Il costo dei carburanti continua a crescere, con la benzina che raggiunge il suo livello massimo degli ultimi sei mesi. Il gasolio, invece, segna un leggero calo, secondo quanto riportato da Staffetta Quotidiana nella sua rilevazione del 15 aprile. Nonostante i venti di guerra che soffiano nel Medio Oriente, i mercati petroliferi sembrano per il momento rimanere poco impressionati.
Sebbene il prezzo della benzina al self sia in aumento, ci sono solo poche pompe che superano i due euro al litro. A Milano, ad esempio, ci sono solo 8 distributori, a Napoli 7 e solo uno a Roma. Nel resto d’Italia, non se ne trovano.
Analizzando i dati del Ministero dell’Ambiente degli ultimi 18 anni, emerge che i prezzi della benzina e del gasolio hanno toccato il picco nel 2022, superando i 2 euro al litro. Attualmente, siamo molto vicini a quei livelli, con la benzina a 1,9 euro e il gasolio a 1,8 euro al litro. Tuttavia, se si considera l’inflazione, gli ultimi anni non risultano essere i peggiori, con il vero picco nel 2012.
La maggior parte del prezzo della benzina alla pompa è composta da accise (73 centesimi) e IVA (35 centesimi), entrambe di origine statale, che insieme superano il 50% del prezzo. A completare il quadro ci sono la materia prima (60 centesimi) e i costi di trasporto e distribuzione (24 centesimi).
Il governo ha annunciato che non interverrà su possibili aumenti, confidando nel sistema dell’accisa mobile, che prevede un taglio automatico quando il prezzo supera le stime governative, tenendo conto anche del bimestre precedente.
Tuttavia, dati recenti indicano che il taglio potrebbe essere applicabile, considerando i picchi di prezzo del brent che superano le stime del governo.
Nonostante ciò, lo Stato si mostra riluttante a tagliare le accise. L’esempio del 2022, sotto il governo Draghi, quando è stato applicato uno sconto fino a 30 centesimi al litro per 9 mesi, ha comportato un costo di 9 miliardi di euro per le casse pubbliche.
L’Italia si colloca tra i Paesi europei con le accise più elevate, secondo solo ai Paesi Bassi. Questo confronto evidenzia una situazione che pone l’Italia in una posizione di svantaggio rispetto ad altri Paesi europei, con accise che gravano pesantemente sui consumatori italiani.
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