Le dimissioni per giusta causa rappresentano un diritto fondamentale per il lavoratore che si trovi in una situazione insostenibile sul posto di lavoro.
In questa guida analizzeremo cosa sono, in quali circostanze possono essere presentate, quali conseguenze comportano e come è possibile contestarle.
Le dimissioni per giusta causa consentono al lavoratore di interrompere immediatamente il rapporto di lavoro senza obbligo di preavviso, a seguito di gravi violazioni da parte del datore di lavoro. Questo strumento tutela il dipendente quando le condizioni lavorative diventano inaccettabili e rendono impossibile proseguire l’attività.
A differenza delle dimissioni volontarie per motivi personali o professionali, in caso di dimissioni per giusta causa sussistono situazioni oggettive e gravi, come il mancato pagamento dello stipendio, il trasferimento forzato in una sede lontana senza giustificazione, molestie, mobbing o un demansionamento non motivato.
La normativa di riferimento è il Codice Civile, in particolare l’articolo 2119, che stabilisce la possibilità di recedere dal contratto di lavoro senza preavviso in presenza di una causa che renda insostenibile la prosecuzione dell’impiego.
Un lavoratore può avvalersi di questa forma di dimissioni quando il datore di lavoro commette gravi inadempienze che pregiudicano il normale svolgimento dell’attività lavorativa. Alcuni esempi includono:
Poiché queste dimissioni hanno effetto immediato, il lavoratore non è tenuto a rispettare il periodo di preavviso e può rassegnare le dimissioni con una comunicazione formale. Tuttavia, è fondamentale raccogliere prove concrete delle irregolarità subite per evitare contestazioni da parte del datore di lavoro.
Negli ultimi anni, la procedura per dimettersi per giusta causa è stata semplificata grazie alla digitalizzazione. Il lavoratore può comunicare la propria decisione direttamente attraverso il portale del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, utilizzando il sistema telematico ufficiale. Per accedere e compilare il modulo di dimissioni, è necessario autenticarsi con SPID o Carta d’Identità Elettronica (CIE).
Durante la compilazione del modulo, è essenziale inserire correttamente tutte le informazioni richieste, tra cui:
Una volta inviata la comunicazione, il datore di lavoro riceverà una notifica e la cessazione del rapporto di lavoro avrà effetto immediato. Successivamente, l’azienda dovrà ufficializzare l’interruzione presso il Centro per l’Impiego attraverso l’invio del modello UNILAV.
È importante seguire attentamente questa procedura per evitare problemi di validità delle dimissioni e garantire il riconoscimento dei diritti spettanti, tra cui la possibilità di accedere alla NASpI (Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego) in caso di disoccupazione.
Le dimissioni per giusta causa producono diversi effetti giuridici ed economici a tutela del lavoratore. Oltre all’interruzione immediata del rapporto di lavoro senza obbligo di preavviso, il dipendente può beneficiare di alcuni diritti economici e previdenziali:
Con l’approvazione della Legge 203/2024 (Collegato Lavoro), a partire dal 12 gennaio 2025, entra in vigore un’ulteriore modalità di cessazione del rapporto di lavoro: le dimissioni per fatti concludenti.
Questa disposizione stabilisce che, in caso di assenza ingiustificata prolungata, il rapporto di lavoro si consideri automaticamente risolto per volontà del dipendente, anche in assenza di una comunicazione esplicita.
Da un lato, la norma semplifica la gestione delle assenze ingiustificate, permettendo ai datori di lavoro di evitare lunghe procedure amministrative. Dall’altro, garantisce comunque al dipendente la possibilità di far valere le proprie ragioni, evitando che la risoluzione del rapporto di lavoro avvenga in modo arbitrario.
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