Negli ultimi mesi si è assistito a numerosi rinnovi di contratto nazionali, caratterizzati da un’unione intorno alla questione salariale e all’aumento economico. La ripresa della rappresentanza datoriale e sindacale è stata influenzata dall’inflazione e dal dibattito sul salario minimo, come riporta Il Sole 24 Ore.
Secondo le ultime rilevazioni Istat, nel mese di marzo si è registrato un rimbalzo dell’inflazione, con un aumento del +1,3% rispetto ai mesi precedenti. Questo ha incentivato considerevolmente le contrattazioni in vari settori, inclusi bancari, commercio e moda.
I bancari, rappresentati da Abi, hanno ottenuto un aumento mensile di 435 euro, oltre agli arretrati. L’accordo prevede la corresponsione degli arretrati per il periodo luglio-novembre 2023 e il ripristino della base di calcolo del trattamento di fine rapporto a partire da luglio 2023.
Confcommercio e Confesercenti hanno siglato un accordo che ha portato a un aumento di 240 euro per tre milioni di lavoratori, oltre a una tantum di 350 euro. La distribuzione cooperativa ha raggiunto un accordo simile, mentre la grande distribuzione è ancora in fase di trattativa.
I lavoratori dell’industria alimentare hanno ottenuto un aumento di 280 euro, insieme a miglioramenti nel welfare sanitario e previdenziale, oltre a una riduzione oraria. Il contratto, quadriennale, prevede tranche di aumento che consentono ai lavoratori di recuperare il 60% dell’incremento nei primi 14 mesi di vigenza.
Le guardie armate e i servizi fiduciari hanno ottenuto aumenti rispettivamente di 250 euro e 350 euro. L’accordo prevede un incremento graduale, aggiornato per l’ultima volta lo scorso febbraio.
Per i lavoratori del legno arredo è stato raggiunto un accordo che prevede un aumento di 124,71 euro sui minimi, con ulteriori conguagli previsti per il futuro.
Nei settori dell’occhialeria, della pelletteria e della concia, sono stati siglati accordi che portano a incrementi salariali significativi per migliaia di lavoratori.
L’industria chimica e farmaceutica ha trovato un’intesa per un aumento di 204 euro, suddiviso in tranche fino al 2025.
In conclusione, l’aumento dei rinnovi contrattuali rispecchia un’attenzione crescente verso le questioni salariali e il miglioramento delle condizioni dei lavoratori, in un contesto economico influenzato dall’inflazione e dal dibattito sul salario minimo. Per ulteriori dettagli, visita la nostra sezione dedicata alle news: clicca qui.
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