Sanità, cambio epocale sui farmaci: i pazienti possono solo adeguarsi | Erano anni che non succedeva una cosa del genere

Sanità, cambio epocale sui farmaci: i pazienti possono solo adeguarsi | Erano anni che non succedeva una cosa del genere

La sanità dovrà rivedere la produzione dei farmaci - circuitolavoro.it

I farmaci stanno per cambiare, e stavolta non si tratta solo di nuove formulazioni o principi attivi più efficaci: anche i pazienti dovranno adattarsi.

Per anni nessuno si è preoccupato di cosa succede alle medicine una volta assunte o smaltite. Antibiotici, ormoni, antinfiammatori finiscono nell’acqua e nel suolo, alterando ecosistemi e creando problemi di cui solo ora iniziamo a renderci conto.

Ma il punto di non ritorno è stato raggiunto e la farmaceutica dovrà diventare sostenibile. Come tutti i cambiamenti, anche questo farà discutere.

Ad oggi, da quanto dichiarato dall’EU, non ci sono alternative: le regole stanno cambiando e chiunque faccia uso di farmaci dovrà adeguarsi.

Cosa succederà ai farmaci nei prossimi anni

Questa trasformazione non è nata dal nulla. Il primo allarme è arrivato dalla ricerca: uno studio pubblicato su Nature Sustainability ha dimostrato come i residui farmaceutici abbiano contaminato fiumi, mari e suolo in tutto il mondo. A livello normativo, è stata l’Unione Europea a imporre il cambiamento con il Green Deal e la Strategia Farmaceutica per l’Europa, costringendo le aziende a ridurre emissioni, ripensare i processi produttivi e tagliare gli sprechi.

Anche il Ministero della Salute italiano si è adeguato, intervenendo sulla questione dello smaltimento scorretto dei farmaci, che rappresenta una delle principali fonti di inquinamento farmaceutico. Secondo un’indagine di Assosalute, il 70% della popolazione non smaltisce correttamente i medicinali, il che aumenta il rischio ambientale.

Infermiera con blister di farmaci in mano
Farmaci e inquinamento: cosa cambierà adesso? – circuitolavoro.it

Quanto inquinano i farmaci e cosa cambierà

L’idea che una compressa possa danneggiare l’ambiente può sembrare strana, ma è esattamente ciò che accade. Una parte viene metabolizzata, il resto finisce nei sistemi idrici, con effetti devastanti. Gli antinfiammatori hanno sterminato intere popolazioni di avvoltoi in Asia, gli estrogeni delle pillole anticoncezionali hanno alterato il sistema riproduttivo di molte specie ittiche in Europa, gli antibiotici favoriscono la resistenza batterica, uno dei problemi più gravi della sanità globale. Insomma, una situazione ben chiara.

A tutto questo si aggiunge lo smaltimento errato: troppi farmaci finiscono ancora nel water o nell’indifferenziata, diffondendo sostanze chimiche nell’ambiente. Nonostante la presenza di contenitori dedicati nelle farmacie, molti cittadini continuano a ignorarli. E adesso? Le principali aziende farmaceutiche stanno già adeguandosi, investendo in tecnologie pulite e processi di economia circolare. Tra le soluzioni più promettenti ci sono le nanospugne, sviluppate in Italia, che promettono farmaci più efficaci e meno inquinanti.

Ma il cambiamento non riguarda solo la produzione. Anche le farmacie dovranno fare la loro parte, adottando misure più sostenibili come energia rinnovabile, packaging ecologico e incentivi per l’acquisto di medicinali green.

I pazienti, dal canto loro, dovranno abituarsi a scegliere formulazioni meno impattanti e smaltire i medicinali con maggiore attenzione, ma non per questo meno funzionali a livello terapeutico. L’era dei farmaci inquinanti sta finendo, e chiunque li utilizzi dovrà fare i conti con una nuova normalità, che farà rumore, ma non chiederà alcuna rinuncia essenziale al cittadino.