DISASTRO SMARTPHONE, i dazi uccidono i consumatori italiani: li pagheremo il doppio dal prossimo anno | Conviene tenerci i modelli vecchi

DISASTRO SMARTPHONE, i dazi uccidono i consumatori italiani: li pagheremo il doppio dal prossimo anno | Conviene tenerci i modelli vecchi

Prezzi degli smartphone e la conseguenza dei dazi - circuitolavoro.it

Non è la solita inflazione, e non si parla nemmeno di 20€: i dazi di Trump sono pronti a fare strage nel settore degli smartphone.

La notizia arriva da oltre oceano, ma colpirà in pieno anche le tasche italiane. A suon di dazi e tensioni internazionali, il mercato degli smartphone sta per affrontare una stangata di proporzioni storiche.

Il protagonista è Donald Trump, che ha promesso – e già iniziato – a imporre nuove tariffe doganali su tutto ciò che arriva dalla Cina (54%), dal Vietnam (46%) e persino dall’India (26%). Esattamente da dove vengono prodotti la maggior parte dei nostri telefoni.

In mezzo al caos mediatico di questi giorni, il quadro può apparire incerto e decisamente confuso. Ed è proprio per questo che vale la pena fare chiarezza, almeno sul piano pratico: capire cosa sta succedendo e, soprattutto, cosa potrebbe accadere se ci si rompesse lo smartphone o anche solo ci venisse voglia di cambiarlo. 

Aumenti diffusi: tutti gli smartphone diventano beni di lusso

Il primo pensiero corre subito all’iPhone. E in effetti Apple è tra i marchi più colpiti, con buona parte della sua produzione ancora concentrata in Cina. Ma non è affatto sola.

Samsung produce in Vietnam, Google in India, Xiaomi quasi interamente in Asia. Il risultato? Un potenziale aumento dei prezzi tra il 10% e il 20% per i modelli di fascia alta, anche in Europa, Italia compresa.

Un Galaxy top di gamma oggi a 1.199€ potrebbe facilmente salire oltre i 1.400€. Un Pixel da 899€ potrebbe sfiorare i 1.100. Il problema, però, è più ampio: i costi non si fermano alla produzione. Le aziende potranno sì tamponare i costi, ma solo inizialmente. Gli stessi dovranno infatti ricalcolare logistica, stoccaggio, distribuzione. E quasi nessuno – realisticamente – sarà disposto ad assorbirli, almeno non a lungo termine.

Donald Trump
Donald Trump – circuitolavoro.it

Il caso iPhone: da 979 a oltre 1.400€ in pochi mesi

E veniamo alla notizia che ha acceso l’allarme: l’aumento degli iPhone. Secondo le stime riportate da Reuters e Geopop, se Apple scaricasse i costi sui clienti, il rincaro medio sarebbe attorno al 43%.

Un iPhone 16 base – oggi venduto a 979€ – rischia di salire oltre 1.400€ in Italia. E per il modello top, il Pro Max da 1 TB, si parla di un passaggio da 1.599 a oltre 2.300 dollari negli Stati Uniti. Prezzo che, con tasse e margini, potrebbe superare i 2.500€ in Europa.

Una cifra da capogiro, considerando che fino a ieri era il punto di riferimento per chi cercava un dispositivo d’eccellenza.

E a meno che non si voglia pagarli il doppio, tenerci stretto il nostro vecchio modello potrebbe essere l’unico upgrade intelligente del 2026.