A partire dal 2025, le modifiche alla normativa sulla Naspi, introdotte dalla Manovra e dal Collegato Lavoro, porteranno a un inasprimento delle condizioni per l’accesso all’indennità di disoccupazione. Le nuove regole colpiranno in particolare i lavoratori che decidono di dimettersi per cercare nuove opportunità, penalizzando anche chi in buona fede aveva lasciato il proprio impiego. Vediamo insieme cosa cambia, chi rischia di perdere la Naspi e le novità introdotte per i lavoratori malati, i rimpatriati e i frontalieri.
Dal 1° gennaio 2025, le regole per ottenere la Naspi in caso di dimissioni volontarie sono diventate più severe. Se un lavoratore lascia un impiego per cercare una nuova opportunità e successivamente viene licenziato dal nuovo datore di lavoro, potrà ottenere l’indennità di disoccupazione solo se ha accumulato almeno 13 settimane di contributi con il nuovo impiego. In caso contrario, perderà il diritto alla Naspi.
Questo cambiamento è pensato per scoraggiare chi si dimette da un lavoro per cercare impieghi a breve termine e ottimizzare così l’accesso all’indennità. Le nuove condizioni per ottenere la Naspi sono:
Questa riforma danneggia in particolare coloro che si sono dimessi per accettare una posizione migliore ma, in seguito, sono stati licenziati.
Un’altra novità riguarda i lavoratori rimpatriati e i frontalieri, che dal 2025 perderanno il diritto alla Naspi. La legge 402/1975 prevedeva che questi lavoratori, in caso di disoccupazione dovuta a licenziamento o mancato rinnovo del contratto stagionale da un datore di lavoro estero, avessero diritto all’indennità di disoccupazione, a condizione che rientrassero in Italia entro 180 giorni. Tuttavia, la Manovra 2025 ha eliminato questa possibilità, negando il sussidio ai lavoratori rimpatriati e frontalieri.
Un altro cambiamento significativo entrerà in vigore dal 1° marzo 2025, quando i lavoratori in malattia dovranno allegare una certificazione medica alla domanda di Naspi, che attesti il riacquisto della capacità lavorativa. Se il lavoratore è stato vittima di un incidente sul lavoro coperto dall’Inail, dovrà invece fornire un certificato rilasciato dall’ente.
L’Inps, con il messaggio n. 4468/2024, ha chiarito che la domanda per ottenere la Naspi dovrà essere presentata tramite il modello Naspi-Com esclusivamente in modalità telematica entro 68 giorni dalla cessazione del rapporto di lavoro. L’obiettivo è accelerare i tempi di liquidazione delle istanze.
Per una panoramica completa delle novità sulla NASpI nel 2025, Scarica la guida completa sulla NASpI 2025 e resta aggiornato sulle nuove regole per accedere all’indennità di disoccupazione.
Il Collegato Lavoro, in vigore dal 12 gennaio 2025, introduce modifiche anche per i lavoratori che si assentano ingiustificatamente. Se un dipendente è assente senza giustificazione per 15 giorni (o per il termine massimo previsto dal contratto collettivo), il datore di lavoro ha la possibilità di segnalarlo all’Ispettorato del Lavoro. Se l’Ispettorato conferma l’assenza ingiustificata e il datore di lavoro licenzia il lavoratore, il rapporto di lavoro sarà considerato risolto per volontà del lavoratore, il che comporterà la perdita del diritto alla Naspi.
Se hai bisogno di maggiori dettagli su come il licenziamento per giusta causa può influire sulla tua possibilità di accedere alla Naspi, leggi il nostro approfondimento su Licenziamento per giusta causa: tutto ciò che devi sapere.
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