Addio regali dai parenti, da oggi non possono darti più soldi: ti arriva la finanza a casa | Ti bussa alla porta

Stop ai regali dai parenti - circuitolavoro.it
La Guardia di Finanza sta effettuando controlli anche se il denaro è stato regalato da un proprio parente: l’errore che può costare caro.
Succede da sempre e succede a tutti. C’è chi riceve un aiuto dai genitori per pagare l’affitto, chi si ritrova un bonifico dai nonni per un compleanno importante, e chi magari si fa sostenere economicamente da un fratello o una sorella in un momento complicato. È la normalità, soprattutto in Italia, dove la rete familiare spesso funziona come un piccolo welfare parallelo. Non serve essere ricchi per ricevere un regalo in denaro: bastano l’affetto, il bisogno e quel senso di dovere morale che spesso lega una generazione all’altra.
Eppure, anche queste forme di aiuto oggi rischiano di trasformarsi in un problema. E non tanto perché siano vietate – anzi – ma perché possono far scattare controlli fiscali inaspettati. È bastata una sentenza per riaccendere l’attenzione sull’argomento e rimettere tutto in discussione.
La sentenza che cambia tutto (o quasi)
La Corte di Giustizia Tributaria di secondo grado della Puglia ha stabilito che i soldi ricevuti da un familiare non possono essere considerati automaticamente un reddito nascosto, come invece spesso ha fatto l’Agenzia delle Entrate. Una decisione importante, perché ribadisce un principio ovvio nella vita reale, ma non sempre scontato per il Fisco: tra familiari ci si aiuta, e questo non può essere trattato come evasione. Una buona notizia, dunque. Ma solo a metà.
Perché se è vero che la donazione da parte di un parente non è più considerata di per sé sospetta, è altrettanto vero che serve dimostrare che si tratta proprio di un regalo e non di altro. E qui la teoria si scontra con la pratica. L’Agenzia delle Entrate, oggi, non pretende che si paghino tasse sui soldi ricevuti, ma chiede spiegazioni chiare. E se queste spiegazioni non arrivano, scatta l’accertamento.

Il Fisco non si accontenta più della parola
Insomma, non basta ricevere un bonifico con la causale ‘auguri’ o ‘ti penso’: servono prove concrete, o almeno coerenti, che giustifichino il trasferimento di denaro. Un aiuto documentato, insomma. Anche se arriva da mamma o papà.
Ecco perché il pericolo – concreto – è che basta un regalo fatto male per far partire un controllo fiscale, con tutto quello che ne consegue. L’Agenzia può contestare un aumento patrimoniale non spiegato, ritenere che si tratti di compensi in nero, e chiedere non solo chiarimenti, ma anche tasse e sanzioni. Nei casi peggiori, può intervenire anche la Guardia di Finanza, se l’importo è elevato o se il contribuente è già sotto osservazione.
È un rischio? Sì, ma evitabile. Basta un po’ di attenzione: una causale precisa, la tracciabilità del rapporto familiare, e magari una dichiarazione da parte di chi invia i soldi. Perché un regalo resta un regalo, ma per il Fisco – senza spiegazioni – può sembrare tutt’altro.