Il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera al decreto Salva-Casa, un provvedimento che mira a risolvere le problematiche che spesso bloccano le compravendite immobiliari a causa di irregolarità formali. Il governo sottolinea che questo decreto non è un condono, ma un’azione per rendere più fluide le transazioni immobiliari e semplificare le procedure amministrative.
Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha spiegato che il decreto include “disposizioni urgenti e puntuali” per affrontare le complessità normative che ostacolano la commercializzazione dei beni immobili e l’accesso a mutui e sovvenzioni. L’obiettivo è semplificare le procedure per garantire che gli immobili possano essere venduti e acquistati senza intoppi burocratici.
Uno dei punti chiave del decreto è la gestione delle cosiddette ‘lievi difformità‘ negli immobili. Queste includono piccoli abusi edilizi come lo spostamento di tramezzi o la diversa collocazione di finestre, escludendo interventi più strutturali come lo spostamento di muri portanti. Il governo ha ribadito che non si tratta di un condono, ma di una regolamentazione per risolvere incertezze giuridiche.
Il decreto amplia le categorie di interventi considerati “edilizia libera“, cioè quelli che non richiedono permessi o comunicazioni specifiche. Questo include lavori di manutenzione ordinaria e installazioni che non hanno un impatto significativo sull’edificio, facilitando così le operazioni per i proprietari immobiliari.
Tra gli interventi di edilizia libera, il decreto consente l’installazione di pompe di calore fino a 12 kW, la rimozione di barriere architettoniche e l’installazione di vetrate panoramiche amovibili (Vepa) su logge e balconi. Queste vetrate, che possono essere temporaneamente installate per proteggere dagli agenti atmosferici e migliorare l’efficienza energetica, possono ora essere utilizzate anche su porticati all’interno degli edifici.
Il decreto introduce semplificazioni per le opere di protezione dal sole e dagli agenti atmosferici, come tende da sole e pergole. Queste strutture, sebbene fisse, non devono creare nuovi spazi chiusi o aumentare i volumi esistenti, e devono armonizzarsi con l’estetica preesistente dell’edificio.
Per gli interventi realizzati entro il 24 maggio 2024, le tolleranze costruttive sono riparametrate in funzione della superficie utile. Le irregolarità costruttive di piccola entità non costituiscono violazione edilizia se rientrano in determinati limiti percentuali, facilitando così la regolarizzazione degli immobili.
Le tolleranze ammesse includono dimensionamenti ridotti dell’edificio, mancata realizzazione di elementi non strutturali, e difformità nelle aperture interne. Anche gli errori progettuali corretti in cantiere rientrano in queste tolleranze, rendendo più semplice la gestione delle piccole irregolarità.
La doppia conformità, che richiede che un’opera sia conforme sia al momento della realizzazione che della presentazione dell’istanza, sarà richiesta solo nei casi più gravi. Gli interventi minori potranno essere sanati se erano conformi alle norme edilizie al momento della realizzazione e alle norme urbanistiche attuali.
Il decreto introduce il silenzio-assenso per le pratiche edilizie: se l’amministrazione non risponde entro i termini previsti (45 giorni per il permesso in sanatoria, 30 giorni per la SCIA, fino a 180 giorni per immobili con vincoli paesaggistici), l’istanza si intende accettata. È prevista una sanzione proporzionale all’aumento di valore dell’immobile.
Per dimostrare lo stato legittimo di un immobile, sarà sufficiente presentare il titolo relativo all’ultimo intervento edilizio. Le parziali difformità sanate contribuiranno a confermare la legittimità dell’immobile, riducendo gli oneri amministrativi per i cittadini.
Il decreto semplifica anche il cambio di destinazione d’uso per le singole unità immobiliari, rispettando le normative comunali. All’interno della stessa categoria funzionale, il cambio è sempre ammesso, mentre tra categorie diverse sarà limitato a quelle residenziali, turistico-ricettive, produttive e commerciali, con alcune esclusioni per le unità al primo piano fuori terra.
Il decreto Salva-Casa rappresenta un passo significativo verso la semplificazione delle normative edilizie, favorendo una maggiore fluidità nelle compravendite immobiliari e riducendo le incertezze burocratiche per i proprietari. Visita la nostra sezione dedicata alle news.
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