Reflusso gastroesofageo: ecco perché molte persone lo scambiano per un attacco di cuore

Reflusso gastroesofageo (Fonte: Canva) - www.circuitolavoro.it
Ecco perché molte persone confondono i sintomi del reflusso gastroesofageo con l’attacco di cuore.
I ritmi della vita frenetica di oggi giorno ci portano spesso ad assumere uno stile di vita sregolare, con conseguente aumento di particolari patologie che ci peggiorano la qualità di vita. Molto spesso sentiamo o pronunciamo noi stessi la frase: “mangio qualcosa al volo e scappo”.
Abbiamo troppe cose da fare: lavoro, famiglia, impegni burocratici e così via, che ci fanno sperare spesso che un giorno duri più di 24 ore. Quando non possiamo rallentare però, iniziamo a mangiare male, fare poca attività fisica, vivere perennemente uno stato d’ansia per la paura di non farcela e così assumiamo cattive abitudini, che possono portare, tra le tante cose, anche all’insorgenza del reflusso gastroesofageo, visto che stress, obesità e sedentarietà, sono solo alcuni dei motivi per cui sopraggiunge.
È bene conoscere questa patologia, in quanto capita spesso che molti cittadini lo scambino per un attacco di cuore o viceversa. Per questo motivo bisognerebbe conoscere entrambi.
Cos’è il reflusso gastroesofageo e l’attacco di cuore
La malattia da reflusso gastroesofageo sopraggiunge quando i succhi gastrici vengono in contatto con la parete dell’esofago, causando quel tipico bruciore di stomaco e rigurgito acido che chi ne soffre, lamenta quotidianamente. Il passaggio normale dallo stomaco all’esofago avviene durante la giornate, tendenzialmente dopo aver consumato i pasti. Quando però questa azione fisiologica supera determinate soglie, in termini proprio di frequenza e di durata, si parla di una vera e propria malattia, con sintomi “tipici” e “atipici” da tenere in considerazione.
L’infarto del miocardio invece si verifica quando un coagulo di sangue, detto trombo, interrompe all’improvviso il flusso di sangue, all’interno dell’arteria coronaria. L’attacco cardiaco può essere fatale, per questo motivo è fondamentale non confondere i sintomi tra un infarto e una malattia meno grave, come per esempio un’indigestione. Quindi, perché spesso si confondono i sintomi del reflusso gastroesofageo con un infarto?

Perchè si confondono spesso i sintomi
Pur essendo malattie diverse che coinvolgono organi diversi, voi lo sapete perché spesso i sintomi del reflusso gastroesofageo vengono confusi con quelli di un attacco di cuore? In merito ai problemi di stomaco, bisogna dividere i sintomi tra quelli tipici (bruciore dietro lo sterno e rigurgito acido in bocca) e quelli atipici (tosse, dolore alla gola, dolore toracico, difficoltà digestive, sensazione di nodo alla gola e così via), mentre i sintomi più frequenti dell’infarto ci sono: oppressione toracica, dolore che si estende dal braccio sinistro, alla spalla, fino a dietro alla schiena, dolore prolungato alla bocca dello stomaco, nausea e vomito e così via.
Come avrete potuto notare dunque, è facilissimo, soprattutto per una persona non esperta, scambiare i sintomi di una patologia con quella dell’altra e viceversa. Evitate dunque di improvvisarvi medici, cercando di farvi autodiagnosi con Google o ChatGPT, ma in presenza di questi sintomi, recatevi immediatamente dal vostro medico curante che vi suggerirà immediatamente gli esami da fare e gli specialisti da consultare e in caso di sintomi gravi, recatevi immediatamente al pronto soccorso. Il tempismo in questo caso è alla base della sopravvivenza, anche perché è sempre meglio prevenire che curare.