ai servizi sanitari, la Tessera è collegata al codice fiscale e viene usata per elaborare la dichiarazione dei redditi precompilata.

In pratica, il Fisco sa esattamente quali spese sanitarie abbiamo sostenuto, quando e dove le abbiamo effettuate. Se qualcosa non torna, può scattare un controllo. Ma quando l’utilizzo della Tessera Sanitaria diventa un campanello d’allarme per l’Agenzia delle Entrate?

Fisco e Tessera Sanitaria: il loro collegamento

Ciò che rende la Tessera Sanitaria uno strumento utile per i controlli fiscali è la possibilità di incrociare i dati sulle spese mediche con quelli relativi alla residenza fiscale. Se un cittadino ha trasferito ufficialmente la sua residenza all’estero, il Fisco si aspetta che non utilizzi più il Servizio Sanitario Nazionale italiano, se non in casi specifici come emergenze o cure programmate in convenzione con altri Paesi.

Tuttavia, ci sono situazioni in cui i conti non tornano. Ad esempio, se un soggetto risulta residente fiscalmente in un altro Stato ma continua ad acquistare farmaci in Italia, effettuare visite specialistiche o sottoporsi a esami con il SSN, il sistema potrebbe segnalare un’anomalia. Questo è uno dei primi segnali che possono far partire un’indagine più approfondita da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Inoltre, il Fisco ha la possibilità di confrontare questi dati con le dichiarazioni dei redditi. Se un contribuente dichiarato residente all’estero continua a chiedere detrazioni per spese mediche effettuate in Italia, il sospetto che la sua residenza sia solo formale diventa ancora più forte.

Vetrata ufficio con logo Agenzia delle Entrate
Agenzia delle Entrate e movimenti sanitari – circuitolavoro.it

Cosa accade se il Fisco nota movimenti anomali

Dichiarare di risiedere all’estero per beneficiare di una tassazione più favorevole è una pratica diffusa, ma alcuni continuano a usufruire del sistema sanitario italiano come se nulla fosse. Farmaci acquistati, esami effettuati, visite specialistiche ripetute: tutti movimenti che, se incrociati con la residenza fiscale, possono far emergere incongruenze.

Se questi dati fanno scattare un controllo, il Fisco può sospettare che la residenza estera sia solo un escamotage per pagare meno tasse e avviare un accertamento. A quel punto, il contribuente dovrà dimostrare di aver effettivamente trasferito la sua residenza e non di aver semplicemente spostato l’indirizzo per convenienza fiscale.

Chi risulta residente all’estero solo sulla carta potrebbe trovarsi a dover giustificare ogni singolo euro non dichiarato in Italia, con il rischio di pagare imposte arretrate, subire multe salate e, nei casi più gravi, essere accusato di dichiarazione fraudolenta. Un dettaglio che può trasformarsi in un problema ben più grande di quanto si immagini.