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Un’analisi approfondita del report di Unioncamere e del Ministero del Lavoro offre una prospettiva chiara sulle tendenze occupazionali in Italia per il periodo 2024-2028. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, il panorama lavorativo subirà significative trasformazioni, con una crescente domanda di professionisti specializzati e una diminuzione dei posti per operai non qualificati.
Il report anticipa un fabbisogno di tre milioni di lavoratori nei prossimi cinque anni. Questa previsione, basata su vari scenari macroeconomici, si colloca tra i 3,1 e i 3,6 milioni di occupati, dipendendo dall’andamento del PIL. Si prevede un cambiamento nella domanda occupazionale, con una diminuzione dei posti per operai non qualificati e un aumento per le professioni tecniche e specializzate. In particolare, insegnanti, medici e ingegneri saranno tra i profili più ricercati.
Un terzo del fabbisogno complessivo sarà rappresentato dai profili intermedi, che includono impiegati e addetti a professioni commerciali e dei servizi. Si stima che il fabbisogno di operai si aggirerà tra le 511.000 e le 613.000 unità, corrispondenti a circa il 17% del totale.
La richiesta di professori e maestri nelle scuole sarà significativa sia nel settore pubblico che in quello privato. Si prevede che tra 139.000 e 147.000 saranno occupati nelle scuole pre-primarie e primarie, mentre ulteriori 112.000-119.000 lavoreranno nelle scuole secondarie.
Professionisti delle scienze gestionali, commerciali e bancarie, ingegneri e medici saranno tra i più ricercati, con una previsione di circa 98.000-107.000 unità per le prime due categorie e intorno a 50.000 per i medici. Queste professioni presenteranno tassi di fabbisogno annui compresi tra il 3,1% e il 3,6%.
Gli operai specializzati, soprattutto nel settore delle costruzioni, saranno molto richiesti, con previsioni che oscillano tra le 154.000 e le 170.000 unità occupate. Profili come meccanici artigianali, montatori e manutentori di macchinari presenteranno un fabbisogno compreso tra le 45.000 e le 53.000 unità.
La maggior parte del fabbisogno di lavoro sarà nel settore privato, rappresentando il 61% del totale. I dipendenti pubblici costituiranno il 22%, mentre gli indipendenti il 17%.
Il report tiene conto anche dei pensionamenti, prevedendo una sostituzione del 92% dei dipendenti pubblici e del 96% dei lavoratori indipendenti. Per i dipendenti del settore privato, questa percentuale varia tra il 72% e l’84%.
Il Sud e le Isole presentano la maggiore quota di fabbisogni occupazionali, con circa 1,1 milioni di unità nei prossimi cinque anni, pari al 30,4% della domanda totale.
In conclusione, il panorama occupazionale italiano nei prossimi cinque anni sarà caratterizzato da una crescente domanda di professionisti specializzati in settori chiave come l’istruzione, la sanità e l’ingegneria, mentre gli operai specializzati avranno buone opportunità soprattutto nel settore delle costruzioni. La distribuzione territoriale dei fabbisogni evidenzia la necessità di politiche mirate per sostenere la crescita economica in tutte le regioni del paese.
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