Addio semaforo rosso, ora passi e nessuno ti può dire nulla: non ti arriva nemmeno una multa

Addio semaforo rosso, ora passi e nessuno ti può dire nulla: non ti arriva nemmeno una multa

Semaforo rosso e sanzioni - circuitolavoro.it

Passare con il rosso non implica necessariamente una multa, anche se l’infrazione è stata rilevata: la sentenza della Corte di Cassazione.

Tutti sanno che non si passa col rosso. È una di quelle regole basilari che impariamo ancora prima di metterci al volante. Il semaforo rosso non si discute, ma ci si ferma e basta. Pena la multa, il verbale, magari anche la decurtazione dei punti dalla patente. Una certezza assoluta, scolpita nel Codice della Strada e nella testa di chi guida ogni giorno in città.

Negli ultimi anni, poi, i controlli si sono moltiplicati. Non servono più nemmeno i vigili in strada, ma basta una telecamera, una fotografia, un clic. L’automobilista viene immortalato mentre attraversa l’incrocio, e qualche giorno dopo trova la sanzione nella cassetta della posta. Tutto automatico, tutto preciso. O almeno così ci hanno sempre detto.

Ma non sempre le cose sono così semplici. Dietro quella che sembrava una procedura infallibile, sta emergendo una questione ben più complessa. E una recente decisione ufficiale rischia di cambiare le carte in tavola, mettendo in discussione qualcosa che finora sembrava intoccabile.

Il semaforo era rosso, ma qualcosa non torna

Tutto comincia con una multa, una delle tante. Un automobilista viene sanzionato per aver attraversato l’incrocio con il semaforo rosso. A rilevare l’infrazione non è stato un agente in carne e ossa, ma un sistema automatico, come ormai avviene in moltissime città italiane. Nessuna contestazione immediata, nessuna verifica sul posto: solo una foto e una notifica.

Fin qui, nulla di nuovo. Ma questa volta succede qualcosa di diverso. L’automobilista decide di opporsi e il caso arriva fino al Garante per la Privacy. Ed è qui che le cose si complicano. Perché l’Autorità solleva un punto fondamentale: se la rilevazione avviene senza alcuna verifica umana e senza che il dispositivo rispetti precisi requisiti normativi, allora la sanzione può non essere valida.

Il riferimento è all’articolo 201 del Codice della Strada, che permette la contestazione ‘differita’ solo in presenza di dispositivi omologati e regolarmente segnalati. Ma soprattutto, è la totale automatizzazione del processo ad aver sollevato perplessità: se non c’è alcuna attività da parte dell’amministrazione nell’accertamento, viene meno anche il controllo sull’uso corretto dei dati personali. E quindi anche la legittimità della multa.

Semaforo rosso e cartello di avviso "controllo elettronico violazioni semaforiche"
Semaforo rosso, quando la multa non è valida – circuitolavoro.it

Una multa non è automatica solo perché lo dice una macchina

Passare col rosso resta una violazione, ma il modo in cui viene accertata fa la differenza. La decisione del Garante non legittima l’infrazione, ma impone che il sistema che la rileva sia trasparente, omologato e verificabile. In caso contrario, anche l’infrazione più evidente può diventare contestabile.

Per chi riceve una sanzione di questo tipo, vale la pena controllare: il dispositivo era omologato? C’era un controllo umano nella procedura? Era presente l’obbligatoria segnaletica? Se la risposta è no, si può fare ricorso. Perché le regole valgono per tutti, anche per chi le fa rispettare.