Conseguire l’abilitazione all’insegnamento è un passaggio di fondamentale importanza per coloro che nutrono l’aspirazione di intraprendere la professione di insegnante. Il possesso di una laurea o di un titolo equivalente, tuttavia, non costituisce un requisito unico e sufficiente per accedere a tale ruolo. Al contrario, il Ministero dell’Istruzione richiede un processo di qualificazione che vada oltre il possesso dei predetti titoli.
Il percorso verso la professione di insegnante cambia in base al livello scolastico in cui si intende operare: scuola dell’infanzia e primaria, o scuola secondaria.
Una volta conseguita la laurea e il titolo idoneo per la specifica disciplina di insegnamento, è necessario avviare il processo di abilitazione all’insegnamento.
Per i docenti che ambiscono a operare nella scuola secondaria di primo e secondo grado, il Ministero richiede la maturazione di almeno 24 Crediti Formativi Universitari (CFU) nell’ambito delle materie antropo-psico-pedagogiche, unitamente alle metodologie e alle tecnologie didattiche. Tuttavia, in seguito all’implementazione della recente Riforma del reclutamento docente del Ministro Bianchi, il requisito dei CFU è stato incrementato a 60.
Per quanto attiene alla struttura e ai contenuti dei percorsi di abilitazione, costituiti da 60 CFU, e per le vie abbreviate per le diverse casistiche, è in fase di emanazione il “Nuovo DPCM 60 CFU per l’abilitazione dei docenti“. Tale decreto, già oggetto di firma, si trova in attesa di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, prevista a breve.
L’abilitazione all’insegnamento rappresenta un processo ufficiale per ufficialmente certificare le competenze educative e didattiche degli aspiranti insegnanti. Questo requisito, insieme al titolo di studio iniziale, è fondamentale per intraprendere la professione di docente e per acquisire la stabilità nel ruolo a tempo indeterminato.
Nel contesto della scuola secondaria di primo e secondo grado, è essenziale conseguire almeno 24 crediti formativi universitari (CFU) nelle materie antropo-psico-pedagogiche e nelle metodologie e tecnologie didattiche. Per la scuola dell’infanzia e primaria, invece, è richiesto il conseguimento di una laurea magistrale a ciclo unico in Scienze della Formazione Primaria, che comprenda anche un tirocinio finale, per ottenere direttamente l’abilitazione.
Nel caso dell’abilitazione all’insegnamento di sostegno, è obbligatorio frequentare il TFA Sostegno (Tirocinio Formativo Attivo) per acquisire le competenze specialistiche necessarie.
Negli anni passati, l’abilitazione all’insegnamento nella scuola secondaria è stata strettamente legata ai concorsi scuola. Tuttavia, è importante notare che anche i non vincitori dei concorsi ordinari potevano ottenere l’abilitazione qualora avessero superato tutte le prove con il punteggio minimo richiesto.
Vincere i concorsi straordinari, incluso il concorso straordinario abilitante, garantiva il riconoscimento immediato dell’abilitazione e il diritto a una posizione stabile di insegnamento. Tuttavia, questo scenario è cambiato con l’introduzione della Riforma della formazione iniziale e continua e delle pratiche di reclutamento dei docenti, voluta dall’ex Ministro Bianchi.
Con l’entrata in vigore a pieno regime della Riforma Bianchi, i nuovi requisiti per diventare docente saranno i seguenti:
Il percorso di formazione dei 60 CFU sarà organizzato direttamente dalle università in collaborazione con i centri universitari di formazione iniziale, mantenendo un legame stretto con il sistema scolastico.
Saranno istituiti cinque tipi di percorsi di formazione:
Ricordiamo che le diverse tipologie di percorsi non solo varieranno in termini di contenuto e struttura, ma saranno differenziati per ciascuna classe di concorso.
Il Ministero dell’Istruzione e dell’Educazione (MIE) ha avviato un ambizioso piano di assunzioni per docenti e personale ATA a partire dall’attuale anno scolastico. Attraverso procedure concorsuali mirate, si prevede non solo di incrementare il numero di insegnanti nelle scuole, ma anche di abilitare nuovi educatori per la scuola secondaria, primaria e dell’infanzia, oltre a garantire la stabilità lavorativa per coloro che erano precari.
Gran parte delle nuove assunzioni verrà effettuata utilizzando le graduatorie dei concorsi già banditi e conclusi dal Ministero dell’Istruzione. Allo stesso tempo, ulteriori posizioni all’interno del sistema scolastico saranno colmate attraverso l’attivazione di nuovi concorsi. Ad esempio, l’attesissimo Concorso Straordinario Scuola TER 2023 è in arrivo, con la prevista pubblicazione del bando di selezione entro la fine di agosto. Le informazioni trapelate dai sindacati indicano che la data ufficiale di pubblicazione sarà martedì 28 agosto 2023. Il “Concorso docenti 2023: concorso straordinario ter per i precari” rappresenta un’opportunità senza precedenti per coloro che hanno accumulato almeno tre anni di esperienza nel campo dell’istruzione o possiedono 24 crediti formativi.
Inoltre, è importante ricordare che il 31 agosto 2023 segna la scadenza fissata dalla normativa per l’utilizzo della Carta del Docente, il bonus di 500 euro destinato ai docenti. Per ulteriori dettagli, è possibile approfondire l’argomento leggendo il nostro articolo sul “Bonus docenti 2023/2024“.
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