Il DM del 7 maggio 2024, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 20 maggio, ha riattivato il redditometro, lo strumento utilizzato per la determinazione sintetica dei redditi complessivi delle persone fisiche. Questo provvedimento, applicabile ai redditi a partire dal 2016 (effettivamente dal 2018), segna un ritorno dopo la sospensione stabilita con il Decreto Legge 87/2018.
Il nuovo decreto del 7 maggio è stato elaborato con l’ausilio dell’Istat e delle associazioni dei consumatori, sostituendo il precedente DM del 16 settembre 2015. Il documento si basa su una metodologia che identifica gli elementi indicativi di capacità contributiva. Questi elementi includono le spese sostenute, la propensione al risparmio e altre informazioni presenti negli archivi dell’amministrazione finanziaria.
Le spese sono suddivise in varie categorie, come indicato nella Tabella A del decreto. Tra queste, figurano alimenti, abbigliamento, mutuo e affitto, spese per la casa, trasporti, comunicazioni, istruzione e tempo libero. La Tabella B classifica i nuclei familiari in base alla composizione e alla localizzazione geografica, determinando così la spesa minima necessaria per uno standard di vita accettabile.
Il fisco utilizzerà i dati disponibili per presumere un reddito e richiedere spiegazioni ai contribuenti. Quest’ultimi potranno dimostrare che le spese sono state finanziate con redditi diversi o formati in anni precedenti. Le spese che non risultano dall’anagrafe tributaria verranno determinate induttivamente sulla base degli elementi indicativi di capacità contributiva.
A seguito delle preoccupazioni sollevate dall’introduzione del nuovo decreto, il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha annunciato sui social la sospensione temporanea del DM del 7 maggio. Meloni ha dichiarato: “Oggi ho incontrato il viceministro Leo, ci siamo confrontati sui contenuti e siamo giunti alla conclusione che sia meglio sospendere il provvedimento in attesa di ulteriori approfondimenti.”
Le spese si considerano sostenute dalla persona fisica cui risultano riferibili in base ai dati disponibili o alle informazioni presenti nell’Anagrafe tributaria. Inoltre, le spese effettuate dal coniuge e dai familiari a carico sono attribuite al contribuente. Non vengono invece imputate le spese relative esclusivamente all’attività d’impresa o all’esercizio di arti e professioni, purché documentate adeguatamente.
L’amministrazione fiscale potrà controllare una vasta gamma di spese, tra cui:
Questi controlli partiranno dai redditi del 2016, ma in pratica riguarderanno solo quelli dal 2018 in poi.
La sospensione del DM del 7 maggio, annunciata da Meloni, apre la strada a ulteriori modifiche e approfondimenti. In attesa delle novità, è fondamentale che i contribuenti comprendano le potenziali implicazioni del nuovo redditometro e siano pronti a dimostrare la legittimità delle proprie spese e redditi.
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