Nuovo Reddito di Cittadinanza, puoi averlo ma devi mandare questo documento: se non lo invii ti arrestano direttamente

Nuovo Reddito di Cittadinanza - circuitolavoro.it
Si può ottenere un supporto economico mensile dallo Stato anche qualora si lavorasse, ma se non si invia la domanda si rischia la reclusione.
L’Italia è un Paese meraviglioso, ma quando si parla di soldi le cose si complicano. La crisi economica si fa sentire e molte persone cercano qualsiasi modo per aumentare il proprio reddito e condurre una vita dignitosa.
Ed è qui che entra in gioco un tema delicato: i sussidi statali. Nel 2025 le opportunità non mancano, ma accedervi non è semplice. L’Assegno di Inclusione, che ha preso il posto del Reddito di Cittadinanza, è stato pensato per chi si trova in difficoltà economica, offrendo un aiuto mensile.
Tutto chiaro sulla carta, ma la realtà è più complessa. Il numero di persone che possono beneficiarne è limitato e chi non dichiara tutto correttamente rischia guai seri. Fare evasione fiscale oggi può portare alla reclusione, quindi è fondamentale sapere come ottenere l’ADI nel rispetto della legge, anche se si lavora in nero.
Come ottenere l’Assegno di Inclusione in maniera legale e lavorando in nero
E qui arriviamo al punto. Molti percettori dell’Assegno di Inclusione, vista la somma esigua, cercano di arrotondare con il lavoro in nero. Peccato che questo sia illegale e molto rischioso.
Il requisito fondamentale per ottenere l’ADI è avere un reddito annuo non superiore a 6.500 euro, ovvero ciò che realmente si percepisce, da non confondere con l’ISEE. Ma attenzione: dichiarare un reddito inferiore alla soglia quando in realtà si guadagna di più, anche in modo irregolare, espone a sanzioni molto pesanti.
Infatti, chi presenta dichiarazioni false o omette informazioni rischia da 2 a 6 anni di carcere. Anche non comunicare variazioni di reddito o patrimonio è un reato punibile con la reclusione da 1 a 3 anni, e la legge specifica chiaramente che vale anche per i redditi provenienti da attività irregolari.
A questo punto la domanda è: come dichiarare un reddito derivante da lavoro in nero senza incorrere in problemi legali e continuare a percepire l’Assegno di Inclusione?

Come percepire l’Assegno di Inclusione senza problemi legali
Ora, la verità è semplice: il lavoro in nero non si può dichiarare senza autodenunciarsi. Tuttavia, esiste un’alternativa legale: la prestazione occasionale.
Molti datori di lavoro non assumono regolarmente per evitare di pagare tasse e contributi, e lo stesso vale per il lavoratore che accetta un compenso in nero per non vedersi ridurre l’ADI. Ma c’è un punto chiave: la prestazione occasionale permette di far emergere il reddito senza costi aggiuntivi per il datore di lavoro. Dichiarando questa entrata nel documento della Dichiarazione dei Redditi, il lavoro non viene tassato al datore di lavoro ed è a tutti gli effetti legale.
Se i guadagni da lavoro extra rientrano nei 5.000 euro annui lordi, si può ricevere il pagamento in modo regolare, con una ritenuta d’acconto del 20% su ogni fattura, senza bisogno di aprire una partita IVA.
Il limite ‘sicuro’ per non vedersi ridurre l’Assegno di Inclusione è di 3.000 euro lordi annui. Se il reddito da lavoro occasionale è tra i 3.000 e i 5.000 euro annui, l’Assegno di Inclusione potrebbe essere ridotto, poiché il reddito in eccesso viene considerato nel calcolo del beneficio, ma tutto dipende da quanti componenti – e quali – ci sono in famiglia.