“Scatta il pignoramento a catena”: sbrigati a pagare la rata del condominio | Stanno fregando tutti

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Rata del condominio non pagata: scattano i pignoramenti nel 2025 - circuitolavoro.it

Se non paghi la rata dell’amministrazione di condominio, l’amministratore ha il dovere di avviare il pignoramento: cosa dice la Legge.

La situazione economica in Italia, anche per il 2025, non sembra destinata a migliorare. Nonostante le misure del governo per contrastare il caro vita, per molte famiglie si prospetta un anno difficile, con costi aggiuntivi sempre più pesanti.

Basti pensare all’amministrazione condominiale, un onere che spetta a chiunque risieda in un’abitazione, sia in affitto che di proprietà. L’associazione degli amministratori di immobili (Anammi) ha anticipato che, nel primo semestre del 2025, il ritardo nei pagamenti delle spese condominiali crescerà del 20%.

La questione dei ritardi non è certo una novità, ma ciò che potrebbe cambiare è il modo in cui verranno affrontati.

Ritardo con la rata dell’amministrazione: le conseguenze

Negli ultimi anni, gli amministratori hanno adottato diverse misure per contrastare i mancati pagamenti. A Genova, per esempio, in caso di morosità diffusa, alcuni condomini con riscaldamento centralizzato hanno deciso di spegnere l’impianto, colpendo anche chi pagava regolarmente.

Scelte come queste sono indubbiamente drastiche e non rispettano i diritti collettivi. Per questo motivo, le legge ha deciso di proteggere chi è in linea con i pagamenti, ma per evitare accumuli di debiti e garantire il pagamento delle rate condominiali, l’amministratore può avviare il pignoramento. Vediamo nel dettaglio.

Martello giudice sopra banconote euro
Ritardo con la rata dell’amministrazione: quando scatta il pignoramento – circuitolavoro.it

Amministrazione non pagata: quando scatta il pignoramento

Se un condomino non paga le rate condominiali, l’amministratore è obbligato ad avviare il recupero delle somme tramite decreto ingiuntivo. Non è più una scelta, ma un dovere professionale, a meno che l’assemblea non decida diversamente. La procedura è prevista dall’articolo 63 delle Disposizioni per l’attuazione del Codice Civile e garantisce tempi rapidi per il recupero dei crediti.

L’amministratore, con l’assistenza di un legale, si rivolge direttamente al tribunale per ottenere un decreto immediatamente esecutivo. Questo strumento consente di agire senza dover passare da una lunga causa civile: il giudice valuta il credito senza bisogno di un contraddittorio con il debitore e, se la somma risulta liquida ed esigibile, emette il provvedimento.

Ma cosa accade dopo l’emissione del decreto? L’iter è presto che fatto: una volta notificato al condomino moroso, il decreto ingiuntivo può essere impugnato entro 40 giorni. Tuttavia, l’opposizione non sospende automaticamente la procedura: il creditore può comunque procedere con il pignoramento dei beni del debitore, garantendo così la stabilità economica del condominio.

Inoltre, l’amministratore ha l’obbligo di comunicare ai fornitori insoddisfatti i nominativi dei condomini morosi. Questo significa che le imprese che hanno fornito servizi al condominio non potranno rivalersi su chi ha sempre pagato puntualmente, ma dovranno prima tentare di recuperare le somme dai veri responsabili del debito. Insomma, la legge non permette più disparità.