La pandemia di Covid-19 ha indubbiamente trasformato il rapporto tra individui e lavoro, introducendo concetti come il quite quitting e spingendo verso una transizione le cui dinamiche sono ancora in evoluzione. Paolo Iacci, docente di gestione delle risorse umane presso l’Università degli Studi di Milano, analizza queste mutazioni offrendo una panoramica degli effetti e delineando possibili scenari futuri, con l’obiettivo di fornire indicazioni pratiche per affrontare un futuro lavorativo sempre più incerto.
Accanto alla Great Resignation, molti hanno optato per un cambiamento di carriera senza necessariamente avere un’alternativa concreta. Iacci predilige parlare di un “grande rimpasto“, risultante da un più ampio processo di riflessione, il great rethinking, che ha influenzato sostanzialmente la percezione del lavoro nelle vite delle persone, con un forte desiderio di trovare un bilanciamento tra vita professionale e personale.
Lo smart working si realizza quando cambia il paradigma di interazione tra management e collaboratori, spostandosi da un approccio di controllo stretto a uno fondato su obiettivi e risultati. Questo implica una maggiore autonomia per il lavoratore e un impegno aziendale nel riconoscere e valorizzare questa indipendenza, permettendo così un autentico equilibrio tra impegni lavorativi e vita privata.
Nel dibattito sul bilanciamento tra vita professionale e personale, emerge il concetto di quite quitting come sintomo di un disagio più profondo relativo alla mancata identificazione con i valori aziendali e alla percezione di un mancato riconoscimento del proprio ruolo. Un sondaggio del 2023 ha evidenziato come almeno la metà dei lavoratori americani si riconoscano in questa definizione, un segnale di un malcontento che necessita di essere affrontato ripensando i modelli relazionali interni alle organizzazioni.
Per navigare con successo in questo mare in tempesta, le aziende devono adattarsi a due grandi tendenze del nuovo millennio: la globalizzazione e la digitalizzazione. Questo si traduce nell’adozione di un nuovo contratto psicologico tra imprese e lavoratori, in cui l’engagement e l’apprendimento continuo diventano fondamentali per entrambe le parti.
I dipendenti moderni valutano la flessibilità, le opportunità di crescita e le possibilità formative tra i principali fattori per il cambiamento di impresa. Questo sottolinea l’importanza di un approccio olistico al benessere dei dipendenti che va oltre il semplice aspetto economico, richiedendo una vera e propria rivoluzione della gestione delle risorse umane incentrata sul benessere e sulla crescita personale.
Le aziende si trovano a fare i conti con le sfide poste da una società in rapida evoluzione, tra cui la necessità di adattare i modelli di business per assicurare il benessere e la crescita dei propri dipendenti. Questo richiede un impegno concreto per andare oltre le aspettative tradizionali e investire in modelli di lavoro che pongano realmente la persona al centro.
Per maggiori informazioni e per rimanere aggiornati sulle ultime novità, visita la sezione dedicata alle news sul nostro sito.
La pulizia del proprio animale domestico può rivelarsi un vero problema, ma alcuni trucchi la…
La revisione dell'auto è un costo che grava sulle tasche degli italiani, ma le cose…
Molti l’hanno capito: è possibile ottenere il bonus da 1.200€ con la dichiarazione dei redditi.…
Ecco quali sono le novità in merito ai Bonus 2025 che andranno a sostegno delle…
Ci sono delle situazioni alquanto bizzarre, previste dal Codice della Strada, che possono verificarsi durante…
Ci sono abitudini che diamo per scontate e che pesano enormemente sulla bolletta: ecco quale…