“È in Sicilia ed è sommersa”: scoperta la città nascosta da migliaia di anni proprio in Italia | La storia è cambiata

“È in Sicilia ed è sommersa”: scoperta la città nascosta da migliaia di anni proprio in Italia | La storia è cambiata

Mare della Sicilia- Foto di Kiki K da Pexels-CircuitoLavoro.it

Le origini della civiltà nel Mediterraneo potrebbero essere riscritte a partire da una scoperta clamorosa: ecco il mistero svelato che si nasconde tra i fondali della Sicilia.

La Sicilia, magnifica isola italiana intrisa di storia e leggenda, torna protagonista delle cronache in ambito culturale e turistico con una scoperta davvero incredibile.

Al largo della costa meridionale, nei pressi di Portopalo di Capo Passero, sarebbe stata individuata una struttura sommersa dalle caratteristiche straordinariamente regolari.

Alcuni studiosi hanno quindi cominciato ad ipotizzare che questi resti possano corrispondere a quelli di una città risalente a circa 12.000 anni fa.

L’ipotesi di una città sommersa in Sicilia prende forma a partire da dati batimetrici, ossia dalle misurazioni delle profondità marine, analizzati dall’ingegnere civile André Chaisson.

La scoperta di una struttura dalle dimensioni sospette fa pensare ad una città sommersa

Lo studio dell’esponente del settore dell’archeologia alternativa rivela una formazione lunga oltre 17 km e larga circa 4,5, con segmenti e angoli che suggeriscono geometrie artificiali. Anche il geologo Rosario Pappalardo, un po’ di tempo fa, aveva segnalato delle anomalie nella stessa zona.

Secondo la ricostruzione proposta da Chaisson, la presunta città giacerebbe a circa 130 metri di profondità, su quella che viene definita la scarpata siculo-maltese. Le misure riscontrate coincidono con multipli precisi di antiche unità di misura, come lo stadio greco. Più di una coincidenza ha portato a supporre un’intenzionalità progettuale. Le immagini batimetriche mostrano inoltre un canale largo 500 metri e lungo oltre 50 km che circonda la struttura e si solleva dal fondale per circa 50 metri. Questo ulteriore dettaglio lascia pensare ad una strategia difensiva e un accesso controllato dal mare, simile a un porto fortificato.

Etna
Etna- Foto di Francesco Ungaro da Pexels-CircuitoLavoro.it

I dubbi degli studiosi riguardo alla scoperta di Chaisson: di cosa è accusato l’ingegnere

C’è chi smorza tutto questo entusiasmo: gli ambienti scientifici mantengono un cauto distacco rispetto a questa scoperta. I dati utilizzati potrebbero essere inesatti: le immagini potrebbero infatti essere il risultato di artefatti batimetrici, ovvero distorsioni prodotte dall’elaborazione digitale e non da strutture realmente esistenti. Chaisson è stato criticato per i metodi utilizzati e accusato di aver selezionato solo i dati che supportano la sua tesi.

L’assenza di una spedizione subacquea e di riscontri diretti impedisce per ora ogni conferma definitiva. Ad alimentare il dibattito ci pensano però le coincidenze numeriche, la posizione geografica e la configurazione del fondale. Secondo alcune mappe pre-interglaciali la zona era unita alla Sicilia da una lingua di terra: proprio questa circostanza aggiungerebbe un ulteriore tassello all’ipotesi che si tratti di un antico insediamento costiero, scomparso a seguito dell’innalzamento del livello del mare dopo l’ultima era glaciale.