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Rinnovo Contratto Metalmeccanici 2024-2027: novità per il settore

Il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) per i metalmeccanici, in vigore dal 2024 al 2027, è al centro di un acceso confronto tra le parti sociali, con importanti novità riguardanti aumenti salariali, misure per la sicurezza sul lavoro e nuove opportunità di welfare aziendale. Vediamo nel dettaglio le principali questioni trattate nelle trattative.

Introduzione al Rinnovo del Contratto Metalmeccanici 2024 – 2027

Il 30 maggio 2024, è stato avviato il primo incontro per il rinnovo del CCNL dei metalmeccanici, coinvolgendo le organizzazioni datoriali Federmeccanica e Assistal insieme ai sindacati FIM, FIOM e UILM. Questo contratto riguarda oltre un milione di lavoratori, una forza fondamentale per il PIL e l’export nazionale. Tuttavia, il confronto ha visto divergenze su tematiche fondamentali come la formazione, l’inquadramento professionale e la sicurezza sul lavoro, con la FIOM che ha lamentato difficoltà nel raggiungere un accordo.

I sindacati hanno richiesto un aumento salariale di 280 euro nei prossimi tre anni, una proposta respinta fermamente da Confindustria, che ha difeso il modello economico attuale. Nonostante il rallentamento della produzione, Federmeccanica ha presentato una controproposta, offrendo un’unica somma una tantum di 700 euro per le aziende senza contratti integrativi, ma senza prevedere aumenti salariali legati ai contratti.

Aumenti salariali previsti

Le trattative per il rinnovo del ccnl sono attualmente in stallo, con le richieste dei sindacati che includono un aumento salariale che porterebbe il trattamento minimo del livello C3 a 1.931,64 euro al mese. Questo adeguamento è mirato a compensare la perdita del potere d’acquisto dovuta all’inflazione, a cui si aggiungono richieste per adeguamenti salariali annuali in linea con l’inflazione e l’IPCA NEI. Inoltre, si auspica l’introduzione di aumenti collegati alla profittabilità aziendale e un maggiore utilizzo dei premi di risultato.

Nel caso in cui non si raggiunga un accordo, i sindacati stanno considerando forme di mobilitazione come il blocco degli straordinari e delle flessibilità. Dall’altra parte, Federmeccanica ha ribadito che la redistribuzione della ricchezza deve avvenire solo a fronte di un aumento della produzione, ritenendo fondamentali i premi di risultato, che già coinvolgono una larga fetta dei lavoratori.

Indennità e premi di risultato

Una delle principali novità riguarda la proposta di rivalutazione delle indennità e l’introduzione di premi aziendali legati ai risultati raggiunti dalle aziende. I sindacati suggeriscono che la redistribuzione dei profitti possa avvenire solo se il margine operativo lordo (MOL) supera il 10% del fatturato. Per le aziende che non raggiungono tale limite, è previsto un maggiore controllo sui costi e l’investimento di parte dei margini per l’innovazione.

A partire da giugno 2026, per le aziende che superano il limite del 10% di MOL, i dipendenti potranno beneficiare di un premio di 700€ lordi annui, ridotto a 350€ per coloro che già ricevono premi individuali. Per quelle aziende con MOL inferiore, invece, si applicherà la normativa attuale.

Riduzione dell’orario di lavoro

Un altro punto importante del rinnovo riguarda la proposta di ridurre l’orario di lavoro a 35 ore settimanali, una riduzione di 5 ore rispetto alle attuali 40. L’intenzione è quella di adattare le esigenze delle aziende in transizione, crisi o riqualificazione, ma senza compromettere la produttività. La proposta prevede una fase di sperimentazione in determinati settori, con la possibilità di estendere la misura a livello nazionale in futuro.

Una delle soluzioni ipotizzate è la rimodulazione dell’orario su quattro giorni, con giornate lavorative di nove ore, senza modificare il totale delle ore settimanali. L’iniziativa è pensata per migliorare la qualità della vita lavorativa, permettendo un migliore equilibrio tra vita privata e lavoro.

Salute, sicurezza e sostenibilità

Nel rinnovo del contratto, i sindacati hanno posto l’accento su misure per garantire una maggiore salute, sicurezza e sostenibilità nei luoghi di lavoro. Tra le proposte ci sono il rafforzamento delle politiche di prevenzione per la sicurezza sul lavoro, in particolare per le aziende con oltre 200 dipendenti, con formazione continua e coinvolgimento degli RLS (Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza) nelle piccole imprese.

Inoltre, in ottica di nuovi progetti di sostenibilità ambientale, i sindacati chiedono incentivi per ridurre i rifiuti e le emissioni di CO2, aggiornamenti annuali sugli obiettivi ambientali e incentivi per l’utilizzo del trasporto pubblico, con benefit fino a 400 euro per i lavoratori.

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