Proroga Ape Sociale nel 2025: chi può richiedere l’anticipo pensionistico e come
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Il governo italiano ha intenzione di prorogare anche per il 2025 l’Ape Sociale, un’indennità introdotta nel 2017 per supportare alcune categorie di lavoratori vulnerabili. Questa misura si rivolge a chi ha almeno 63 anni e 5 mesi, rispetto ai 63 anni richiesti nel 2023. Con l’Ape Sociale, il governo mira a offrire un’ancora di salvezza a quei lavoratori che si trovano in condizioni di fragilità.
Chi può richiedere l’Ape Sociale?
L’Ape Sociale è disponibile per diverse categorie di lavoratori: caregiver, disoccupati, chi ha svolto mansioni gravose e chi ha un’invalidità civile pari o superiore al 74%. Per poter accedere a questo beneficio, è necessario aver versato almeno 30 anni di contributi, ad eccezione dei lavori gravosi, per i quali l’anzianità contributiva richiesta sale a 36 anni. Secondo i dati dell’Inps, sono state accolte 113.800 domande dal 2017, su un totale di 165.890 presentate.
Le categorie di lavoratori inclusi
Caregiver e invalidi
L’Inps chiarisce che l’Ape Sociale è riservata a chi presta assistenza a persone con handicap gravi da almeno sei mesi (i caregiver) e a coloro che hanno un’invalidità civile di almeno il 74%. Per accedere all’indennità, occorre avere un’anzianità contributiva di almeno 30 anni. Inoltre, per chi ha svolto lavori considerati gravosi, è necessaria un’anzianità contributiva di almeno 36 anni.
Lavoratori in mansioni gravose
Tra le professioni gravose rientrano quelle di conducenti di mezzi pesanti, operai edili, infermieri, insegnanti di scuole primarie e molti altri. Questi lavoratori devono aver svolto tali mansioni per almeno sette anni negli ultimi dieci o sei anni negli ultimi sette.
Disoccupati
Anche i disoccupati possono richiedere l’Ape Sociale, a condizione che abbiano un’anzianità contributiva di almeno 30 anni. Inoltre, devono aver lavorato per almeno 18 mesi nei 36 mesi precedenti alla cessazione del rapporto di lavoro, che può avvenire per licenziamento, dimissioni per giusta causa, risoluzione consensuale o scadenza del contratto a tempo determinato.
Statistiche sull’Ape Sociale
Dal suo lancio nel 2017, l’Ape Sociale ha visto una partecipazione crescente, con un picco di 39.000 domande nel primo anno. Negli anni successivi, la media annuale si è stabilizzata intorno alle 16.000 domande. In media, i beneficiari ricevono l’indennità per un periodo di tempo che va da 38 a 42 mesi, con un importo che si attesta tra i 1.000 e 1.100 euro.
Profilo dei beneficiari
Secondo i dati, il 64% delle domande accolte dall’Inps è rappresentato da disoccupati, seguiti dai caregiver (17%), invalidi civili (11%) e lavoratori con mansioni gravose (8%). È interessante notare che la maggior parte delle richieste proviene dalle regioni del Sud Italia, dove il 31% delle domande è stato presentato.
Cumulabilità e regole per la domanda
L’Ape Sociale può essere cumulata solo con redditi di lavoro autonomo occasionale, purché non superino i 5.000 euro all’anno. Tuttavia, coloro che avevano già ricevuto l’Ape prima del 2024 possono continuare a beneficiare dell’indennità anche con redditi da lavoro dipendente o parasubordinato fino a 8.000 euro annui, e con lavoro autonomo fino a 4.800 euro annui.
Per il 2024, i lavoratori interessati possono presentare la domanda entro il 30 novembre, ultima scadenza dopo quelle già passate del 31 marzo e del 15 luglio.
La proroga dell’Ape Sociale nel 2025 rappresenta un passo significativo per il sostegno a lavoratori in difficoltà, contribuendo a garantire una maggiore equità sociale nel panorama previdenziale italiano. Mentre il dibattito sulla riforma delle pensioni continua, l’Ape Sociale si conferma un importante strumento di supporto per le categorie più vulnerabili. Visita la nostra sezione dedicata alle news per rimanere aggiornato sugli ulteriori sviluppi nel sistema pensionistico italiano.