Il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) Scuola è uno strumento fondamentale per disciplinare le condizioni di lavoro del personale scolastico in Italia. Rinnovato recentemente, esso introduce significativi cambiamenti sia a livello salariale che normativo, con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita lavorativa dei docenti e del personale ATA.
Questo articolo offre una panoramica delle principali novità del CCNL Scuola, tra cui gli aumenti salariali previsti, le modifiche ai congedi parentali, le nuove opportunità di mobilità per il personale e gli aggiornamenti sulla stabilizzazione dei contratti. Inoltre, esploreremo come il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) si intreccia con le modifiche del CCNL, portando innovazioni al sistema educativo italiano.
Il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) per il comparto scuola, siglato tra l’ARAN e le organizzazioni sindacali, regola le condizioni di lavoro per il personale scolastico sotto vari aspetti. Dal punto di vista normativo, stabilisce le regole relative a orari di lavoro, mansioni, qualifiche e la stabilità del rapporto. Dal punto di vista economico, definisce gli aspetti legati alla retribuzione, ai trattamenti di anzianità e ad altri benefici.
Questo contratto si applica a tutto il personale delle scuole statali, sia con contratto a tempo indeterminato che determinato, e include i docenti di tutti i livelli scolastici, nonché il personale educativo, tecnico, amministrativo e ausiliario (ATA).
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A partire dal cedolino di gennaio 2025, il personale scolastico inizierà a ricevere un anticipo mensile sugli aumenti salariali previsti dal rinnovo del CCNL Scuola 2022-2024. Fino alla firma del nuovo contratto, i docenti e il personale ATA vedranno un incremento mensile, che andrà da 46 a 116 euro lordi, aggiunto alla normale retribuzione. Questa misura si inserisce nell’ambito dell’anticipo dell’aumento previsto per il rinnovo contrattuale, come comunicato dal sindacato Flc Cgil sul portale NoiPA.
L’anticipo mensile rappresenta oltre il 50% dell’aumento complessivo che sarà definito dal nuovo contratto. Nel 2024, l’anticipo era stato erogato in una soluzione unica a dicembre 2023, mentre dal 2025 il pagamento sarà distribuito ogni mese fino alla firma definitiva del contratto. Al momento della sottoscrizione del nuovo CCNL, sarà corrisposto il saldo dell’aumento previsto.
Gli importi dell’anticipo variano a seconda della posizione professionale. Per esempio, i collaboratori scolastici in fascia stipendiale 0-8 riceveranno 46,97 euro lordi al mese, mentre i docenti della scuola secondaria in fascia 35 percepiranno 116,65 euro lordi.
Inoltre, la Legge di Bilancio 2025 prevede significativi finanziamenti per migliorare l’offerta formativa: 93,4 milioni di euro per il miglioramento dell’insegnamento, 100 milioni per il sostegno dei docenti tutor e orientatori, e 75 milioni per la stabilizzazione dei docenti di sostegno, a partire dall’anno scolastico 2025/2026. Sono anche previsti 111 milioni di euro per potenziare le scuole nel periodo 2025/2026.
Riguardo agli aumenti stipendiali, è stato previsto un incremento del 6% per il contratto 2022-2024 e un ulteriore aumento a regime del 5,4% per la successiva tornata contrattuale (2025-2027), che supera l’inflazione programmata. Il taglio del cuneo fiscale per i redditi fino a 40.000 euro comporterà un incremento aggiuntivo tra il 6% e il 7% degli stipendi del personale scolastico. Inoltre, ci sarà un aumento delle cattedre per i docenti di sostegno, con 256 posti aggiuntivi, arrivando a un totale di 1.866 unità. Partirà anche un piano di stabilizzazione per il personale di sostegno dal 2025.
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Lo stipendio di un docente è composto principalmente da una paga base e dalla Retribuzione Professionale Docenti (RPD), che viene integrata da eventuali compensi per ore extra. La RPD è una componente salariale specifica per il personale docente e educativo nelle scuole italiane, introdotta dal CCNL 2000/2001. Essa non è legata a prestazioni aggiuntive come attività extra, progetti o incarichi speciali. L’articolo 7 del CCNL prevede che i docenti ed educatori ricevano compensi accessori suddivisi in tre fasce, con la RPD corrisposta per dodici mensilità.
L’importo della RPD dipende dall’anzianità di servizio del docente, con valori mensili lordi che variano a seconda dell’esperienza. Le fasce retributive aggiornate stabiliscono i seguenti importi:
La RPD è un compenso accessorio che spetta ai docenti di ruolo e a quelli non di ruolo con contratto annuale (fino al 30 giugno o al 31 agosto). Non è prevista per i docenti con supplenze brevi o saltuarie. Tuttavia, la Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 20015/2018, ha stabilito che escludere i docenti con supplenze brevi dal percepire la RPD è illegittimo e discriminatorio.
Nonostante le normative europee in favore della parità di trattamento, il Ministero dell’Istruzione non ha ancora esteso uniformemente la corresponsione della RPD a tutti i docenti aventi diritto, creando così disuguaglianze. A causa di ciò, molti precari sono stati costretti a intraprendere azioni legali per ottenere il riconoscimento di tale compenso.
La RPD viene pagata mensilmente insieme alla retribuzione ordinaria, e appare nel cedolino stipendiale sotto la voce “Retribuzione Professionale Docenti”. Essendo un emolumento fisso e continuativo, la RPD è corrisposta per 12 mensilità all’anno, salvo sospensioni delle attività didattiche, a condizione che il contratto sia ancora in essere. Non viene corrisposta ai docenti con supplenze brevi o saltuarie, a meno che non vi siano specifiche sentenze giuridiche che ne riconoscano il diritto.
A breve, sarà sottoscritto il Contratto Collettivo Nazionale Integrativo (CCNI) relativo alla mobilità del personale docente, educativo e ATA per il triennio 2025-2028. Questo documento è frutto di un lungo lavoro congiunto tra sindacati e amministrazione, finalizzato a includere le normative più recenti e le modifiche introdotte nel sistema scolastico. Sebbene il testo definitivo non sia ancora pronto, le proposte emerse riguardano alcuni aspetti che sono già stati discussi e su cui è stato raggiunto un accordo tra il Ministero e le organizzazioni sindacali.
Tra le principali novità che potrebbero emergere, c’è la conferma dei vincoli relativi alle preferenze espresse dai docenti nella domanda di mobilità. Ad esempio, se un docente viene trasferito in una delle scuole scelte, non potrà chiedere un altro trasferimento nel triennio successivo. Inoltre, si confermeranno i vincoli per i neoassunti in ruolo e per i docenti assunti da GPS sostegno, salvo modifiche normative dell’ultimo minuto.
Un’importante novità riguarda il passaggio di ruolo per i docenti che appartengono a classi di concorso aggregate, come previsto dal DM 255/2023. Sarà consentito anche il passaggio su sostegno per i docenti con specializzazione, ma privi di abilitazione.
Un altro punto discusso è il vincolo quinquennale per i docenti assegnati a posti di sostegno, che dovranno rimanere su questo tipo di posto per cinque anni, ma potranno chiedere il trasferimento solo su un altro posto di sostegno. I vincoli si estendono anche a chi ha lavorato su sostegno in qualità di supplente, compreso il periodo di prova.
Tra le altre proposte, c’è la possibilità che la precedenza per l’assistenza a un genitore con disabilità venga estesa a tutte le fasi della mobilità, oltre a quelle comunali e provinciali. Inoltre, potrebbero essere introdotti cambiamenti nei punteggi per la graduatoria interna, con un aumento dei punti per il pre-ruolo e un eventuale punteggio per i docenti che lavorano in scuole a rischio di abbandono scolastico.
La Legge di Bilancio 2024, n. 207, ha introdotto significative modifiche in merito ai congedi parentali per docenti e personale ATA, prevedendo un totale di 9 mesi di congedo tra i due genitori. A partire dal 1° gennaio 2025, sono entrate in vigore importanti novità, illustrate da un’analisi dell’Anquap.
Principali modifiche:
Dettaglio della retribuzione per il personale scolastico:
Ogni genitore ha diritto a un periodo indennizzabile di 3 mesi non trasferibile all’altro, per un totale di 9 mesi di congedo (6 mesi condivisi tra i genitori e un ulteriore periodo di 3 mesi riservato a un solo genitore).
Il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) sta mirando a trasformare il sistema educativo italiano con investimenti significativi in digitalizzazione, innovazione didattica e sostenibilità. L’obiettivo è ridurre il divario tecnologico, modernizzare le infrastrutture scolastiche e rafforzare le competenze di studenti e docenti. Le risorse destinate a queste iniziative puntano a creare ambienti di apprendimento più inclusivi e moderni, promuovendo l’adozione di metodologie didattiche innovative e potenziando le competenze digitali.
Il Piano prevede finanziamenti per diversi ambiti, tra cui:
Le priorità del PNRR per l’istruzione includono:
In questo paragrafo, risponderemo alle domande più frequenti riguardanti il CCNL Scuola, offrendo un’analisi approfondita degli stipendi, delle opportunità e dei cambiamenti introdotti con il rinnovo del contratto.
Il 2025 porta novità significative per il personale scolastico, in particolare grazie alle disposizioni contenute nell’articolo 85 della Legge di Bilancio. Una delle principali misure è l’estensione della Carta del docente anche ai docenti con contratto di supplenza annuale su posto vacante. Questa estensione prevede un importo annuale che può arrivare fino a 500 euro, con l’importo specifico determinato ogni anno tramite decreto ministeriale. Per finanziare questa iniziativa, la Legge di Bilancio prevede un aumento di 60 milioni di euro nell’autorizzazione di spesa, con l’impegno a monitorare attentamente l’utilizzo delle risorse, garantendo maggiore trasparenza e controllo sull’impiego di tali fondi.
In aggiunta, sono previsti incentivi per il personale scolastico che si trova in particolari situazioni familiari. Ad esempio, le madri con due figli, di cui uno sotto i 10 anni, o con tre figli, di cui almeno uno minorenne, potranno beneficiare di bonus dedicati. Sono inoltre previsti incentivi per il personale monoparentale o con figli a carico, offrendo un supporto economico extra per queste categorie.
A partire dal 19 gennaio 2024 è entrato ufficialmente in vigore il CCNL per il comparto dell’Istruzione e della Ricerca 2019-2021. Questo contratto, firmato definitivamente il 18 gennaio 2024, regola le condizioni di lavoro di docenti e personale ATA, stabilendo gli aspetti economici e normativi per il periodo 2019-2021. Si tratta di un importante strumento che definisce le retribuzioni, le modalità di inquadramento e le altre condizioni lavorative per tutti coloro che operano nel settore dell’istruzione.
Gli insegnanti attualmente rientrano sotto il CCNL Istruzione e Ricerca 2019-2021, che regola tutte le normative, i diritti e le condizioni economiche per il personale del comparto scolastico. Questo contratto collettivo, che include docenti e personale ATA, è in vigore dal 19 gennaio 2024 e si applica a tutti i professionisti che lavorano nel sistema educativo italiano.
Gli stipendi degli insegnanti sono spesso presentati in termini lordi, ma per determinare l’importo netto, è necessario sottrarre le imposte e i contributi previdenziali. Tuttavia, è difficile fornire una cifra precisa per tutti i docenti, poiché vari fattori, come la regione in cui si lavora, possono influire sull’importo finale. Di seguito è possibile trovare una stima degli stipendi netti degli insegnanti nel 2024, calcolata in base alle remunerazioni lorde stabilite dal CCNL 2019-2021.
Categoria | 0-8 anni | 9-14 anni | 15-20 anni | 21-27 anni | 28-34 anni | Oltre 35 anni |
Scuola dell’infanzia | 1.300 € | 1.400 € | 1.500 € | 1.600 € | 1.700 € | 1.800 € |
Scuola primaria | 1.350 € | 1.400 € | 1.500 € | 1.600 € | 1.700 € | 1.800 € |
Scuola secondaria I grado | 1.400 € | 1.500 € | 1.600 € | 1.700 € | 1.800 € | 1.900 € |
Scuola secondaria II grado (laureato) | 1.500 € | 1.600 € | 1.700 € | 1.800 € | 1.900 € | 2.050 € |
Scuola secondaria II grado (diplomato) | 1.350 € | 1.450 € | 1.550 € | 1.650 € | 1.800 € | 1.950 € |
Per sapere a quale Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro si è soggetti, è sufficiente consultare la parte superiore della propria busta paga. Qui è indicato il livello di inquadramento del lavoratore, che corrisponde alla base di calcolo per determinare la retribuzione applicata.
Secondo le ultime rilevazioni, i contratti nazionali più vantaggiosi dal punto di vista salariale includono:
Le tabelle e i documenti relativi ai contratti nazionali possono essere consultati online attraverso il portale del CNEL (Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro), dove è possibile accedere a una vasta raccolta di documenti classificati per tipo di contratto e istituti contrattuali.
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