Addio patente B over 65: “Siete vecchi e andate a piedi” | Tutti bocciati senza nemmeno guardare

Addio patente dopo i 65 anni: cosa sta succedendo - circuitolavoro.it
Rinnovare la patente nel 2025, una volta superati i 65 anni, non sarà più una formalità, ma un meccanismo minato da ostacoli e pregiudizi.
Ad oggi, chi guida dopo i 65 anni è spesso percepito come ‘vecchio’, con riflessi rallentati e capacità ridotte. È un pregiudizio duro a morire, che ha alimentato per anni l’idea che servisse una legge per fermare automaticamente il rinnovo della patente oltre una certa età. Una teoria sempre respinta in nome di un principio fondamentale: la libertà di scelta. Eppure, nel 2025, qualcosa sembra essersi incrinato.
Non a caso, in questi anni crescono le segnalazioni di over 65 in piena salute respinti al rinnovo, messi da parte non per ragioni cliniche ma per valutazioni poco chiare. E con la patente, se ne va anche una fetta importante di autonomia.
Ma cosa sta succedendo esattamente? C’è un meccanismo invisibile che diventa concreto, alimentato da un pregiudizio che parte ancor prima dei 65 anni, ma che proprio a quella soglia raggiunge il picco, con moltissime persone costrette a rinunciare alla propria patente e a tutto ciò che ne consegue.
La Commissione Medica e quei controlli che iniziano troppo presto
Tutti parlano del giro di vite dopo i 65, ma il primo vero scatto si ha già a 50 anni, quando la validità della patente scende da 10 a 5 anni. Un cambiamento apparentemente innocuo, che però innesca una macchina di controlli più frequenti, rigorosi e spesso discrezionali. Il punto non è solo la visita medica, ma il fatto che da quel momento in poi chi guida viene osservato con sospetto crescente, anche in assenza di motivi oggettivi.
Un 65enne con riflessi pronti, vista perfetta e nessuna patologia può vedersi contestata l’idoneità alla guida, mentre un trentenne con disturbi cognitivi o farmacologici continua a guidare senza controlli particolari. Il motivo? Un’idea radicata ma distorta: che la sicurezza si misuri solo in base alla data di nascita. Eppure, i dati sugli incidenti stradali non confermano questa teoria, anzi, la sbugiardano.

Striscia la Notizia ne parla con Salvini (che la patente la rinnova anche lui)
A dare voce a queste criticità è stata Striscia la Notizia, che ha puntato i riflettori proprio sul nodo dei controlli anticipati, chiedendo chiarimenti direttamente al Ministro dei Trasporti Matteo Salvini, classe 1973, quindi 52 anni appena compiuti. In pratica, pienamente coinvolto in questo meccanismo.
Salvini ha risposto che alla fine, nella fascia dei ‘sorvegliati speciali’, ci rientra anche lui. Ma dietro l’ironia, ha anche confermato che al Ministero si sta lavorando a una revisione del Codice della Strada, soprattutto per quanto riguarda l’obbligo di controlli più serrati già a partire dai 50 anni. Una promessa, questa, che non è passata di certo inosservata.