Pagamenti INPS in contanti: regole, limiti e istruzioni per pensioni e prestazioni
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Il recente messaggio n. 2672 dell’INPS, datato 22 luglio, fornisce indicazioni precise riguardo ai pagamenti in contanti di importo superiore a 1.000 euro. L’istituto ha risposto a numerosi quesiti provenienti dalle strutture territoriali riguardo le regole operative sancite dal DL n. 138 del 2011 e le successive modifiche introdotte dal DL n. 201 dello stesso anno. Questo chiarimento è cruciale per comprendere le limitazioni all’uso del denaro contante imposte dal d. lgs. n. 231 del 2007, volto a combattere il riciclaggio di denaro e le attività criminose e terroristiche.
Limiti generali ai pagamenti in contanti
L’articolo 49 del d. lgs. n. 231/2007 vieta il trasferimento di denaro contante e titoli al portatore in euro o valuta estera tra soggetti diversi quando il valore supera i 3.000 euro. Tuttavia, questo limite è stato rivisto diverse volte: prima dal decreto fiscale n. 124 del 2019, che ha ridotto il limite a 2.000 euro, e successivamente dalla legge di Bilancio 2023, che ha elevato il limite a 5.000 euro a partire dal 1° gennaio 2023.
Nonostante queste modifiche, l’articolo 49 del decreto del 2007, al comma 15, prevede specifiche regole per i versamenti disposti dallo Stato e dagli altri enti pubblici. Questo punto è di particolare rilevanza per l’INPS e le sue operazioni.
Limiti specifici per l’INPS e le pubbliche amministrazioni
Il DL n. 138 del 2011, all’articolo 2, comma 4-ter, lettera c), stabilisce che stipendi, pensioni e compensi superiori a 1.000 euro, erogati dalle pubbliche amministrazioni, devono essere versati tramite mezzi di pagamento bancari o postali. Questa regola, confermata dalla legge n. 208 del 28 dicembre 2015, è ancora in vigore.
Pertanto, per le pensioni e le altre prestazioni erogate dall’INPS, si applica un doppio limite:
- Un limite generale di 5.000 euro per i trasferimenti in contanti, secondo quanto previsto dall’articolo 49 del decreto n. 231 del 2007, modificato dalla legge di Bilancio 2023.
- Un limite specifico di 1.000 euro per le pubbliche amministrazioni, incluso l’INPS, come stabilito dall’articolo 2, comma 4-ter, del DL n. 138 del 2011.
Applicazione del limite di 1.000 euro
Qualora una pensione o prestazione assistenziale venga erogata in contanti, la sede INPS deve accertarsi che l’importo netto mensile complessivo non ecceda i 1.000 euro. Analoghe verifiche sono richieste in caso di ricostituzione della prestazione, come ad esempio in seguito al riconoscimento di un supplemento.
Se l’importo supera i 1.000 euro mensili, l’INPS deve contattare l’interessato per aprire un rapporto finanziario. Sarà necessario attivare un conto corrente bancario o postale, una carta prepagata con IBAN, o un altro strumento di pagamento elettronico. L’INPS informerà il destinatario che senza le coordinate bancarie, il pagamento sarà trattenuto presso la sede.
Conclusioni
Il messaggio n. 2672 dell’INPS rappresenta un importante chiarimento per gli operatori e i beneficiari delle prestazioni erogate dall’istituto. Seguendo queste linee guida, si garantisce la conformità alle normative vigenti e si contribuisce alla lotta contro il riciclaggio di denaro e le attività illecite. Per saperne di più, visita la nostra pagina dedicata alle news.