Qual è il voto minimo per partecipare ai concorsi pubblici? E’ sufficiente il voto del diploma o è requisito preferenziale il voto di laurea? Facciamo chiarezza in questo articolo.
Il voto minimo per partecipare ai concorsi pubblici è 60 alla maturità. Significa che basterà passare la maturità ed entrare quindi in possesso del diploma per poter partecipare ai concorsi pubblici. Sono esclusi quindi solo coloro che: hanno perso la cittadinanza italiana; non sono in possesso dei requisiti di istruzione e di formazione specificati nel bando di concorso; non siano maggiori di età.
I concorsi pubblici si basano infatti sui principi di trasparenza e imparzialità: con la legge delega n. 124/2015 all’articolo 17 punto d, è stata abolita la possibilità di inserire all’interno dei bandi di concorso uno sbarramento per voto.
Se quindi il voto di maturità non può essere considerato una discriminante, è anche vero che in caso di numerosissime domande, alcune amministrazioni pubbliche effettuano delle scremature a partire dal voto, dividendo in fasce basse, medie e alte.
Come già specificato, con la legge delega n. 124/2015 all’articolo 17 punto d, viene abolita la valutazione del voto per l’accesso ai concorsi. In particolare, viene sancita la “soppressione del requisito del voto minimo di laurea per l’accesso agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni”.
Tuttavia, secondo una sentenza del Tar Lazio, 2 maggio 2018, n. 4782, è legittimo richiedere, per l’accesso ai concorsi pubblici, un requisito di voto minimo di laurea di 105/110, in quanto si tratta di un ragionevole indice di preparazione dei candidati per posizioni di particolare responsabilità.
Il voto di maturità non fa alcuna differenza nei concorsi pubblici. Vuol dire che chi ha conseguito il diploma con 60 ha le stesse possibilità di chi, invece, ha ottenuto il massimo, ovvero 100 e lode.
Tuttavia non si possono escludere a priori possibili eccezioni. Ad esempio potrebbe capitare che le domande di partecipazione al concorso siano in gran numero superiori rispetto ai posti messi al bando, dunque le singole Amministrazioni potrebbero attribuire un punteggio diverso in base al voto della maturità.
Si tratta, però, di ipotesi residuali, poiché ciò che conta davvero nei concorsi pubblici è il punteggio conseguito nelle prove scritte, orali e – ove prevista – nella preselettiva.
Se la legge 104 tutela determinate categorie di cittadini alla partecipazione in concorsi pubblici, dall’altra parte non possono partecipare ai concorsi pubblici:
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