Sognate di trasferirvi e lavorare negli USA? Tutti, almeno una volta nella vita, ci siamo scontrati con l’American dream, o meglio, con quello che l’American dream era: una speranza condivisa fatta di coraggio e, appunto, sogni, che ambiva a un domani migliore.
Un desiderio nato con i primi coloni europei e tramandato, poi, alle diverse generazioni. Cosa sia diventato oggi il sogno americano non è facile capirlo, di certo quella patina aspirazionale che guarda all’erba (verdissima) del vicino è ancora molto presente e la voglia di provare a trasferirsi, vivere e lavorare negli USA, almeno per un po’, è un sogno condiviso da molti.
Sogniamo ancora l’America. Sogniamo di scoprirla, capirla e soprattutto di viverla.
Se anche voi volete fa’ l’americano,’ mericano, ‘mericano, ma siete nati in Italy e sognate di trasferirvi e lavorare negli Stati Uniti, siete nel posto giusto, perché oggi vi racconteremo come fare per andare a vivere e lavorare negli Stati Uniti.
Let’s get it started!
Prima di addentrarci negli intricati nodi della burocrazia americana e raccontarvi come fare per trasferirvi e lavorare negli Stati Uniti, stiliamo una brevissima lista dei pro e dei contro. Vi aiuterà a capire meglio quali sono le differenze con il nostro Paese e cosa aspettarvi dal lifestyle americano.
PRO
L’istruzione: Gli Stati Uniti vantano gli istituti scolastici migliori del mondo.
Meritocrazia: in America esiste. Il mercato del lavoro negli USA è vivo, ricettivo e, appunto, meritocratico.
Multietnicità: L’America è forse il continente più etnicamente variegato e inclusivo del mondo.
Il costo della vita: la tassazione è inferiore rispetto a quella italiana e i salari sono più alti, va da sé che il costo della vita è più conveniente. Ovviamente la situazione varia di molto in base alla città in cui si decide di vivere.
CONTRO
La lontananza: Nonostante i collegamenti quasi quotidiani con le maggiori città italiane, gli Stati Uniti non sono propriamente dietro l’angolo. Tornare a casa significa affrontare viaggi che a volte possono essere parecchio impegnativi e dispendiosi.
Il visto: Come vedremo tra qualche paragrafo, la burocrazia per l’ottenimento del visto di ingresso negli USA è alquanto lunga e farraginosa.
Privatizzazione del sistema sanitario. Dimentichiamoci la nostra sanità pubblica, negli Stati Uniti tutto è privato, è pertanto fondamentale stipulare una polizza sanitaria.
La Stato c’è “ma”. Gli ammortizzatori sociali sono risicatissimi: senza lavoro in America si fa ben poco.
Con un’estensione complessiva di circa 983.4000 km², gli Stati Uniti contano una popolazione di oltre 331 milioni di abitanti: cifre che fanno dell’America il terzo Paese al mondo per superficie e popolazione.
In un territorio così vasto e variegato stilare una negli Stati Uniti non è semplice, dovremmo pertanto ragionare a settori.
Sicuramente la sanità è uno dei settori in gran fermento dal punto di vista dell’offerta lavorativa. Si cercano infatti molti medici, infermieri, ma anche OSS e personale impiegatizio nelle diverse aziende farmaceutiche che hanno sede negli Stati Uniti.
Gli altri settori che vantano ottime opportunità lavorative sono la finanza, il marketing soprattutto quello sul web e, non ultimo, il turismo.
È doveroso porre un alert sulla lingua: la conoscenza dell’inglese per tantissime professioni, soprattutto per quelle specialistiche, è fondamentale!
Pertanto, prima di iniziare a mandare il vostro curriculum (che dovrà essere tradotto rigorosamente in inglese!) vi suggeriamo di procedere per piccoli step. Rivolgendovi alle agenzie interinali come Ranstad e Adecco e dando un’occhiata al Sito Governativo del Lavoro, dove potrete trovare utili consigli per muovervi nel mondo del lavoro americano.
I contratti di lavoro americani sono diversi da quelli italiani. Gli stipendi mensili sono più alti, l’abbiamo detto, ma i benefit e le disposizioni governative sono diverse.
Sono previsti circa 15 giorni di ferie all’anno, niente classico agosto festivo né 15 giorni di break natalizio a dicembre. Sono ammessi circa 10 giorni di malattia all’anno, si può essere licenziati con un preavviso anche di sole 2 settimane e la maggior parte dei lavori, esclusivi quelli dell’amministrazione pubblica, non hanno un sindacato. Ovviamente la situazione cambia di azienda in azienda, ma di base il panorama rimane lo stesso.
I neolaureati, considerati i facili tempi di licenziamento, solitamente vengono assunti con un contratto a tempo indeterminato.
Occhio ai Backgroud checks! I cosiddetti controlli mirati che le aziende possono fare per verificare:
Le variabili sono numerose, a seconda della tipologia di lavoro, della città in cui ha sede l’azienda e del prestigio dell’impresa.
L’orario di lavoro è simile a quello italiano, si va dalle 40 alle 44 ore settimanali, orientativamente dalle ore 9.00 alle 17.00.
Come vi spiegheremo nel prossimo paragrafo, per trasferirvi in America è necessario ottenere un visto. Ma non solo, per poter lavorare è necessario anche avere uno sponsor. Come fare?
Prima di tutto vi consigliamo di controllare online quali sono le aziende negli USA che offrono sponsor per i cittadini stranieri, come il sito MyVisaJobs.
Se siete studenti vi suggeriamo di cercare un’occupazione presso l’università o l’istituto che frequentate: sarà più semplice il vostro inserimento e la relativa sponsorizzazione!
Non dimentichiamoci che la procedura di sponsorizzazione ha un costo per l’azienda, le imprese sono pertanto incentivate ad assumere candidati stranieri specializzati in determinati settori. Di seguito le aziende che offrono le migliori possibilità di sponsorizzazione nel campo scientifico e tecnologico:
Non dimenticate, inoltre, le aziende attive nel settore delle consulenze, come:
Purtroppo identificare un’azienda disposta ad avviare la sponsorizzazione non significa avere la garanzia di trovare lavoro negli Stati Uniti. Non tutte le richieste approvate portano poi all’ottenimento del visto. Nel caso in cui la procedura dovesse andare a buon fine, potrete rimanere negli Stati Uniti per 3 anni, fino a un massimo di 6.
Ed eccoci alle dolenti note. Decidere di andare a lavorare negli Stati Uniti è relativamente facile, metterlo in pratica un po’ meno. Infatti, non basta fare lo zaino e comprare un biglietto di sola andata. Esistono delle severi leggi che regolano le modalità e i limiti temporali di accesso negli USA.
L’unico documento che potrà aprirvi le porte del Nuovo Mondo è il visto. Il Sacro Graal che vi permetterà di muovere i primi passi in terra americana. Vediamolo nel dettaglio.
I visti sono suddivisibili in due macro aree:
I primi consentono di lavorare negli States, e a rientrare in questa categoria sono:
I visti non immigratori, a differenza di quelli immigratori, non rilasciano automaticamente l’autorizzazione a poter lavorare. Esistono però diverse tipologie di visti che consentono di esercitare la propria professione negli USA, seguendo, però, alcune limitazioni.
Per avviare la lunga (e faticosa) procedura burocratica per l’ottenimento del visto per trasferirsi e lavorare negli Stati Uniti è necessario avere con sé i seguenti documenti:
La documentazione va presentata all’Ambasciata USA in Italia.
Per imparare a districarvi nella complessa macchina burocratica statunitense, vi consigliamo di visitare la sezione dedicata sul sito dell’Ambasciata e Consolati degli Stati Uniti d’America.
Se invece la vostra intenzione è quella di trasferirvi in maniera definitiva in America, dovete puntare tutto sulla Green Card. Le modalità per ottenerla sono sostanzialmente tre:
Se invece state pensando di avvicinarvi agli Stati Uniti a piccole dosi, programmando una permanenza inferiore ai 90 giorni, dovrete richiedere l’ESTA – Electronic System for Travel Authorization, un modulo che potete compilare online e di (strano ma vero!) facile ottenimento.
Le figure professionali maggiormente richieste negli States, l’abbiamo detto, riguardano l’ambito sanitario. C’è però un altro settore che ci consente di avere agli occhi del mercato americano una marcia in più: la nostra italianità.
Gli americani amano il made in Italy in tutte le sue forme: dalla gastronomia, alla lingua, dall’artigianato alla cultura. Non è un caso infatti che alcuni dei profili maggiormente ricercati negli States siano gli insegnanti di italiano, i camerieri e gli chef.
Per avere una panoramica della situazione occupazionale degli stranieri negli States, diamo un’occhiata ai numeri.
Circa il 33% dei lavoratori stranieri opera nel settore specializzato del:
Il 23% degli stranieri opera nei servizi, dove il livello di specializzazione richiesto è minore, come:
Mentre il lavoro d’ufficio e il settore della vendita occupano circa il 15% dei lavoratori stranieri.
Trovare lavoro negli USA è un’impresa alquanto ardua, vi consigliamo pertanto di monitorare sempre le posizioni aperte sui portali cerca lavoro come:
Vi segnaliamo inoltre BAIA, un interessantissimo sito che favorisce le iniziative imprenditoriali promosse da operatori italiani e americani e che, in particolare, facilita i rapporti tra il sistema produttivo italiano e gli attori economici basati negli USA.
L’iter per il riconoscimento dei titoli di studio conseguiti in Italia non è cosa semplice. L’ottenimento della documentazione certificata dipende da diversi fattori.
Se avete intenzione di recarvi negli States per studiare o iniziare un percorso di studi con un titolo accademico o professionale italiano, dovrete prima passare per una Evaluation Service Agency, ovvero un’agenzia legalmente riconosciuta che vi aiuterà ad ottenere dietro pagamento un documento indicante l’equipollenza del vostro titolo di studio conseguito in Italia.
Qui potete trovare qualche informazione utile.
Se invece il vostro obiettivo è l’ottenimento di una determinata abilitazione professionale, la procedura è più complessa, ma non buttatevi giù di morale!
Le regole sono abbastanza ferree e variano a seconda del tipo di lavoro e dello Stato in cui decidete di andare a vivere. Per questo motivo vi invitiamo a controllare il sito governativo del Dipartimento dell’Educazione degli USA dove troverete le informazioni sulle abilitazioni professionali.
A differenza di quello che istintivamente si possa pensare, le grandi metropoli americane non sono sempre il luogo perfetto su cui gettare le fondamenta del proprio futuro professionale.
Spesso le città più “piccole” (dove per piccolo intendiamo comunque città che contano 400/500mila abitanti) offrono opportunità lavorative interessanti e un costo della vita decisamente più conveniente rispetto alle big cities.
Qualche esempio?
Seattle (Washington): una città in fermento e ricca di opportunità professionali grazie anche alla presenza di aziende come Microsoft ed Amazon. Un altro aspetto da non sottovalutare per chi non è cittadino americano è il “Ready to Work“: il piano messo a punto dalle istituzioni per favorire l’inserimento degli immigrati nel mondo del lavoro.
Boston (Massachusetts). È la città delle carriere accademiche per antonomasia. Famosa per le celebri Università di Harvard e MIT, Boston è una città aperta e accogliente.
San Francisco (California). Il simbolo del fenomeno hippie e della beat generation. San Francisco offre numerose opportunità lavorative grazie soprattutto alla presenza della famosissima Silicon Valley, il centro globale dell’alta tecnologia e dell’innovazione, dove sorgono aziende del calibro di Facebook, Apple e Google.
Baltimora (Maryland). È una città di mare dall’atmosfera colorata e romantica. È ricca di musei e ospita il quartiere Little Italy: il rione dove gli italiani possono respirare un po’ di aria di casa.
Se il vostro american dream rimane fortemente ancorato alle città più rinomate come Miami, New York e Los Angeles, ecco di seguito qualche tips che potrebbe tornarvi utile.
Miami. È una delle città più multiculturali del mondo, ci sono moltissime comunità di stranieri. La maggior parte degli italiani che si trasferisce a Miami, lavora nel turismo e nella ristorazione. Occhio al portafoglio! Miami non è nota per la sua convenienza, il costo della vita è alto, ma con un po’ di attenzione e fortuna potrete trovare il giusto compromesso per il vostro lifestyle a Miami.
New York. La Grande Mela è bella, caotica, costantemente in movimento e piena di verde. La competizione sul lavoro è alta (si sgomita forte!) ma le possibilità sono molteplici. A New York esiste praticamente qualsiasi tipo di lavoro: dalla finanza al digitale, dall’assistenza sanitaria al commercio al dettaglio.
Occhio al portafoglio vol. 2! NY non è economica: in generale, si stima che il costo della vita medio mensile si aggiri intorno ai 2.500/3.000 dollari. Ovviamente va tutto rapportato allo stipendio percepito, che varia in base al settore e alla zona in cui si lavora.
Los Angeles. Si trova in California, in uno degli Stati più ricchi d’America. É una città che offre tanto a tanti: il lavoro, il clima stupendo tutto l’anno, le spiagge magnifiche. A Los Angeles si cercando tanti fisioterapisti, addetti alla ristorazione, venditori e ingegneri. L’altra faccia della medaglia vede protagonista il costo della vita parecchio alto e il contesto lavorativo molto competitivo. Ergo qui tocca rimboccarsi le maniche più che in altre aree del Paese!
Bella domanda! Non è facile dire quanto si guadagna in America, le variabili sono molteplici e dipendono dal tipo di lavoro, lo Stato in cui si vive, il grado di istruzione.
Il mercato del lavoro statunitense è diverso rispetto al nostro.
Proviamo a stilare una lista indicativa degli stipendi medi annui percepiti a seconda del settore di attività:
Ci auguriamo di avervi dato con questo articolo qualche spunto per capire come fare per andare a vivere e a lavorare in America. Vi consigliamo di leggerlo mettendo in sottofondo l’evergreen Terra Promessa di Eros Ramazzotti, vi farà sentire dei sognatori nostalgicamente giovani
Siamo ragazzi di oggi
Pensiamo sempre all’America
Guardiamo lontano
Troppo lontano..
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