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Redditometro 2024: nuovi controlli del fisco su spese e redditi dichiarati, come funziona

L’Agenzia delle Entrate ha riattivato il redditometro, lo strumento per il controllo delle dichiarazioni fiscali basato sul confronto tra le spese sostenute e i redditi dichiarati dai contribuenti. Dopo una pausa imposta dal decreto Dignità n. 87/2018, che aveva sospeso i controlli a partire dal periodo d’imposta 2016, il redditometro torna operativo grazie al nuovo decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) del 7 maggio, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 20 maggio.

Le novità del Decreto MEF

Il decreto MEF definisce in dettaglio i criteri per la valutazione della capacità contributiva dei contribuenti, basati su spese e risparmi. Sebbene formalmente il decreto preveda l’avvio dal 2016, i controlli effettivi partiranno dal 2018, a causa della prescrizione dei periodi precedenti. Il decreto Dignità ha previsto una nuova metodologia, sviluppata in collaborazione con l’ISTAT e le associazioni dei consumatori, mantenendo però la stessa logica di base dello strumento.

Categorie di spesa sotto la lente

Sospeso dal Decreto Dignità in via immediata e retroattivamente per i controlli successivi al periodo d’imposta 2015, il decreto ministeriale del 7 maggio segna la ripartenza del redditometro, strumento utilizzato per la determinazione sintetica dei redditi delle persone fisiche.

Nella tabella A allegata al DM, pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 20 maggio, sono elencate le informazioni che il Fisco potrà utilizzare per valutare la capacità contributiva del contribuente, con un dettagliato elenco di spese da confrontare con il reddito dichiarato. Le quattro macro-categorie individuate dal decreto sono Consumi, Investimenti, Risparmio e Spese per trasferimenti, che saranno utilizzate dall’Agenzia delle Entrate nei controlli con il nuovo redditometro.

I dati utilizzati per determinare la capacità contributiva del contribuente, basati sulle spese risultanti dall’Anagrafe Tributaria e negli archivi del Fisco, o sul contenuto induttivo, saranno vari e onnicomprensivi. Le spese esaminate includeranno alimenti e bevande, abbigliamento, mutuo, affitto, utenze, lavori di manutenzione, medicine e visite mediche, bollo auto, assicurazioni e pezzi di ricambio. L’Agenzia delle Entrate analizzerà dettagliatamente ogni spesa sostenuta e la confronterà con il reddito dichiarato dal contribuente.

Inoltre, il nuovo redditometro considererà le spese per l’acquisto di telefoni, abbonamenti alle pay-TV, servizi di connessione, giocattoli, lotto e giochi online. Se le spese risultano superiori al reddito dichiarato, scatteranno i controlli dell’Agenzia delle Entrate, seguendo il principio base del redditometro.

Tra gli elementi indicativi della capacità contributiva del contribuente ci sono anche l’importo di tasse e contributi versati e i pagamenti per l’assegno all’ex coniuge. Per la determinazione sintetica del reddito, l’Agenzia delle Entrate potrà avvalersi anche di elementi diversi rispetto a quelli elencati nella tabella A, qualora siano disponibili ulteriori voci di spesa sostenute dal contribuente.

Spese minime presunte

Per alcune categorie di beni e servizi, dove non sarà possibile determinare l’importo effettivo della spesa sostenuta, verrà calcolata una spesa minima presunta, rappresentativa del valore d’uso del prodotto. Questo meccanismo permetterà di avere una stima delle spese anche in assenza di dati precisi.

Nuovi parametri di controllo

L’Agenzia delle Entrate potrà utilizzare vari dati per determinare la capacità contributiva del contribuente, inclusi quelli presenti nell’Anagrafe Tributaria e negli archivi del Fisco. Tra questi, non solo le spese personali ma anche quelle sostenute per il coniuge e altri familiari a carico. Tuttavia, le spese relative all’attività d’impresa, arti o professioni saranno escluse, purché documentate adeguatamente.

Reddito complessivo e soglia di povertà

Il reddito complessivo accertabile sarà determinato considerando:

  • Le spese sostenute (tabella A e altre dall’Anagrafe Tributaria).
  • Spese relative a beni disponibili per il contribuente, con una spesa minima presunta basata su dati ISTAT o altre analisi.
  • Spese essenziali per uno standard di vita minimamente accettabile (soglia di povertà assoluta).
  • Incrementi patrimoniali del contribuente.
  • Quota di risparmio non utilizzata per consumi, investimenti e altre spese.

Prova contraria del contribuente

In sede di accertamento, il contribuente potrà dimostrare di aver finanziato le spese con redditi diversi da quelli dichiarati nel periodo d’imposta, esenti o esclusi dalla base imponibile, o con risparmi formati negli anni precedenti. Sarà inoltre possibile provare di aver sostenuto un costo diverso da quello contestato.

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