Bonus mutuo e affitto da 2.000 euro: guida ai requisiti e alle modalità per il 2024
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Il panorama abitativo italiano si prepara ad accogliere un’importante iniziativa nel corso del 2024: l’introduzione di un bonus dedicato al mutuo e all’affitto. Questo bonus, parte integrante della Legge di Bilancio, rappresenta una risposta diretta alle sfide economiche che molti lavoratori italiani affrontano nel garantirsi una stabile sistemazione abitativa.
In questo articolo, esploreremo i dettagli di questa nuova misura governativa, delineando chi ne ha diritto e le modalità per accedervi. Dalla detassazione dei fringe benefit all’importanza dei limiti di reddito, ci addentreremo nei requisiti e nelle procedure necessarie per beneficiare di questo prezioso sostegno finanziario. Scopriamo insieme come il 2024 si prospetta come un anno di cambiamento e supporto per le spese abitative degli italiani.
Fringe benefit: detassazione e ampliamento delle agevolazioni
Come precedentemente annunciato, la Legge di Bilancio per il 2024 conferma e modifica parzialmente la detassazione dei fringe benefit. Oltre ad aggiornare i limiti di importo, la legge espande la gamma di beni e servizi che possono rientrare tra i cosiddetti fringe benefit. Questo è reso possibile grazie all’introduzione delle spese sostenute per l’affitto o il mutuo.
Il governo ripete un’operazione simile a quanto già fatto da Mario Draghi nel 2022, confermata successivamente nel 2023 e ora nuovamente nel 2024. In precedenza, erano state incluse le spese sostenute dai lavoratori per le utenze domestiche di luce, gas e acqua tra i fringe benefit. Questa volta, alle imprese viene data la possibilità di erogare contributi anche come rimborso per le spese sostenute per l’acquisto o l’affitto di case, una notizia particolarmente benvenuta data l’aumento dei costi nel settore degli affitti e dei mutui, dovuto in parte alla crescente inflazione e ai tassi d’interesse in crescita.
Cos’è il Bonus mutuo e affitto 2024?
L’articolo 6 della Legge di Bilancio per il 2024 prevede che durante il periodo d’imposta 2024, il datore di lavoro avrà la possibilità di rimborsare il dipendente non solo delle spese sostenute per l’energia elettrica, il gas o l’acqua, ma anche per le spese di affitto della prima casa e per gli interessi relativi al mutuo per l’abitazione principale.
Per coloro che vivono in affitto, l’importo rimborsabile sarà calcolato in base al canone mensile, mentre per i mutui, solamente il tasso d’interesse sarà soggetto a rimborso. È importante notare che tutti i lavoratori dipendenti hanno diritto a questa opportunità, ma spetta al datore di lavoro decidere se offrire o meno il bonus. Inoltre, è fondamentale ricordare che il bonus, fino a una certa somma, è completamente detassato.
Limiti di reddito per il Bonus mutuo e affitto nel 2024
Solitamente, per quanto riguarda i fringe benefit, la soglia di detassazione è fissata a 258,23 euro. Tuttavia, il governo negli ultimi anni ha cercato di utilizzare questo strumento per aiutare le aziende a sostenere il reddito dei propri lavoratori, specialmente in un periodo caratterizzato da una forte inflazione e una conseguente svalutazione delle retribuzioni.
Nel 2023, la detassazione dei fringe benefit era stata riservata solo ai lavoratori con figli a carico, ma nel 2024 si torna a un approccio più generale con nuove soglie di detassazione:
- 1.000 euro per tutti i lavoratori.
- 2.000 euro per i lavoratori con figli a carico, con un reddito fino a 2.840,51 euro per i lavoratori sotto i 24 anni e 4.000 euro per i lavoratori di 24 anni o più.
Queste nuove soglie si applicano a tutti i fringe benefit, comprese le spese sostenute per il canone di affitto e gli interessi del mutuo, rappresentando una novità assoluta per il 2024.
Come richiedere il bonus mutuo e affitto
Come anticipato, la decisione di erogare il bonus spetta al datore di lavoro. Tuttavia, i dipendenti devono svolgere alcune azioni per ottenere questo beneficio. È obbligatorio per il lavoratore dichiarare al datore di lavoro di avere diritto al bonus, specificando il codice fiscale dei figli a carico.
Inoltre, è importante notare che, anche se ci sono ulteriori dettagli da attendere nella circolare Inps per chiarimenti, sarà obbligatorio fornire documentazione comprovante le spese sostenute per l’affitto o gli interessi del mutuo, anche se è possibile che l’autodichiarazione sia accettata.
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