Il congedo parentale è un diritto fondamentale per i lavoratori, permettendo di prendersi cura dei propri figli nei primi dodici anni di vita. Recentemente, la possibilità di frazionare questo congedo a ore ha introdotto maggiore flessibilità. Ma quali sono i limiti e le modalità di calcolo per questo tipo di congedo?
La legge n. 228 del 2012 ha permesso ai lavoratori di usufruire del congedo parentale a ore, un’opzione utile per soddisfare le esigenze familiari senza dover assentarsi per un’intera giornata. Tuttavia, esistono limiti specifici: superato un certo numero di ore in un giorno, il congedo viene considerato interamente fruito. Questi limiti sono stabiliti dalla contrattazione collettiva e possono variare in base al CCNL di riferimento.
È importante ricordare che, a differenza dei congedi di maternità e paternità, il congedo parentale non è obbligatorio. Spetta al lavoratore decidere se usufruirne, accettando una riduzione della retribuzione, che di solito corrisponde al 30% dello stipendio.
Tutti i genitori che hanno un rapporto di lavoro dipendente possono richiedere il congedo parentale, che si applica ai genitori naturali, adottivi e affidatari fino al compimento del 12° anno del figlio. Le recenti modifiche normative hanno introdotto tutele maggiori per i lavoratori, stabilendo un limite di 11 mesi di congedo per i genitori monoparentali e di 10 mesi per le coppie.
È fondamentale non confondere il congedo parentale con i permessi per allattamento. Questi ultimi sono concessi solo per il primo anno di vita del bambino e hanno una durata limitata a 1 o 2 ore al giorno, a seconda dell’orario di lavoro. Al contrario, il congedo parentale può essere fruito in modo più flessibile, e non ha restrizioni temporali simili a quelle dei permessi per allattamento.
Durante il congedo parentale, i lavoratori ricevono un’indennità pari al 30% della retribuzione media giornaliera, con recenti modifiche che hanno esteso la copertura dell’indennità a 9 mesi. Inoltre, per il primo mese di congedo, la retribuzione è elevata all’80% e al 60% nel secondo mese, per gli eventi successivi al 31 dicembre 2022 e 2023, rispettivamente.
Per richiedere il congedo parentale a ore, i genitori possono utilizzare una procedura telematica disponibile sul sito dell’INPS o contattare il numero verde per assistenza. È essenziale che la domanda venga presentata prima dell’inizio del periodo di congedo richiesto; in caso contrario, l’indennità verrà riconosciuta solo per i giorni successivi alla data di presentazione.
Nella domanda, il richiedente deve specificare se intende usufruire del congedo parentale a ore in base al CCNL o secondo il criterio generale (che stabilisce che le ore di permesso devono corrispondere alla metà dell’orario di lavoro giornaliero).
L’INPS ha chiarito che il congedo parentale a ore non è cumulabile con i permessi per allattamento e con i 3 giorni di permesso per genitori di figli disabili. Tuttavia, è compatibile con i permessi previsti dalla Legge 104 per l’assistenza ai disabili, consentendo la richiesta di permessi sia per congedo parentale sia per assistenza.
Il congedo parentale a ore rappresenta una risorsa preziosa per i genitori che desiderano equilibrare lavoro e vita familiare. Conoscere le regole, i limiti e le modalità di richiesta può aiutare a gestire al meglio questo diritto, garantendo una maggiore flessibilità nelle scelte quotidiane. Pe rimanere aggiornato, visita la nostra pagina dedicata alle news.
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