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Risoluzione consensuale e NASpi: quando è possibile richiedere l’indennità di disoccupazione

Con l’introduzione delle novità nella Legge di Bilancio 2025, molti lavoratori si chiedono se la risoluzione consensuale del rapporto di lavoro consenta ancora l’accesso alla Naspi, l’indennità di disoccupazione. La risposta, purtroppo, non è semplice, poiché dipende da specifiche condizioni. Scopriamo come funziona e quando spetta.

Cos’è la Naspi?

La Naspi (Nuova prestazione di Assicurazione Sociale per l’Impiego) è un’indennità di disoccupazione destinata ai lavoratori che perdono involontariamente il lavoro. È riservata a coloro che hanno un contratto di lavoro subordinato e che hanno accumulato almeno 13 settimane di contributi nei quattro anni precedenti la perdita dell’occupazione.

Requisiti per la Naspi: la Naspi è accessibile solo ai lavoratori che abbiano perso involontariamente il lavoro. Non possono chiedere la Naspi, ad esempio, i dipendenti pubblici a tempo indeterminato o chi ha rassegnato volontariamente le dimissioni, salvo particolari eccezioni, come nel caso di dimissioni per giusta causa o licenziamenti disciplinari.

La risoluzione consensuale del rapporto di lavoro

La risoluzione consensuale del contratto di lavoro si verifica quando datore di lavoro e dipendente concordano la cessazione del rapporto lavorativo. Questo tipo di cessazione è frutto di una negoziazione tra le due parti e presuppone la volontarietà da parte del lavoratore di lasciare il proprio impiego.

In genere, la Naspi non viene concessa nei casi di risoluzione consensuale, proprio per il principio della volontarietà che sta alla base di questa modalità di cessazione del rapporto di lavoro. Tuttavia, esistono delle eccezioni in cui è possibile richiedere la Naspi anche in caso di risoluzione consensuale.

Quando la Naspi è prevista in caso di risoluzione consensuale

Nonostante il principio generale, ci sono due situazioni in cui la risoluzione consensuale consente comunque l’accesso alla Naspi:

  1. Conciliazione presso la Direzione Territoriale del Lavoro: se l’accordo di cessazione del rapporto di lavoro viene sottoscritto attraverso una conciliazione formale, la Naspi è prevista.
  2. Rifiuto di trasferimento: il lavoratore ha diritto alla Naspi se si rifiuta di trasferirsi in una sede aziendale che dista almeno 50 chilometri dalla sua residenza o che non è raggiungibile in meno di 80 minuti con i mezzi di trasporto pubblici.

Come ottenere la Naspi in caso di risoluzione consensuale

Se il lavoratore rientra in uno dei casi sopra descritti, può procedere alla richiesta della Naspi seguendo questi passaggi:

  1. Tempistiche di richiesta: la domanda per la Naspi deve essere presentata entro 68 giorni dalla perdita del posto di lavoro. Superato questo termine, non sarà più possibile richiederla.
  2. Modalità di richiesta: la domanda va presentata in modalità telematica, attraverso il portale dell’INPS. È necessario essere in possesso delle credenziali per accedere al sito (SPID, CIE o CNS). In alternativa, il lavoratore può rivolgersi a un CAF o patronato per effettuare la richiesta.
  3. Dichiarazione di disponibilità al lavoro: insieme alla domanda, il lavoratore deve compilare la Dichiarazione di Immediata Disponibilità al lavoro (DID), che attesta la sua volontà di cercare un nuovo impiego.

Se hai bisogno di ulteriori informazioni su come fare domanda o vuoi consultare lo stato dei pagamenti della Naspi, puoi consultare la nostra NASpI: guida per fare domanda e consultare lo stato dei pagamenti

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