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Titoli di preferenza nei concorsi pubblici, DPR 82/2023

Le norme che regolano l’accesso agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni e le modalità di partecipazione ai concorsi pubblici in Italia hanno subito importanti modifiche con il Decreto del Presidente della Repubblica (DPR) n.82 del 16 giugno 2023. Queste modifiche non solo hanno ridefinito il quadro in cui tali concorsi si svolgono ma hanno anche introdotto una nuova prospettiva di equità di genere.

Uno dei principali aspetti di questi cambiamenti riguarda i cosiddetti “Titoli di preferenza“. Questi titoli determinano chi ha priorità nella partecipazione ai concorsi pubblici attivi in Italia quando i candidati sono a parità di merito e titoli. La novità più rilevante è l’inclusione dell’appartenenza al genere meno rappresentato come titolo di preferenza, un passo importante verso una maggiore equità di genere nelle pubbliche amministrazioni.

In questa guida, esamineremo da vicino queste recenti modifiche e come influenzeranno il processo di selezione nei concorsi pubblici. Scopriremo anche l’ordine di preferenza dei titoli e come ciò contribuirà a garantire una maggiore trasparenza e parità di opportunità in questo settore.

Favorite alcune categorie di cittadini nella partecipazione ai concorsi pubblici

Il Decreto del Presidente della Repubblica (DPR) n.82, datato 16 giugno 2023, ha portato importanti modifiche alle norme che regolano l’accesso agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni e alle modalità di svolgimento dei concorsi pubblici. Uno degli aspetti più significativi di queste modifiche riguarda i c.d. “Titoli di preferenza“, che determinano chi ha priorità nella partecipazione ai concorsi pubblici quando si è a parità di merito e titoli.

L’appartenenza al genere meno rappresentato: un nuovo titolo di preferenza

Una delle novità più rilevanti del nuovo regolamento è l’inclusione dell’appartenenza al genere meno rappresentato come titolo di preferenza. In base all’articolo 6 del nuovo regolamento, al fine di garantire un equilibrio di genere nelle pubbliche amministrazioni, il bando di ciascuna qualifica messa a concorso dovrà indicare la percentuale di rappresentatività dei generi nell’amministrazione che lo emette. Questa percentuale sarà calcolata al 31 dicembre dell’anno precedente.

La preferenza di genere troverà applicazione quando il differenziale tra i generi, come indicato nel bando, supera il 30%. In altre parole, se il divario tra uomini e donne nell’amministrazione è significativo, il titolo di preferenza di genere verrà attivato a favore del genere meno rappresentato.

Il preciso ordine di preferenza dei titoli

Il regolamento specifica chiaramente l’ordine di preferenza dei titoli. In caso di parità di titoli e merito, e in assenza di ulteriori benefici previsti da leggi speciali, l’ordine di preferenza è il seguente:

  1. Gli insigniti di medaglia al valor militare e al valor civile, qualora abbiano cessato il servizio.
  2. I mutilati e gli invalidi per servizio nel settore pubblico e privato.
  3. Gli orfani dei caduti e i figli dei mutilati, degli invalidi e degli inabili permanenti al lavoro per ragioni di servizio nel settore pubblico e privato.
  4. Coloro che hanno prestato lodevole servizio a qualunque titolo, per non meno di un anno, nell’amministrazione che ha indetto il concorso.
  5. Chi ha il maggior numero di figli a carico.
  6. Gli invalidi e i mutilati civili che non rientrano nella categoria di cui al punto 2.
  7. I militari volontari delle Forze armate congedati senza demerito.
  8. Gli atleti con rapporti di lavoro sportivo con i gruppi sportivi militari e dei corpi civili dello Stato.
  9. Chi ha svolto con esito positivo l’ulteriore periodo di perfezionamento presso l’ufficio per il processo.
  10. Chi ha completato con esito positivo il tirocinio formativo presso gli uffici giudiziari.
  11. Chi è titolare o ha svolto incarichi di collaborazione conferiti da ANPAL Servizi S.p.A.
  12. Appartenenza al genere meno rappresentato nell’amministrazione che bandisce la procedura.
  13. Minore età anagrafica.

Questi cambiamenti rappresentano un passo significativo verso un’equità di genere nelle pubbliche amministrazioni e una maggiore trasparenza nei concorsi pubblici.

Valerio Mainolfi

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