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Conguaglio IRPEF in busta paga a febbraio: cos’è e come influisce sul tuo stipendio

Febbraio è il mese in cui molti dipendenti si trovano a fare i conti con il conguaglio IRPEF in busta paga. Ma cosa significa esattamente e come influisce sullo stipendio? Scopriamo insieme come funziona questo meccanismo fiscale e perché può portare a un aumento o una diminuzione dell’importo percepito.

Cos’è il conguaglio IRPEF?

Il conguaglio IRPEF è un ricalcolo delle imposte dovute dai lavoratori dipendenti, effettuato dai datori di lavoro entro il 28 febbraio di ogni anno. Questa operazione ha lo scopo di correggere eventuali differenze tra le ritenute fiscali mensili, già trattenute dal datore di lavoro, e l’effettiva imposta che il lavoratore deve pagare, in base al reddito complessivo percepito durante l’anno.

Perché il conguaglio IRPEF può abbassare lo stipendio?

Il conguaglio IRPEF può risultare in una diminuzione della busta paga se le trattenute applicate durante l’anno sono state inferiori rispetto a quanto effettivamente dovuto. Questo accade quando, al termine dell’anno, si rileva che l’imposta da versare è maggiore rispetto a quella già detratta. In tal caso, il lavoratore dovrà saldare la differenza, che viene addebitata in un’unica soluzione o, nei casi di stipendio insufficiente, in rate successive, con l’applicazione di un interesse mensile.

Il conguaglio a credito

Al contrario, se le ritenute IRPEF effettuate dal datore di lavoro nel corso dell’anno sono state superiori a quelle effettivamente dovute, il dipendente ha diritto a un conguaglio a credito. In altre parole, l’importo in eccesso verrà restituito al lavoratore, direttamente in busta paga, con un aumento dello stipendio.

Come si calcola il conguaglio IRPEF?

Il conguaglio si effettua sulla base del reddito complessivo annuale, tenendo conto di eventuali bonus e detrazioni a cui il lavoratore ha diritto, come quelle per i carichi di famiglia. Il ricalcolo avviene in conformità con le disposizioni dell’articolo 23 del D.P.R. n. 600/1973, che stabilisce che le ritenute devono essere adeguate all’importo esatto dell’imposta dovuta.

Se il lavoratore ha beneficiato di detrazioni, come il bonus di 100 euro previsto per i redditi sotto i 28.000 euro, il conguaglio potrà anche comportare un recupero di quanto eventualmente anticipato dal datore di lavoro. In questi casi, se il reddito supera il limite per ottenere il bonus, l’importo erogato in eccesso dovrà essere restituito, suddiviso in rate mensili.

Conguaglio IRPEF: effetti sulle buste paga future

In caso di conguaglio a debito, se la differenza da saldare è superiore a quanto il dipendente può pagare con la busta paga corrente, il saldo viene posticipato e ripartito nelle mensilità successive. Va precisato che, su questi importi, verrà applicato un interesse dello 0,50% mensile. Se il rapporto di lavoro si interrompe prima che l’intero importo sia saldato, l’importo residuo dovrà essere versato entro il 15 gennaio dell’anno successivo.

Il conguaglio per il bonus IRPEF

Ogni anno, il conguaglio di fine anno include anche il controllo sulla corretta erogazione del bonus IRPEF. Questo bonus, pari a 100 euro, è riconosciuto ai redditi sotto i 28.000 euro, ma in caso di superamento di tale soglia, il datore di lavoro deve recuperare l’importo erogato in più. Se la somma da restituire è superiore a 60 euro, la restituzione avviene in un massimo di 8 rate mensili, come previsto dalla normativa fiscale.

Per comprendere come evolveranno le imposte nel prossimo anno, scopri tutte le informazioni sui Scaglioni IRPEF 2025: Novità Fiscali e Aliquote e preparati al meglio per le future dichiarazioni fiscali.

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