Posto di blocco, patente e libretto non li chiedono più: vogliono il codice del CED | Se giri senza si portano via l’auto

Posto di blocco, patente e libretto non li chiedono più: vogliono il codice del CED | Se giri senza si portano via l’auto

Posto di blocco e CED - circuitolavoro.it

Stop all’era di patente e libretto: oggi al posto di blocco serve il codice del CED. Da questo le Forze dell’Ordine risalgono a tutti i dati.

Una volta era semplice: patente e libretto nel cruscotto, e tutto si risolveva lì. O almeno, dal momento che il controllo si concludeva con esito positivo. Se tutto appariva nella norma, bastava tirarli fuori, rispondere a due domande, forse firmare qualcosa, e si ripartiva senza troppi problemi. Il controllo era diretto, quasi fisico.

Oggi, invece, la scena è cambiata. Ai posti di blocco, spesso, quei documenti nemmeno te li chiedono più. Come fossero diventati ormai obsoleti, fogli del passato. Restano in tasca, nella borsa o nel cassetto dell’auto.

Perché ora il controllo si fa in un altro modo. O almeno, nella maggior parte dei casi. Si tratta di un sistema più veloce e molto più profondo. Ad essere indispensabile è un codice: quello del CED.

Codice CED: cos’è davvero e cosa contiene

Quando si parla di ‘codice CED’ si fa riferimento a un elemento che non molti conoscono, ma che è ormai diventato centrale nei controlli stradali. Il CED – Centro Elaborazione Dati del Ministero dell’Interno – è una banca dati dove confluiscono tutte le informazioni più importanti sul veicolo e sul conducente: dalla validità della patente alla copertura assicurativa, fino alla revisione, ai fermi amministrativi o a eventuali irregolarità.

Durante un controllo, le Forze dell’Ordine non si limitano più a guardare i documenti cartacei, anche se è bene averli sempre con sé specialmente nel caso di interruzioni improvvise del sistema.

Basta una targa o un nominativo per accedere al sistema e avere subito un quadro completo della situazione. Tutto si basa su una risposta informatica, che si traduce in un codice, una sorta di ‘semaforo digitale’ interno che indica se il veicolo può circolare oppure no.

Non è un codice che il cittadino deve avere con sé, ma è quello che decide tutto: appare nel sistema, dà il via libera o blocca la situazione. Ed è lì che, se qualcosa non torna, possono iniziare i problemi. Ma vediamo nel dettaglio.

Polizia che fa la multa al posto di blocco
Codice CED e dati mancanti o non a norma – circuitolavoro.it

Se qualcosa non torna, scattano le sanzioni

Il codice del CED non fa sconti. Se nella banca dati manca qualcosa, o se risulta un’irregolarità, il sistema lo segnala in tempo reale. E quando questo accade, i controlli non si chiudono con una stretta di mano. Possono arrivare multe, verbali, sequestri.

Un caso molto comune riguarda la revisione. Se il veicolo non è stato revisionato nei tempi previsti dalla legge, il CED lo rileva subito. In quel caso, la sanzione può andare da 173 a 694 euro, con il fermo amministrativo del mezzo se la violazione si ripete. E anche l’assicurazione può diventare invalida in caso di sinistro con revisione scaduta.

Inoltre, se l’auto è sottoposta a fermo amministrativo e si viene fermati durante un controllo, si rischia una multa da 1.984 a 7.937 euro e il sequestro del veicolo. Tutto questo senza nemmeno dover mostrare un foglio: è il codice CED a parlare, e una volta che i dati sono lì, non si discute.