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Taglio stipendi dei manager pubblici: come funziona la nuova misura della Legge di Bilancio 2025

La Legge di Bilancio 2025 porta con sé una misura destinata a ridurre significativamente gli stipendi dei manager pubblici. Questo intervento, mirato a ridurre la spesa pubblica attraverso un controllo sui compensi dei dirigenti di aziende e enti finanziati dallo Stato, prevede un taglio del 50% sugli stipendi di alcuni top manager del settore pubblico. Scopriamo insieme chi saranno i soggetti interessati e come funzionerà la nuova regolamentazione.

Il nuovo tetto agli stipendi dei manager pubblici

A partire dal 2025, la soglia massima di retribuzione per i manager pubblici sarà dimezzata rispetto all’attuale limite di 240.000 euro, con un nuovo tetto di 120.000 euro annui. Questa cifra corrisponde al 50% del trattamento economico riconosciuto al Primo Presidente della Corte di Cassazione, offrendo un forte segnale sulla necessità di razionalizzare la spesa pubblica. Tuttavia, il taglio non avrà un impatto rilevante sui bilanci statali complessivi, rappresentando invece un provvedimento di principio volto a sensibilizzare sul controllo delle risorse finanziarie pubbliche.

Chi sarà coinvolto nel taglio degli stipendi?

La misura coinvolgerà i dirigenti e i vertici degli enti pubblici, delle fondazioni e delle società che ricevono annualmente più di 100.000 euro di contributi dallo Stato, anche in forma indiretta. Un Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM), previsto per giugno 2025, stabilirà l’elenco specifico degli enti coinvolti, includendo tutti gli organismi elencati nell’articolo 1, comma 2, della Legge n. 196 del 2009. In particolare, saranno interessati gli organi con funzioni di amministrazione attiva e consultiva, anche in forma collegiale, per la gestione delle risorse e delle politiche pubbliche.

Le pubbliche amministrazioni escluse

Non tutti i manager pubblici saranno soggetti a questa misura. La normativa esclude infatti le autorità amministrative indipendenti e le società che seguono criteri specifici di determinazione dei compensi, definiti dal Decreto legislativo n. 175 del 2016. Altre eccezioni riguardano gli enti con contributi pubblici inferiori a 100.000 euro, oltre a organi costituzionali, enti di previdenza come INPS e INAIL, agenzie fiscali e amministrazioni locali come regioni e province autonome.

Modalità di applicazione della riduzione

L’applicazione della riduzione sugli stipendi dei manager pubblici sarà regolamentata da un decreto che il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni dovrà emettere entro 180 giorni dall’entrata in vigore della Legge di Bilancio 2025. Il decreto specificherà le modalità di calcolo del taglio salariale, stabilendo i compensi massimi in base alle indicazioni presenti nell’articolo 111 della nuova Manovra. Inoltre, verranno fissate riduzioni aggiuntive per i compensi cumulabili dei dirigenti che rivestono più incarichi, non superando comunque il 25% del trattamento economico principale.

L’entità del taglio

Il taglio ammonta a una riduzione del 50% del compenso massimo attuale, fissando così il tetto annuo a 120.000 euro. Oltre a questa limitazione, i dirigenti che mantengono un trattamento retributivo dalla propria amministrazione non potranno ricevere compensi per incarichi aggiuntivi superiori al 25% del loro stipendio totale. Qualora i compensi cumulati eccedano questo limite, essi verranno automaticamente ridotti per rientrare nei parametri stabiliti.

Quando entrerà in vigore la misura?

La riduzione degli stipendi sarà applicabile a partire dalle nomine effettuate dal 1° gennaio 2025. Tuttavia, per conoscere i dettagli definitivi e per identificare con precisione chi sarà interessato dalla riduzione dei compensi, sarà necessario attendere il decreto esecutivo che dovrà essere emanato entro giugno 2025. Per rimanere aggiornato, visita la nostra pagina dedicata alle news.

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