Patto di attivazione digitale: chi deve sottoscriverlo, come e cosa succede dopo
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Il Patto di Attivazione Digitale (PAD) costituisce un passaggio cruciale sia per coloro che usufruiscono del Bonus Formazione Lavoro (di 350 euro) sia per i beneficiari del nuovo Assegno di Inclusione (ADI).
Attraverso il Patto di Attivazione Digitale, le persone interessate, nel caso del Supporto Formazione Lavoro (SFL), o i nuclei familiari, per quanto riguarda l’Assegno di Inclusione (ADI), condividono le informazioni necessarie per avviare un percorso mirato di inserimento lavorativo o di inclusione sociale.
A seconda delle circostanze, la firma del Patto di Attivazione Digitale può comportare l’assunzione di responsabilità da parte del Centro per l’Impiego o dei Servizi Sociali del Comune.
Attualmente, con l’avvio delle richieste per il nuovo Assegno di Inclusione, che sostanzialmente costituisce una forma di Reddito di Cittadinanza, molti si interrogano su chi debba sottoscrivere il Patto di Attivazione Digitale, quando e come farlo, nonché sulle conseguenze successive. È importante chiarire che, senza la firma preventiva del Patto di Attivazione Digitale, l’Assegno di Inclusione non viene erogato.
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Chi sottoscrive il Patto di attivazione digitale
Come indicato nella circolare Inps numero 105 del 16 dicembre, per poter ottenere il beneficio economico dell’Assegno di Inclusione, il richiedente deve seguire una procedura specifica. Dopo aver presentato la domanda autonomamente tramite l’area MyInps o tramite Caf e patronati, è necessario iscriversi al SIISL, ovvero al Sistema Informativo per l’Inclusione Sociale e Lavorativa. Inoltre, è fondamentale sottoscrivere il Patto di Attivazione Digitale relativo al nucleo familiare.
Rispondendo direttamente alla questione su chi debba occuparsi del Patto di Attivazione Digitale per l’intera famiglia, tale responsabilità spetta al richiedente dell’Assegno di Inclusione. Questo vale anche nel caso in cui il beneficio sia individualizzato e il pagamento avvenga personalmente, in base alla quota pro capite spettante a ciascun componente della famiglia.
Come sottoscrivere il Patto di attivazione digitale
Come precedentemente indicato, la sottoscrizione del Patto di Attivazione Digitale avviene sulla piattaforma SIISL, gestita dal Ministero del Lavoro. La procedura inizia inviando la domanda per il beneficio, seguita dalla registrazione sulla piattaforma (con accesso autorizzato tramite Spid o credenziali Cie) e dalla compilazione del patto. Attraverso questo documento, il richiedente della prestazione si impegna a:
- Fornire e certificare i contatti (numero di telefono o e-mail) da utilizzare per la convocazione da parte dei servizi, la quale può avvenire anche attraverso la piattaforma.
- Autorizzare la trasmissione dei dati relativi alla domanda, riguardanti i componenti attivabili al lavoro, ai centri per l’impiego, alle agenzie per il lavoro e agli enti autorizzati all’attività di intermediazione, nonché ai soggetti accreditati ai servizi per il lavoro.
- Impegnarsi a presentarsi al primo appuntamento presso i servizi sociali entro 120 giorni dalla sottoscrizione del Patto di Attivazione Digitale, allo scopo di identificare i bisogni dell’intero nucleo familiare e dei singoli componenti.
Quando sottoscrivere il Patto di attivazione digitale
Il Patto di Attivazione Digitale (PAD) può essere firmato immediatamente al termine della procedura di richiesta per l’Assegno di Inclusione, durante la quale si viene automaticamente reindirizzati sulla nuova piattaforma SIISL, oppure in un secondo momento. Non esiste una scadenza specifica, ma è fondamentale comprendere che l’eventuale sostegno economico dell’Assegno di Inclusione inizia a decorrere dal mese successivo a quello in cui viene sottoscritto il PAD (e naturalmente inviata la domanda).
Passi successivi alla firma del Patto di attivazione digitale
Il Patto di Attivazione Digitale (PAD) facilita l’invio dei dati relativi al nucleo familiare agli operatori incaricati di guidare i singoli membri nel percorso di inserimento lavorativo o di inclusione sociale.
Il primo step consiste nella presa in carico del nucleo familiare da parte dei servizi sociali del Comune di residenza. Successivamente, si attiva un percorso personalizzato di inclusione sociale e lavorativa per ciascun individuo.
L’avviso per l’appuntamento solitamente viene inviato entro 120 giorni dall’invio del PAD; in caso di mancata convocazione, la famiglia è tenuta a presentarsi autonomamente, altrimenti il beneficio viene sospeso fino alla presa in carico effettiva.
È importante sottolineare che la valutazione coinvolge tutti i membri del nucleo, ad eccezione di quelli occupabili tra i 18 e i 59 anni, esclusi dal parametro di scala e non considerati beneficiari dell’Assegno di Inclusione. Tuttavia, possono richiedere il Supporto per la Formazione e il Lavoro, sottoscrivendo un PAD individuale.
Per quanto riguarda i membri maggiorenni del nucleo familiare con responsabilità genitoriale, non occupati, non frequentanti corsi di studio regolari e senza carichi di cura, sono obbligati ad aderire e partecipare attivamente alle attività formative, lavorative e alle misure di politica attiva nel progetto di inclusione sociale e lavorativa. Devono rispettare sia gli obblighi del Patto di Inclusione Sociale che quelli del percorso di attivazione lavorativa con il centro per l’impiego.
Escludono gli obblighi relativi alle politiche attive, ma possono aderire volontariamente:
- I beneficiari dell’ADI titolari di pensione diretta o con almeno 60 anni.
- I membri con disabilità.
- I membri affetti da patologie oncologiche.
- I membri con carichi di cura, valutati in base alla presenza di soggetti minori di 3 anni o di almeno 3 figli minori di età, nonché i membri del nucleo familiare con disabilità o non autosufficienza.
- I membri inseriti nei percorsi di protezione relativi alla violenza di genere e le donne vittime di violenza, con o senza figli, assistite da centri antiviolenza riconosciuti dalle regioni o dai servizi sociali nei percorsi di protezione relativi alla violenza di genere.