5 chiarimenti ministeriali sull’Assegno di Inclusione (AdI): nuove regole e procedure

L’Assegno di Inclusione (AdI) rappresenta una misura chiave nel panorama delle politiche sociali italiane, in sostituzione del Reddito di Cittadinanza. Istituito dal Decreto Legge n. 48 del 4 maggio 2023, convertito nella Legge n. 85 dello stesso anno, l’AdI ha l’obiettivo di sostenere economicamente i beneficiari e facilitare la loro inclusione sociale e professionale. Non si tratta di una misura meramente assistenzialistica, bensì di un intervento destinato a chi si trova in situazioni di fragilità o svantaggio.

Chiarimenti sulla decadenza e sospensione del beneficio

Recentemente, il Ministero del Lavoro ha emesso una nota (n. 12607) per chiarire i criteri di mantenimento e sospensione del beneficio. La nota sottolinea che la mancata partecipazione alle convocazioni dei servizi sociali, senza giustificato motivo, comporta la decadenza dal beneficio dell’AdI. Se i beneficiari non si presentano agli incontri entro 120 giorni dalla sottoscrizione del Piano di Azione per la Disoccupazione (PAD), il beneficio viene sospeso. È essenziale che le registrazioni di avvenuti incontri pervengano all’INPS entro il giorno 20 del mese successivo alla scadenza per evitare interruzioni nei pagamenti.

Obblighi di monitoraggio e esclusioni

Tutti i nuclei beneficiari devono partecipare al primo appuntamento con i servizi sociali. Tuttavia, alcuni membri sono esonerati dagli obblighi di monitoraggio, inclusi i componenti di età pari o superiore ai 60 anni, coloro con disabilità certificata ai fini ISEE, e le vittime di violenza di genere seguite da centri antiviolenza. Questi esoneri non si applicano in presenza di minorenni in obbligo scolastico, che richiedono la sottoscrizione del Patto di Inclusione Sociale (PaIS) e la partecipazione di almeno un adulto agli incontri di monitoraggio.

Mantenimento dei requisiti di accesso

Il Ministero ribadisce che i requisiti di accesso all’AdI devono essere mantenuti per tutta la durata del beneficio. Eventuali cambiamenti che portano alla perdita dei requisiti comportano la decadenza dal beneficio, come indicato sulla piattaforma Siisl. È fondamentale che i beneficiari aggiornino tempestivamente qualsiasi variazione della propria situazione per evitare l’interruzione del sostegno.

Regole sui cambi di residenza

Per quanto riguarda i cambi di residenza, il Ministero ha implementato una nuova funzionalità sul sito dell’INPS che consente di aggiornare i dati relativi alla residenza. Tuttavia, al momento non è possibile modificare i dati anagrafici attraverso questa piattaforma, ma tale funzione sarà disponibile in futuro. Le modifiche devono essere effettuate attraverso l’apposito portale istituzionale.

Procedure di riesame delle domande

Infine, il Ministero ha chiarito che, a partire dal 29 febbraio scorso, è possibile richiedere il riesame delle domande respinte attraverso una procedura specifica sul portale dell’INPS. Gli interessati possono presentare istanza di riesame alla sede INPS competente entro 30 giorni dalla comunicazione dell’esito negativo o fare ricorso in tribunale.

Questi chiarimenti ministeriali mirano a garantire una gestione più trasparente e efficace dell’Assegno di Inclusione, risolvendo dubbi e ottimizzando il funzionamento della misura per i beneficiari. Per rimanere aggiornato sugli incentivi destinati alle famiglie italiane, visita la nostra pagina dedicata ai bonus famiglia.

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