LICENZIATO IN TRONCO, non puoi più assentarti da lavoro: “La giustificazione non basta più” | Ti mandano a casa senza darti un euro

Licenziato per assenze al lavoro

Licenziato per assenze al lavoro- Foto di Ron Lach da Pexels-CircuitoLavoro.it

Un’assenza prolungata può costare il posto di lavoro: ecco cosa prevede nel dettaglio la nuova normativa sulle dimissioni implicite e quando si verificano le condizioni per attuarle.

Nei rapporti che intercorrono tra datore di lavoro e dipendente viene introdotto un nuovo importante concetto, quello relativo alle “dimissioni implicite”.

In particolare il Ministero del Lavoro, attraverso la circolare n. 6/2025, ha chiarito l’applicazione delle novità introdotte dalla legge n. 203/2024, meglio conosciuta come Collegato Lavoro.

Questa normativa disciplina le assenze ingiustificate e la possibilità per il datore di considerare concluso il rapporto senza che il lavoratore presenti formalmente le dimissioni.

Si tratta di un regolamento che punta a tutelare le aziende da comportamenti elusivi, come le assenze reiterate al lavoro per le quali non basta più la semplice giustificazione.

Assenze continue al lavoro: la cessazione del rapporto è automatica

L’articolo 19 della legge 203/2024 ha modificato l’impianto normativo precedente introducendo il comma 7-bis all’interno del D.lgs. 151/2015. La nuova disposizione stabilisce che, in caso di assenza ingiustificata superiore ai 15 giorni consecutivi, il datore di lavoro può avviare una procedura che porta alla cessazione automatica del rapporto per volontà presunta del dipendente.

Il termine relativo al periodo di assenza varia, però, in base al contratto collettivo applicato. Bisogna precisare che la procedura non scatta in modo automatico, ma solo dopo una segnalazione formale all’Ispettorato Nazionale del Lavoro, che dà avvio alle verifiche. Questa comunicazione deve essere seguita dall’invio del modello Unilav entro cinque giorni. Solo a questo punto il rapporto di lavoro si considera concluso. Durante il periodo di assenza non maturano né stipendio né contributi, e può essere trattenuta l’indennità di preavviso.

Dimissioni implicite
Dimissioni implicite- Foto di Inzmam Khan da Pexels-CircuitoLavoro.it

Giustificazione dell’assenza da lavoro per un periodo prolungato: quando può essere accettata

La norma viene applicata in modo molto rigido, ma esiste la possibilità per il lavoratore di difendersi. Se il dipendente riesce a dimostrare di essere stato impossibilitato a giustificare l’assenza per cause di forza maggiore, allora le dimissioni implicite decadono. Si tratta dei casi in cui ci si trova ad esempio ad avere a che fare con un’improvvisa ospedalizzazione. Bisogna, però, essere in grado di fornire prove concrete e tempestive.

La circolare del Ministero del Lavoro chiarisce che, se il lavoratore presenta una dimissione per giusta causa prima della conclusione dell’iter aziendale, quest’ultima prevale, garantendo anche l’accesso alla NASpI. Il datore di lavoro deve rispettare l’obbligo di comunicazione e assicurare il diritto al contraddittorio, trasmettendo copia della segnalazione al dipendente. In caso di abuso o dichiarazioni non veritiere, l’azienda rischia sanzioni, anche di natura penale.