Lavoro, non farti più fregare dal datore di lavoro: quando ti fa questa domanda rispondi sempre “NO” | Di solito lo fa telefonicamente

Rifiuto richiesta datore di lavoro- Foto di Andrea Piacquadio da Pexels-CircuitoLavoro.it
Ci sono dei casi in cui è possibile rifiutarsi di lavorare: ecco quando dire di No ad una richiesta, anche apparentemente legittima, del proprio datore di lavoro.
Quando si trascorre un periodo di malattia i pensieri legati al lavoro appaiono lontani e l’unico obiettivo del dipendente dovrebbe essere quello della guarigione.
Non sono rari, però, i casi in cui mentre si è costretti a letto da un’influenza o da un malessere più serio, si venga contattati dal proprio datore di lavoro.
Ci si potrebbe trovare di fronte alla richiesta di effettuare una prestazione lavorativa anche mentre si è in malattia, a causa di una situazione di emergenza che non si riesce a gestire.
Ma la legge è chiara: in assenza di un nuovo certificato medico che attesti la piena guarigione, il lavoratore non solo non deve, ma non può rientrare al lavoro.
Periodo di malattia: si può chiedere al lavoratore di anticipare il rientro al lavoro
Durante il periodo di malattia certificato dal proprio medico curante, la tutela della salute del lavoratore è prioritaria. Solo dopo un’accurata visita, infatti, si può stabilire se una persona è idonea a riprendere l’attività lavorativa. Il certificato medico, inviato telematicamente all’INPS, stabilisce i giorni necessari per la convalescenza e non può essere ignorato. Nemmeno di fronte ad una situazione di emergenza professionale.
Il datore di lavoro non può, quindi, richiedere il rientro anticipato né di modificare i termini della prognosi. Tentare di forzare il lavoratore a rientrare rappresenta una violazione dell’articolo 2087 del Codice Civile, che obbliga l’impresa a garantire la tutela dell’integrità fisica e psichica dei propri dipendenti. Anche nei casi di forte necessità aziendale, l’assenza deve proseguire fino al termine indicato nel certificato.
Indennità di malattia: in quali casi si può rischiare grosso per rispondere ad una richiesta del datore di lavoro
Molti lavoratori si sentono in difficoltà davanti alle richieste dei datori di lavoro poiché temono ripercussioni disciplinari se rifiutano un rientro anticipato. Bisogna ricordare, però, che il rispetto della prognosi certificata dal medico è un diritto garantito. Non si possono ricevere sanzioni e non si può venire licenziati se si sceglie di rimanere in malattia fino alla scadenza stabilita.
L’unica strada possibile per un rientro anticipato è una nuova certificazione medica che dichiari il lavoratore pienamente guarito. Senza questo documento, un rientro potrebbe comportare anche la perdita dell’indennità di malattia e, in caso di assenza a una visita fiscale dell’INPS, conseguenze ancora più gravi. Bisogna, quindi, sapere che è giusto dire No ad una richiesta di lavoro in malattia.