Busta paga e stipendi: novità 2024

Il 2024 porta importanti modifiche nelle buste paga e negli stipendi dei lavoratori italiani. Infatti, la Legge di Bilancio 2024 introduce nuove normative, focalizzate su aumenti stipendiali e bonus diversificati. Particolare attenzione è rivolta agli sgravi contributivi, che mirano a ridurre il carico fiscale per i lavoratori.

Per giunta, vedremo un taglio delle aliquote Irpef, che influenzerà in modo positivo il potere d’acquisto dei dipendenti. Queste modifiche rappresentano un passo importante verso il miglioramento delle condizioni lavorative in Italia, dando un impulso notevole al reddito disponibile dei lavoratori.

Bonus contributivo e riduzione del cuneo fiscale

Nel 2024, gli sgravi contributivi giocano un ruolo fondamentale nel miglioramento delle buste paga dei lavoratori italiani. Le buste paga per importi fino a 2.692 euro lordi beneficeranno di uno sgravio contributivo, che riduce la percentuale di contributi normalmente a carico del lavoratore. Questo sgravio è fissato al 9,19% per il settore privato e all’8,80% per il settore pubblico dell’imponibile lordo.

Le regole che si applicheranno nel prossimo anno sono le stesse introdotte a luglio 2023. In dettaglio, lo sgravio sarà del:

  • 7% (con un’aliquota del 2,19% nel settore privato e 1,80% nel settore pubblico) per le buste paga fino a 1.923 euro lordi;
  • 6% (aliquota del 3,19% nel settore privato e 2,80% nel settore pubblico) per gli importi che superano tale soglia ma non eccedono i 2.692 euro lordi.

Una novità rispetto al passato è che lo sgravio non si applicherà alla tredicesima mensilità, diversamente dal 2022 quando era applicato ma solo al 3% e 2%.

Bonus contributivo per le madri lavoratrici

La Legge di Bilancio 2024 introduce un sgravio contributivo specifico per le mamme con almeno due figli, purché il minore abbia meno di dieci anni. Questo sgravio prevede una riduzione totale dei contributi fino a 3.000 euro all’anno. Per le mamme di tre o più figli, il beneficio è esteso fino al diciottesimo anno di età del figlio più giovane.

Significa che, per un reddito annuo fino a 35.000 euro, non si dovranno pagare contributi aggiuntivi, grazie a questo sgravio per le mamme che si aggiunge a quello generale per tutti i lavoratori. Per redditi superiori a questa soglia, lo sgravio si applicherà solo sulla parte eccedente i 3.000 euro annui. Qui il risparmio può raggiungere fino a 230 euro al mese.

Taglio delle aliquote IRPEF

La nuova Irpef avrà un impatto significativo sulle buste paga. Oltre ai contributi, anche le imposte vengono trattenute direttamente dal sostituto d’imposta, basandosi sulle aliquote definite dalla normativa vigente.

Importante è la revisione delle aliquote Irpef nel 2024, in particolare per il secondo scaglione di reddito, che interessa la fascia da 15.000 a 28.000 euro lordi. Qui, l’aliquota diminuirà dal 25% al 23%.

Questa modifica comporta un risparmio del 2% sul reddito che rientra nel secondo scaglione. Il beneficio viene esteso anche a chi guadagna oltre i 28.000 euro, ma fino a 50.000 euro. Al di sopra di questa soglia, le detrazioni vengono adeguatamente riviste per bilanciare gli effetti della riforma fiscale.

Dunque, il risparmio del 2%, calcolato su un massimo di 13.000 euro, può portare a un risparmio annuo in busta paga fino a 260 euro. Questi si traducono in circa 20 euro al mese.

Trattamento integrativo (Ex Bonus Renzi): Chi ne beneficia nel 2024

Anche se vi sono state lievi modifiche nel calcolo, nel 2024 chi percepisce un reddito annuo inferiore ai 15 mila euro continuerà a beneficiare del trattamento integrativo. Questo trattamento (precedentemente noto come bonus Renzi) sarà del valore di 100 euro.

Questo beneficio non è accessibile agli incapienti, ovvero coloro che hanno un reddito annuo minore di 8.500 euro. In questa fascia di reddito, infatti, l’Irpef dovuta viene completamente neutralizzata dalle detrazioni. Di conseguenza, il trattamento integrativo spetta a chi riceve uno stipendio lordo mensile superiore a circa 650 euro e fino a 1.153 euro.

Nuove soglie dei fringe benefit

fringe benefit rappresentano una categoria di bonus “facoltativi”, per i quali la Legge di Bilancio 2024 ha introdotto delle migliorie. Queste migliorie rendono i fringe benefit più vantaggiosi, pur lasciando la scelta della loro erogazione al datore di lavoro, che ne sostiene il costo.

Nel 2024, i fringe benefit presentano due importanti novità:

  1. Viene aumentato il limite massimo annuo per la detassazione dei fringe benefit, passando a 1.000 euro per tutti i lavoratori e addirittura a 2.000 euro per coloro che hanno figli.
  2. Oltre ai tradizionali fringe benefit, che comprendono il rimborso delle spese per utenze domestiche come luce, gas e acqua, viene introdotto anche il rimborso per il canone di locazione o gli interessi su mutui abitativi.

Premi di produttività

La Legge di Bilancio 2024 porta novità importanti riguardo ai premi di produttività, confermando l’orientamento già intrapreso nel 2023. Questi premi, erogati a discrezione del datore di lavoro, beneficiano di una cedolare secca ridotta. In particolare, la tassazione sui premi di produttività sarà del 5% anziché del tradizionale 10%. Questa agevolazione fiscale si applica sui compensi erogati fino a un limite di 3.000 euro annui.

Rinnovo dei contratti per i dipendenti pubblici

Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha stanziato 5 miliardi di risorse nella Legge di bilancio 2024 per i rinnovi contrattuali del pubblico impiego, principalmente nel settore Stato, che include Ministeri, comparto Sicurezza, Difesa, Vigili del Fuoco e altre amministrazioni legate al bilancio dello Stato. A partire da gennaio, saranno avviati i rinnovi contrattuali. Le amministrazioni con autonomia di bilancio dovranno adeguarsi a un incremento percentuale di circa il 6%, derivante dai 5 miliardi stanziati.

L’ARAN ha ipotizzato un incremento medio in valore assoluto di circa 170 euro, superiore di circa 40-50 euro rispetto al periodo 2019-2021. Complessivamente, il personale del pubblico impiego avrà un incremento percentuale medio del 6%, in contrasto con il 4% del triennio precedente.

Per il settore della Sanità, il governo ha destinato 3 miliardi, di cui 2 miliardi e 300 milioni sono riservati al rinnovo del contratto, compreso quello del personale dirigenziale come i medici. Gli altri 700 milioni sono destinati alla detassazione del lavoro straordinario e alla riduzione delle liste di attesa.

Un decreto legge è stato emesso parallelamente alla Legge di bilancio, anticipando il 33% degli incrementi previsti per il settore Stato, con uno stanziamento di 2 miliardi dei 5 miliardi totali per il 2024. Entro dicembre, verrà pagata in un’unica soluzione la vacanza contrattuale già erogata a tutti i dipendenti pubblici, con un incremento del 6,7%, un importo rilevante per l’intero anno. Gli enti con autonomia di bilancio dovranno comunque aggiornare la vacanza contrattuale mensilmente con il coefficiente del 6,7% a partire da gennaio.

I primi contratti oggetto di rinnovo saranno nel comparto Sicurezza, Difesa e Vigili del Fuoco, gestiti dal Dipartimento della Funzione Pubblica e dai ministeri interessati. Per i comparti di competenza dell’ARAN, invece, il focus sarà sulla Sanità e sulle Funzioni locali.