Postepay, soldi persi fino a 7.000€: correntisti ammassati in Poste per non perdere i propri risparmi

Preoccupazione- Foto di Nataliya Vaitkevich da Pexels-CircuitoLavoro.it
Per mettere al sicuro i propri risparmi gli italiani si stanno precipitando agli sportelli postali. Ma cosa sta succedendo con gli strumenti di Poste Italiane? Ecco la verità.
Gli sportelli postali stanno registrando un forte afflusso di correntisti preoccupati, molti dei quali titolari dei principali strumenti di pagamento, Postepay classica o Evolution.
La causa è legata ai buoni fruttiferi postali, che sono noti in tutta la Penisola come strumenti storici di risparmio garantiti dallo Stato italiano.
I buoni offrono una sicurezza che pochi altri investimenti possono assicurare: il capitale versato non può mai andare perso, al contrario di azioni o obbligazioni private.
Nelle ultime settimane si è diffuso il timore di perdere migliaia di euro di interessi. La preoccupazione principale è legata alla mancanza di scadenze precise.
Buoni fruttiferi postali: quali sono e che tipo di rendimento offrono
Grazie ai buoni fruttiferi postali, investendo circa 10.000 euro, un risparmiatore può arrivare a guadagnare oltre 7.000 euro in vent’anni. Se, però, non si rispettano tempi e modalità di riscossione, si rischia di veder sfumare quanto maturato. La confusione tra gli utenti nasce anche dalla differenza tra buoni cartacei e dematerializzati: i primi si prescrivono dopo dieci anni dalla scadenza, lasciando il risparmiatore senza diritto al rimborso, mentre i secondi vengono liquidati automaticamente.
Una delle soluzioni più opzionate a marzo 2025 riguarda i buoni dedicati ai minori, pensati per chi desidera garantire un futuro ai figli o ai nipoti. Si tratta di titoli che offrono rendimenti crescenti nel tempo: dopo 18 anni si arriva al 5%. Si possono acquistare in contanti, tramite assegni bancari o circolari, ma sempre intestati al minore. Bisogna considerare anche i vantaggi fiscali: gli interessi sono tassati al 12,50% e i buoni sono esenti da imposta di successione.

Come incassare gli interessi legati ad un buono postale
Il buono Rinnova Prima, invece, è pensato per chi desidera investire a breve termine: dura quattro anni e assicura un rendimento annuo lordo del 2,50%. Il titolo è riservato a chi possiede buoni in scadenza entro trenta giorni. Chi preferisce gli investimenti a lungo termine, invece, può puntare sui 3×4, che hanno durata di dodici anni e interessi che crescono progressivamente, fino al 3% annuo lordo a scadenza.
Quando si acquista un buono fruttifero postale, però, bisogna informarsi bene. Molti risparmiatori ignorano che i buoni cartacei, se non incassati entro dieci anni dalla scadenza, non sono più rimborsabili. Per questo motivo, attualmente, chi ha buoni sottoscritti negli anni ’90 o 2000 rischia di perdere tutto se non si muove in tempo. I titolari di Postepay, spesso convinti che la loro carta prepagata copra anche la gestione dei buoni, ma la realtà è ben diversa. I buoni dematerializzati sono, invece, collegati direttamente al conto BancoPosta o al libretto Smart: in quel caso, il rimborso avviene in automatico alla scadenza. Per evitare brutte sorprese, gli esperti consigliano di controllare la data di sottoscrizione, la scadenza e di informarsi in anticipo sulle modalità di rimborso.