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Stop alle multe fino al 240%: cosa cambia per tasse non pagate e reati tributari

Venerdì prossimo, il Consiglio dei Ministri esaminerà un decreto legislativo volto a rivedere il sistema sanzionatorio tributario. Tra le novità principali, la riduzione delle multe per le violazioni fiscali. Non si applicheranno più le maximulte fino al 240%, ma al massimo il 120% dell’ammontare dovuto, come indicato nella Relazione Tecnica. Sebbene questo comporterà una diminuzione delle entrate per lo Stato, si prevede un incremento dell’adesione agli accertamenti fiscali.

Nuove regole per le dichiarazioni fiscali

Il decreto prevede significative modifiche per chi non presenta la dichiarazione dei redditi o dell’Irap, o per chi presenta una dichiarazione infedele. La sanzione per l’omessa dichiarazione sarà ridotta al 120%, rispetto all’attuale 240%. Anche per le dichiarazioni infedeli, le sanzioni scenderanno dal range 90-180% a un massimo del 70%.

Revisione delle sanzioni amministrative

Il nuovo sistema sanzionatorio riduce gli importi delle multe per diverse violazioni amministrative. La sanzione per l’omessa registrazione degli atti varierà tra il 45% e il 120% della somma dovuta. Per atti non presentati o negati durante ispezioni, le multe andranno da 250 a 2.000 euro. Le dichiarazioni di successione con disallineamenti saranno punite con sanzioni tra 250 e 1.000 euro.

Novità per le Partite IVA

Per le partite IVA, le sanzioni non supereranno il 60% dell’ammontare dovuto. In caso di mancato pagamento dell’IVA o delle ritenute per motivi di forza maggiore, crisi di liquidità o rateizzazione dei debiti, non si ricadrà nel penale. Inoltre, non ci sarà punibilità per mancato pagamento delle imposte se il contribuente è sovraindebitato o in crisi non transitoria.

Cambiamenti per i commercianti

I commercianti vedranno ridotte le sanzioni per l’omessa o tardiva trasmissione dei corrispettivi giornalieri a un massimo di 1.000 euro. Inoltre, l’omessa comunicazione delle minusvalenze sarà punita con una sanzione massima di 30.000 euro, anziché 50.000.

Impatto sulle entrate dello Stato

La riduzione delle sanzioni avrà un impatto negativo sulle entrate dello Stato, che attualmente ammontano a circa 2,27 miliardi di euro annui. Tuttavia, il governo spera che multe più proporzionate incentivino una maggiore adesione agli accertamenti fiscali, compensando così la perdita di entrate.

Facilitazioni per la rateizzazione

Il nuovo decreto prevede facilitazioni per chi opta per la rateizzazione dei debiti fiscali. Non sarà più a rischio la confisca dei beni per chi si mette in regola, e le sanzioni saranno dimezzate per chi è accusato di reati tributari ma non ha ancora concluso il primo grado di giudizio. Il viceministro dell’Economia Maurizio Leo sta lavorando per introdurre ulteriori correttivi al concordato preventivo biennale.

Confronto con l’Unione Europea

Il viceministro Leo ha sottolineato l’intenzione di avvicinare le sanzioni italiane ai parametri europei, basandosi su una maggiore proporzionalità rispetto agli illeciti commessi. In Europa, la media delle sanzioni è attorno al 60% dell’importo dovuto, ben inferiore rispetto all’Italia, che registra il più alto tasso di evasione fiscale nell’UE.

Aggravanti per i recidivi

Nonostante la riduzione generale delle sanzioni, il decreto prevede aggravanti per le violazioni gravi e recidive. Chi commette ripetutamente le stesse violazioni entro tre anni potrebbe pagare fino al doppio della multa attualmente prevista.

Queste modifiche mirano a rendere il sistema sanzionatorio più equo e proporzionato, promuovendo una maggiore compliance fiscale e riducendo la pressione sulle imprese e i contribuenti in difficoltà.

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