Il Governo ha recentemente approvato in via definitiva il decreto che introduce una serie di novità significative in ambito fiscale, riguardanti sia i lavoratori autonomi che i dipendenti e le imprese. La riforma comprende modifiche nella determinazione del reddito da lavoro autonomo, nuove deducibilità per i dipendenti e semplificazioni contabili per le imprese. Questo provvedimento, che ha già ricevuto l’approvazione preliminare in aprile, recepisce i rilievi parlamentari e si inserisce nel quadro della più ampia riforma fiscale.
Una delle modifiche principali riguarda la determinazione del reddito da lavoro autonomo. Con l’introduzione del principio di omnicomprensività, i criteri per calcolare il reddito autonomo sono ora equiparati a quelli del lavoro dipendente. Questo significa che ora tutti i proventi ottenuti nel periodo di imposta, al netto delle spese necessarie per l’attività, vengono inclusi nel reddito da lavoro autonomo. Fringe benefit, rimborsi in denaro o in natura, e altri benefici ottenuti dal committente sono ora considerati parte del reddito. Questa modifica semplifica il quadro fiscale per i professionisti, uniformando il trattamento fiscale rispetto a quello previsto per i dipendenti.
Il nuovo articolo 54 del TUIR stabilisce che il reddito di lavoro autonomo si calcola come la differenza tra tutte le somme percepite, incluse partecipazioni agli utili, e le spese sostenute per l’esercizio dell’attività. Il principio di cassa rimane confermato, mantenendo la rilevanza delle somme effettivamente incassate o pagate durante l’anno.
Una novità importante riguarda il trattamento delle spese e rimborsi. I rimborsi spese sostenute per l’esecuzione di un incarico non concorreranno a formare il reddito del professionista, a condizione che vengano addebitate al committente o riaddebitate ad altri soggetti. Inoltre, le spese sostenute direttamente dal committente non saranno considerate compensi in natura. Restano esclusi i contributi previdenziali, ma l’introduzione di queste nuove regole rappresenta un miglioramento per i professionisti, riducendo la complessità delle dichiarazioni fiscali.
La riforma introduce anche disposizioni precise riguardo alle plusvalenze derivanti dalla vendita di beni mobili strumentali e dalla cessione di contratti di locazione finanziaria che riguardano beni mobili o immobili strumentali. Inoltre, si stabilisce la neutralità fiscale per le operazioni di aggregazione o riorganizzazione degli studi professionali, inclusi i passaggi da associazioni professionali a società tra professionisti, semplificando ulteriormente le operazioni fiscali per i lavoratori autonomi.
Anche per i lavoratori dipendenti sono previste importanti modifiche. Una delle principali novità riguarda la deducibilità dei contributi versati ai Fondi integrativi del Servizio Sanitario Nazionale (SSN), che sarà possibile fino a un massimo di 3.615,20 euro. I fondi dovranno essere iscritti all’Anagrafe dei fondi sanitari integrativi e rispettare il principio di mutualità e solidarietà tra gli iscritti. Inoltre, sono esclusi dall’imponibile i contributi e premi versati dal datore di lavoro a favore dei familiari fiscalmente a carico, anche per assicurazioni sulla non autosufficienza.
In ambito IRES, la riforma introduce misure per ridurre il doppio binario tra valori contabili e fiscali, in particolare per quanto riguarda le sopravvenienze attive, le valutazioni delle opere infrannuali e i servizi di durata ultrannuale. Le operazioni straordinarie come la scissione per scorporo, i conferimenti di aziende e la gestione delle plusvalenze e minusvalenze saranno semplificate, garantendo una maggiore fluidità nelle operazioni fiscali delle imprese. Queste misure si inseriscono in un contesto più ampio di semplificazione fiscale, finalizzato a rendere più agevole la gestione fiscale per le imprese, in particolare quelle che effettuano operazioni straordinarie.
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