L’iniziativa “Fairwork“, che si traduce in italiano come “lavoro equo“, rappresenta un significativo passo avanti verso il miglioramento delle condizioni lavorative nel mondo delle piattaforme digitali. Questa iniziativa si propone di garantire un trattamento giusto per i lavoratori che operano tramite app di consegna cibo o in ambito domestico e di cura. L’obiettivo è anche sensibilizzare i consumatori riguardo alla realtà del lavoro invisibile che si cela dietro le interfacce digitali.
Il progetto Fairwork è il frutto di una ricerca internazionale coordinata dall’Università di Oxford e dal Berlin Social Science Center, che coinvolge ricercatori, sindacati e associazioni in 38 paesi e 5 continenti. In Italia, il progetto è stato coordinato dall’Università La Sapienza di Roma. Recentemente è stato pubblicato il primo rapporto nazionale, che si inserisce in una serie di studi simili condotti in Africa, Spagna e Gran Bretagna.
Per ottenere il prestigioso bollino “Fairwork“, una piattaforma deve rispettare cinque principi fondamentali: equità nelle paghe, condizioni di lavoro giuste, contratti adeguati, gestione aziendale trasparente e supporto alla rappresentanza sindacale. Ogni piattaforma è valutata su una scala da 1 a 10 punti, con punteggi assegnati in base al rispetto di questi criteri. In Italia, nessuna delle piattaforme analizzate ha raggiunto il punteggio massimo, con Jobby e Helpling che si distaccano significativamente.
Tra le piattaforme analizzate in Italia, Jobby ha ottenuto il punteggio più alto, pari a 8 su 10, grazie al suo impegno nelle paghe e nelle condizioni di lavoro, sebbene non rispetti pienamente la libertà di associazione. Al contrario, Helpling, una piattaforma tedesca per il lavoro domestico, ha totalizzato solo 2 punti su 10, rispondendo parzialmente solo ai criteri di contratti e gestione equa. Per quanto riguarda i servizi di consegna cibo, Just Eat ha ottenuto 7 punti, mentre Glovo e Deliveroo si sono fermate rispettivamente a 4 e 3 punti.
La valutazione delle piattaforme non è definitiva e prevede diverse fasi. Dopo una prima raccolta di dati e l’assegnazione dei punteggi preliminari, i risultati vengono revisionati da esperti esterni. Le piattaforme hanno la possibilità di presentare ulteriori prove per migliorare il loro punteggio. I risultati finali sono pubblicati online e aggiornati annualmente.
Il bollino Fairwork ha l’obiettivo di stimolare i consumatori a fare scelte più informate e responsabilizzate, optando per le piattaforme con i punteggi più elevati. Inoltre, si spera che le piattaforme siano incentivate a migliorare le loro pratiche per ottenere una valutazione più alta, beneficiando così di un’immagine positiva agli occhi del pubblico e delle istituzioni.
Il progetto Fairwork non solo promuove la giustizia sociale, ma favorisce anche un dialogo più aperto tra aziende, sindacati e università. I ricercatori italiani, insieme ai sindacati, lavorano per migliorare le comunicazioni delle piattaforme e per promuovere una negoziazione sociale che definisca contratti di lavoro equi e una rete di welfare adeguata. Questo approccio mira a dimostrare che il lavoro digitale non deve essere considerato solo come un problema tecnologico, ma come una questione di diritti e garanzie lavorative.
Andrea Ciarini, docente di sociologia economica alla Sapienza di Roma e coordinatore del rapporto italiano, sottolinea l’importanza di non accettare condizioni di lavoro inadeguate e basse retribuzioni nel settore delle piattaforme. La speranza è che l’iniziativa Fairwork possa segnare un cambiamento positivo e guidare verso un futuro in cui le piattaforme digitali possano offrire condizioni di lavoro giuste e rispettose dei diritti dei lavoratori.
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