UFFICIALE GIORGIA MELONI: “Vi ridiamo il reddito di cittadinanza” | Si è dovuta arrendere alle richieste

Giorgia Meloni- foto Rai-CircuitoLavoro.it
La misura di sostegno che era stata abolita nel 2023 potrebbe presto tornare: ecco perché si pensa nuovamente al reddito di cittadinanza.
Le crescenti difficoltà economiche che stanno vivendo gli italiani fanno ripensare ad una misura ormai scomparsa, il reddito di cittadinanza.
Nonostante il sussidio sia stato sostituito dall’Assegno di Inclusione e dal Supporto Formazione e Lavoro, molte famiglie si sono ritrovate senza un adeguato paracadute sociale.
Le nuove misure sono state fortemente criticate a causa di esclusioni, importi ridotti e vincoli stringenti.
In questo clima, dunque, è notevole l’entusiasmo per la proposta del Governo di rivedere il vecchio Reddito di Cittadinanza sotto una nuova luce.
Il ritorno del Reddito di Cittadinanza: la battaglia dell’opposizione per il vecchio sussidio
Il ritorno del Reddito di Cittadinanza è al centro di un emendamento alla Legge di Bilancio, fortemente voluto dal Movimento 5 Stelle. La proposta, che prevede il ripristino della misura per due anni, punta a garantire un sostegno economico più ampio rispetto agli attuali strumenti. Secondo le stime, il costo per il solo 2025 ammonterebbe a circa 12 miliardi di euro.
Mentre si sta portando avanti questa iniziativa, l’opposizione si spende per altre battaglie che riguardano il portafoglio degli italiani, come l’introduzione di un salario minimo di 9 euro l’ora. Tutte queste novità sarebbero necessarie perché, come sostengono i promotori dell’emendamento, l’Assegno di Inclusione e il Supporto Formazione e Lavoro non sono sufficienti a fronteggiare il rischio di esclusione sociale e di povertà assoluta. Di fronte a questa situazione di crescente pressione parlamentare e sociale, la Premier Meloni non può fare altro che riconoscere la necessità di un intervento più incisivo.
L’Assegno di Inclusione non risulta efficace contro la povertà: bisogna correre ai ripari
Dal gennaio 2024, l’Assegno di Inclusione ha ristretto l’accesso al sostegno economico che corrispondeva prima al Reddito di Cittadinanza solo a categorie specifiche, come anziani, disabili e famiglie con minori a carico. Per chi ha tra i 18 e i 59 anni ed è abile al lavoro, resta solo il Supporto Formazione e Lavoro, limitato a 350 euro mensili e vincolato alla partecipazione a corsi o lavori socialmente utili.
I dati INPS di metà 2024 evidenziano, quindi, una drastica riduzione dei beneficiari rispetto al vecchio Reddito di Cittadinanza: 1,7 milioni per l’Assegno di Inclusione e poche centinaia di migliaia per il Supporto Formazione e Lavoro. I numeri evidenziano un drastico dimezzamento rispetto agli anni precedenti, circostanza che solleva numerosi interrogativi sulla reale efficacia delle nuove politiche di welfare e spinge fortemente verso un ritorno alle origini.