Alt Polizia! Mi mostri WhatsApp, adesso è legale leggere nella tua chat: addio alla privacy e multe da schifo per tutti
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La Polizia è autorizzata a controllare le chat di WhatsApp - circuitolavoro.it (Foto Pexels)
Adesso le autorità sono autorizzate a controllare le chat di WhatsApp: una sentenza della Corte di Cassazione ha ribaltato le regole.
WhatsApp è l’app di messaggistica più popolare in tutto il mondo con 570 milioni di utenti attivi ogni giorno e un incremento del 20% nel 2024.
Nel corso dei suoi sedici anni di vita, l’applicazione si è notevolmente evoluta per garantire ai consumatori funzioni sempre più avanzate in base all’evolversi delle esigenze della comunità, sempre più orientata verso il digitale.
Negli ultimi anni, WhatsApp si è ampliato con la funzionalità business che, secondo le statistiche, potrebbe diffondersi a macchia d’olio nel 2025.
Ma questa possibilità, considerata un grande traguardo nel settore aziendale, potrebbe rappresentare un’arma a doppio taglio ed esporre a rischi importanti.
WhatsApp, addio alla privacy: cosa succede
L’account business è stato presentato alle aziende come una grande possibilità in grado di mettere in contatto con i clienti in modo veloce, immediato e confidenziale. Ma attenzione, le chat di WhatsApp possono trasformarsi in un’arma a doppio taglio nei confronti di chi possiede delle attività commerciali: in seguito alla sentenza 1254 del 18 gennaio 2025 della Corte di Cassazione, i messaggi WhatsApp “costituiscono a tutti gli effetti una prova documentale su supporto informatico come previsto dall’articolo 2712 del codice civile”.
Cosa succede, dunque? Stando a quanto stabilito, è legale l’utilizzo dei messaggi scambiati come prove nel processo tributario, ad esempio al fine di dimostrare l’esistenza di operazioni non dichiarate. Quindi, qualora richiesto, i messaggi che un tempo venivano considerati protetti dalla privacy, oggi possono essere pubblicamente utilizzati per dimostrare operazioni non dichiarate o evasione fiscale. Ovviamente, per poter utilizzare le chat di WhatsApp in tal senso, queste ultime devono rispondere a delle caratteristiche imprescindibili.
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Come le chat di WhatsApp possono ledere la privacy
Per poter usare le chat degli account WhatsApp nel corso di un processo per evasione fiscale, ad esempio, queste devono provenire da un dispositivo identificabile e devono essere conservate in modo inalterato. Il contenuto deve essere integro e non alimentare alcun dubbio di sorta. Inoltre, i messaggi possono essere acquisiti come prova anche sotto forma di screenshot.
La sentenza della Corte di Cassazione, tuttavia, non rappresenta una vera e propria novità. Esiste, infatti, la circolare 1 del 2018 della Guardia di Finanza in cui si sottolinea la “possibilità in caso di accessi e ispezioni di verificare anche computer e smartphone nella disponibilità del contribuente” per accertare ipotetici comportamenti illegittimi.