In base ai dati riportati nei report ISTAT e di Confindustria aggiornati al 31 maggio 2023, possiamo notare un’interessante evoluzione degli stipendi medi in Italia. Lo stipendio medio lordo si attesta attualmente tra i 22.500€ e i 28.500€, con una retribuzione mensile media compresa tra 1.250€ e 1.700€.
Questo dato è significativamente in crescita rispetto all’anno precedente, registrando un aumento del 3%. Ancora più notevole è il confronto con il periodo durante la pandemia da Covid-19, con un incremento di oltre il 3,6%. Tale crescita è stata favorita dalla fase di ripresa economica che il Paese sta attraversando, oltre che dalla lotta all’inflazione, che ha comportato un calo netto dei prezzi al consumo negli ultimi mesi.
È importante notare che, quando si parla di retribuzione in Italia, bisogna fare una distinzione tra stipendio netto e stipendio lordo. Lo stipendio netto rappresenta la somma effettiva che il lavoratore riceve dopo aver subito detrazioni fiscali e versato contributi previdenziali, mentre lo stipendio lordo è il totale indicato nella busta paga, comprendente i relativi contributi fiscali e previdenziali.
Va notato che le politiche del Governo hanno contribuito all’incremento reddituale, con un aumento degli importi lordi degli stipendi mensili medi compreso tra i 19,25€ e i 32€. Tuttavia, è importante sottolineare che il valore dello stipendio dipende da una serie di fattori complessi, tra cui la composizione del nucleo familiare del lavoratore, il suo livello di istruzione, l’età e la sua posizione geografica.
Il livello dello stipendio netto in Italia può variare notevolmente a seconda del numero di mensilità previste dal contratto e dell’imposizione fiscale progressiva. Ad esempio, su 13 mensilità, gli impiegati guadagnano in media 1.818€ netti al mese, mentre gli operai percepiscono circa 1.524€ al mese. Se ci sono 14 mensilità, gli impiegati guadagnano in media 1.688€ netti al mese, mentre gli operai ricevono circa 1.415€ al mese. I dirigenti, invece, possono ottenere uno stipendio netto di 4.473€ su 13 mensilità e 4.153€ su 14 mensilità, mentre i quadri guadagnano rispettivamente 2.668€ e 2.478€ al mese.
È importante notare che l’evoluzione del mercato del lavoro negli ultimi anni ha messo in evidenza l’importanza dei titoli di studio e della formazione. La differenza contributiva tra un lavoratore con istruzione di base e uno laureato o con un master può variare dal 45% al 50% in meno per il primo.
Inoltre, il divario retributivo tra uomini e donne è una questione ancora attuale. Nonostante una percentuale significativa di laureate, le donne continuano ad affrontare difficoltà nell’ottenere lavoro e nel ricevere retribuzioni equiparate. In media, una lavoratrice guadagna circa il 20% in meno rispetto a un lavoratore con le stesse qualifiche.
Il divario retributivo si manifesta anche nel settore pubblico, con retribuzioni pensionistiche che mostrano differenze significative. Tuttavia, grazie agli incentivi per le assunzioni femminili e alle iniziative governative, si prevede che il divario nel lavoro professionale possa ridursi fino al 5% – 8%. In media, un lavoratore autonomo maschio percepisce circa 44.000€ all’anno, mentre una lavoratrice autonoma guadagna circa 43.300€.
Iniziamo col chiarire che la Remunerazione Annuale Lorda, nota come RAL, è dettagliata nel contratto stipulato all’inizio di un rapporto di lavoro. Questa sigla identifica in modo preciso l’importo totale della retribuzione lorda annuale, che rappresenta la somma di tutti i compensi erogati dal datore di lavoro prima delle detrazioni fiscali e previdenziali.
La RAL non si limita solamente allo stipendio base, ma comprende anche tutte le componenti aggiuntive come i premi di produttività, la tredicesima sullo stipendio, le indennità di vario tipo e ogni altra forma di compenso prevista dal contratto collettivo di lavoro o concordata individualmente tra datore di lavoro e dipendente.
Esaminando la questione dal punto di vista delle diverse tipologie di lavoro, emergono interessanti variazioni nelle retribuzioni medie. Per i circa 5 milioni di dipendenti pubblici, lo stipendio si colloca in un intervallo che va dai 22.000€ ai 47.000€, mentre per coloro che lavorano nel settore privato, le cifre tendono a essere più elevate.
Nel caso dei lavoratori privati, la soglia salariale varia notevolmente in base alle qualifiche e al settore di competenza, situandosi tra i 24.000€ e i 36.000€. Nel comparto del lavoro autonomo, i redditi hanno registrato un netto aumento rispetto al 2021. Attualmente, un professionista con Partita IVA dichiara in media un guadagno compreso tra i 42.000€ e i 60.000€ all’anno.
Per quanto riguarda i pensionati inoccupati, il reddito annuale si attesta a 24.000€, mentre per coloro che continuano a svolgere un’attività, sia come lavoratori autonomi che, come dipendenti part-time, il guadagno varia tra i 34.000€ e i 40.000€.
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