“Questo aumento è illegale”: controlla questa voce sulla bolletta | Devi chiedere subito il rimborso

Controllo spese- Foto di Kampus Production da Pexels-CircuitoLavoro.it
Bisogna prestare molta attenzione alle utenze domestiche: ecco quando gli aumenti in bolletta non sono leciti e cosa devono sapere i consumatori per tutelarsi da eventuali pratiche scorrette.
I rincari in bolletta sono all’ordine del giorno: negli ultimi tempi i costi di luce e gas si sono impennati a causa di tensioni geopolitiche, crisi energetica e inflazione.
Le manovre di alcuni operatori del settore energetico in questo contesto hanno attirato l’attenzione dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm), che ha sanzionato duramente varie compagnie per aumenti ritenuti illegittimi.
Nel mirino non sono finite solo società minori o sconosciute, ma anche colossi del settore come Enel Energia, Eni Plenitude ed Edison Energia. Le multe si basano sulla violazione del Decreto Aiuti bis.
Questa normativa vietava modifiche unilaterali ai contratti fino al 30 aprile 2023. Alcune aziende hanno avviato spontaneamente i rimborsi, ma non tutte si sono adeguate. Ecco cosa possono fare i consumatori.
Modifiche contrattuali unilaterali: quando gli aumenti in bolletta sono contestabili
Al centro della vicenda ci sono le modifiche contrattuali unilaterali, ossia quelle introdotte dalle aziende senza accordo con il cliente. La legge vietava qualsiasi variazione tra il 10 agosto 2022 e il 30 aprile 2023. Gli aumenti che sono avvenuti in quel periodo, senza preavviso o giustificazioni adeguate, sono contestabili. Qualsiasi variazione, infatti, deve essere comunicata con un preavviso di almeno 2 mesi, nel caso di modifiche automatiche, o di 3 mesi, nel caso di condizioni non previste.
La comunicazione deve avvenire in modalità chiara, scritta e deve essere collocata nella sezione “Comunicazioni” della bolletta, su carta o in formato digitale solo se approvato dal cliente. La ricezione si presume avvenuta dopo 10 giorni dall’invio. In caso di omissioni, il cliente ha diritto a richiedere l’annullamento dell’aumento e, se previsto, un rimborso.

Come richiedere un rimborso per un aumento in bolletta che non è stato comunicato
Quando si notano aumenti sospetti in bolletta, di cui non si era a conoscenza, bisogna inviare un reclamo scritto alla compagnia, via raccomandata con ricevuta di ritorno o PEC. In questo reclamo bisogna descrivere il problema, allegare prove come le bollette interessate e il contratto iniziale. Se la società non risponde entro 40 giorni o la risposta non è soddisfacente, si può attivare il servizio di conciliazione gratuito offerto da Arera.
Chi vuole proseguire legalmente, può avvalersi del patrocinio gratuito o del supporto delle associazioni dei consumatori. A partire dal 2025, inoltre, nuove norme impongono comunicazioni ancora più trasparenti, con preavvisi minimi e obbligo di conferma scritta per i contratti telefonici. Anche il recesso da contratti porta a porta è stato esteso a 30 giorni.